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Home›Senza categoria›“ESTREMISMI E PAROLE A CASO” di Fabiana Ollari

“ESTREMISMI E PAROLE A CASO” di Fabiana Ollari

By admin
29 Maggio 2019
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Maltrattamenti, maltrattamenti ovunque!
Se dovessi dare retta a quello che leggo quotidianamente sul web, tutti i cavalli sulla faccia della terra sono maltrattati: quelli che fanno agonismo perché sfruttati e torturati; quelli degli amatori perché non sono professionisti e non si affidano a gente competente e li montano male; quelli che fanno passeggiate perché li tirano fuori solo la domenica; quelli che li tengono liberi e basta perché la natura è crudele e comunque non tutti possono mantenere un cavallo o più a non fare niente… potrei andare avanti all’infinito. Ora, ognuno di voi avrà qualcosa da ridire sulle frasi che ha appena letto: “Ma non è vero! Io con i miei cavalli…”.
E iniziano le solite tiritere e polemiche. Non si può postare un fotogramma sbagliato che: apriti o cielo! I cosiddetti professionisti sono continuamente presi di mira da chiunque, non per il loro modo di montare (che nel tempo ha subito cambiamenti), o per il loro percorso negli anni, per quello che hanno fatto con tutti i cavalli che hanno montato: no, ci si focalizza e si nota tutto quello che NON funziona.
Manuali di anatomia, professionisti, metodi di addestramento vengono chiamati in causa per far capire cosa c’è di sbagliato. Un cavallo non può nascere nevrile o essere particolarmente caratteriale che subito è per forza stressato, maltrattato, costretto… è teso, si incappuccia, si difende: chissà cosa c’è DIETRO!! Quel cavaliere che lo monta diventa automaticamente un incapace, un incompetente, uno che viene definito professionista ma che in realtà dovrebbe andare a lavorare in miniera. Io sono per i cavalli sereni, montati in filetto, non chiusi… a chi non piace vedere un percorso fluido, con il cavallo nel ritmo, in sintonia con il suo cavaliere che quasi in sella non si muove per comunicare con il suo cavallo. Passatemi il francesismo: E GRAZIE AL C.! Ma quando questo non succede, quando qualcosa esce da questo schema si punta subito il dito: poco importa se il 99% dei cavalli montati da un cavaliere siano calmi, sereni, con la nuca in avanti e non nevrili… per quel singolo 1% che non rientra nei canoni, quella persona è un incompetente. Non è bello da vedere come il caso utopico, certamente. Ma un paio di domande sorgono spontanee:
– Tutti quelli che criticano sono sicuri di riuscire a fare meglio del cavaliere in questione con quel cavallo?
– E se quello che si vede è in realtà la forma più rilassata (in quel momento) di quel cavallo?
– Il background dell’animale lo vogliamo considerare? Molti cavalli di qualità che arrivano in mano a dei professionisti prima sono stati in mano ad altri che non ci hanno tirato fuori un ragno dal buco, facendo danni. A volte irreversibili. A volte reversibili con tanto lavoro e tanto tempo.
– Sono cavalli da competizione ed esattamente come gli esseri umani devono imparare a gestire la tensione e lo stress. Ed esattamente come gli esseri umani possono essere preparati a farlo, ma poi affrontare la cosa “sul campo” è un’altra storia. E si impara uscendo, con il tempo e l’esperienza.
– Ma chi lo dice che i cavalieri professionisti non si mettono in discussione, che non tengono ai loro cavalli, che non sanno, che non gliene frega… ma davvero siete così sicuri? Poi di idioti è pieno il mondo, non sono tutti uguali e ci sono menefreghisti e cani, nel professionismo così come ai livelli inferiori, tra gli amatori e tra coloro che le gare nemmeno sanno cosa sono.
– Ultimo punto: ma quei poveri cavalli nati con un carattere particolare o diventati così a causa di qualcuno, quindi difficili per un qualunque amatore o principiante, a che uso dovrebbero essere destinati? Meglio accettare qualche compromesso (non con tutti i cavalli del mondo!), tenerli e gestirli o fargli fare una fine ignota? Sarebbe meglio che anziché criticare ci facessimo tutti un esame di coscienza: prima di puntare il dito poniamoci qualche domanda in più e poi guardiamo al nostro orticello affinché le risposte (se le troviamo) possano essere di aiuto a noi stessi per migliorare. Un buon cavaliere è colui che riesce a tirare fuori il meglio da ogni cavallo che monta, non solo uno che vince.

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