Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini “CADERE IN PIEDI” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini
“CADERE IN PIEDI”
di Mario Catania
Oggi, un’amica mi ha chiesto a cosa penso nel momento in cui sono in difficoltà, quando , magari, capita che stia per cadere… riferendosi allo sci. La risposta mi è venuta immediata: penso a come stare in piedi. Nello sci vi sono almeno due tipi di cadute, quelle per cui sei a terra senza poter nemmeno realizzare di stare per cadere e quelle che ti danno il tempo di capire che cosa stia accadendo. Per le prime non c’è medicina, sei a terra e basta… bum! Nelle seconde ciò a cui penso è cercare di stare in piedi in qualche modo e, se non ce la faccio, tentare almeno di cadere bene. Nell’equitazione il primo tipo di caduta accade solo quando sia il cavallo ad andare giù per un’inciampata, una scivolata ma, forse nemmeno. In genere c’è sempre il tempo di realizzare che cosa stia succedendo poi, però, vi è un’ulteriore variabile… Capire se a cadere siamo solo noi oppure entrambi: nel secondo caso tutto dipende dal cavallo e noi non possiamo che accompagnare i suoi tentativi di rimanere in piedi. Esistono manovre da mettere in atto nelle diverse situazioni, non dobbiamo perdere la testa cercando di compierle correttamente anche se, molto spesso, si tratta di automatismi. Se, poi, l’inevitabile accade, allora credo che entrino in causa due fattori: lo sport e la sicurezza. In primis dobbiamo sempre ricordarci che il nostro, prima ancora che una passione, sia uno sport e, come tale, la forma fisica sia importante se non fondamentale: essere agili, saper cadere, nell’equitazione come nello sci ad alti livello, possono rappresentare due variabili fondamentali in caso di incidente. In seconda battuta dovremmo sempre ricordarci, e questo prima di salire in sella, che l’ottocento è passato: cappellini di lana, staffe di ferro prive di dispositivi di sicurezza, giacchette di lana sono il passato. Un secolo fa si poteva morire per la frattura di una gamba, oggi non più, allora perchè accettare il rischio che ciò accada per un colpo alla testa, al torace, alla colonna vertebrale? I mezzi per proteggerci ci sono, usiamoli! In queste righe mi voglio proprio riferire a chi sostenga che proteggersi significhi mostrare debolezza, ammettere di non saper montare. Non è così! Proteggersi significa avere la coscienza di ciò che si stia facendo, comprendere che fior di cavalieri, come Oscar Medaglia, hanno perso la vita per incidenti, magari banali ed altri, come Zoe Conter, hanno rischiato: l’uno morì rimanendo staffato in gara, l’altra si fratturò una vertebra durante Piazza di Siena 2018. Non ultima Valentina Truppa deve la propria vita al casco che, logicamente, indossava… e non stiamo parlando di gente che non conosca i cavalli!