“UNICORNI E DINTORNI” di Angelo Telatin

Il nostro articolo di denuncia contro l’utilizzo di un Cavallo nella manifestazione del Gay Pride a Milano ha suscitato un incredibile dibattito che ha suddiviso le opinioni tra favorevoli e contrari. Purtroppo, il tutto è sfociato in calunniose accuse di omofobia alla nostra Associazione che, ovviamente, si commentano da sole.
La maniera migliore per chiudere questa discussione è leggere le parole che Angelo Telatin ha dedicato all’argomento sul nostro Gruppo Facebook Ucif.
“Provo a dare una visione un po più razionale, meno emotiva. In questo post si sono sollevati diversi quesiti. Il cavallo in questione è stressato fisicamente o psicologicamente? È giusto usare il cavallo per divertimento o lucro personale? Mettere il cavallo in situazioni diverse da quelle a cui siamo abituati significa umiliarlo? Non gradire il cavallo come testimonial in una manifestazione gay significa essere omofobi?
Cerchiamo di analizzarli separatamente per arrivare a una conclusione che unisca e non che divida.
Per quanto riguarda lo stress, dobbiamo far riferimento alle foto (queste e altre che ho visto dello stesso giorno), alle testimonianze e giudicare il cavallo e non la situazione in cui era (confusione e caldo). Dalle foto si vede un cavallo in buona condizione fisica, non impaurito dai rumori, rilassato e non accaldato. Sicuramente la maggioranza di cavalli lo sarebbe stato in una situazione del genere ma questo non sembra. Ricordo che il cavallo è in grado di imparare ed essere desensibilizzato quasi a tutto, fuoco compreso. Parlo per esempio dei cavalli della polizia che sono tranquilli durante le sommosse con urla bastoni petardi e molotov. Se il cavallo è idratato, è in grado di termoregolarsi e non soffrire il caldo. Uno studio nel deserto dell’Arizona ha visto che i cavalli non usavano nemmeno le tettoie durante le ore più calde e soleggiate. Se era scalzo, tanto meglio: l’unghia attutisce meglio l’impatto con l’asfalto e fa scivolare meno. Il reparto di polizia in Texas ha adottato il barefoot perché più vantaggioso per il cavallo. In base a queste considerazioni quindi direi che questo cavallo non era stressato. Altri cavalli messi in situazioni minori avrebbero potuto esserlo di più.
Per la seconda domanda si apre il tema dell’uso del cavallo. In senso etico generale o un animale non lo si usa o lo si usa. Non esistono certe cose si’ o certe cose no. Il cavallo ha superato l’estinzione entrando a far parte della società umana che lo ha usato come mezzo di trasporto, sportivo, ludico, terapeutico, eccetera. Gli Indiani d’America che non lo usavano lo hanno spinto all’estinzione. Se accettiamo questo non possiamo fare distinzioni in base a preferenze personali.
Per quanto riguarda l’uso per fini personali di lucro, molti cavalli lo sono. Il gestore del maneggio lucra sulle pensioni, l’istruttore sulle lezioni, chi gioca per vincere alle scommesse. Il cavallo non ha una percezione di se’ stesso come noi umani. Una volta garantite le sue esigenze primarie di benessere (in questo caso lo erano) al cavallo Indossare un unicorno piuttosto che una stinchiera o una sella non fa nessuna differenza. Quante volte mettiamo i paracolpi da trasporto ai posteriori e il cavallo cammina sulle uova per un po’, poi si abitua e si dimentica di averle.
Una persona può non gradire che il cavallo venga usato in una manifestazione gay e allo stesso tempo non essere omofobo. Spesso si possono fare scelte dettate dalle sensazioni. In effetti, la confusione era tanta. Se però, invece che pensare alla manifestazione gay pensiamo a cosa ha fatto il cavallo, una passeggiata a mano fuori dal box, qualsiasi cavallo farebbe quasi tutto pur di stare fuori dal box”
Foto Pagina Facebook Acqua Vitasnella