Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini “LA NOSTRA RESPONSABILITÀ” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini
“LA NOSTRA RESPONSABILITÀ”
di Mario Catania
Devo essere sincero: in questa battaglia che ormai da anni stiamo combattendo al fine di rendere l’equitazione uno sport piu’ sicuro, mi sto disinnamorando degli adulti. Ieri sera mi è capitato di avere di fronte due persone, entrambi vicine agli ottant’anni, l’uno esperto cavaliere l’altro un totale ignorante in campo equestre che, solo per caso, tempo fa si è trovato ad essere proprietario di alcuni cavalli. Il cavaliere esperto, amico per altro di un’amazzone pluripatentata e davvero donna di cultura equestre di spessore, reduce da un delicato intervento al cervello dopo aver subito un brutto incidente alcuni anni fa ed avere perso parte delle proprie funzioni…. era particolarmente sensibile e attento a discorsi riguardanti “casco, staffe di sicurezza e giubbotto airbag”, tanto attento da guardare con occhio dubbioso una ragazza la quale usciva, con il proprio cavallo, in braghette corte e senza alcun tipo di protezione. L’altro, il parvenu di turno, si divertiva a sfottere lui e il sottoscritto ricordando che ai tempi di Begevalo, che, poi era Bucefalo…. i cavalieri montavano senza protezioni. Bene, è questa l’ignoranza da isolare se vogliamo ottenere qualche risultato. Il “signore” in questione forse non conosce Valentina Truppa, olimpionica di dressage la quale è stata in coma per giorni a causa di una caduta quando, addirittura il cavallo era fermo e stava per entrare nel rettangolo di gara, la ragione: uno spavento! Sempre il “signore” in questione non conosce la storia di Oscar Medaglia, anch’egli atleta di livello assoluto caduto in gara in Germania, rimasto staffato e… morto. Il “signore” in questione, ancora, non capisce che cadere in passeggiata, magari sui sassi, non è come cadere su un terreno di erba o sabbia preparato per una gara. Il “signore” in questione non sa, ignora, in quanto ignorante, che da cavallo si puo’ cadere non solo perchè non si è in grado di gestirlo ma anche per una distrazione, per un’inciampata o per per un malore. La mia preoccupazione, tuttavia, non sono persone simili ma le giovani leve alle quali abbiamo il dovere di fare comprendere il fatto che la Vita sia una ed una sola e non vada sprecata, mai! Porterò personalmente avanti, insieme al mio laboratorio di scrittura Labor, una campagna per la sensibilizzazione dei ragazzi riguardo ai rischi che si possano correre in auto, in strada e lo farò con l’appoggio di un team di piloti esperti messi a disposizione dalla squadra di Emotionmotorsport, perchè si rischia la propria vita piu’ in strada quotidianamente che in pista e lo stesso vale per il nostro sport! Chi sostenga che in una passeggiata non si rischi alcunchè non ha davvero capito nulla dei cavalli, pazienza per lui, ma non possiamo permettere che certi discorsi vengano portati ai più giovani della cui educazione ci dobbiamo sentire responsabilizzati se non addirittura responsabili!