“TUTTO IL MONDO È PAESE” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini
“TUTTO IL MONDO È PAESE”
di Mario Catania
Ho appena scritto, nella mia rubrica quotidiana de “L’ingrato”, un articolo nel quale affronto il problema della sicurezza sul lavoro e in montagna.
L’idea mi è venuta ascoltando qualche telegiornale nei cui titoli di testa si faceva cenno alla “montagna assassina” o “traditrice”; ho pensato, allora, che fosse alquanto ingiusto incolpare la Natura gravandoLa di responsabilità che non Le appartenessero. Mi è venuto spontaneo il paragone con i tempi del mitico colonnello Bernacca nei quali la previsione del tempo sembrava essere, più che altro, un terno al lotto mentre oggi la tecnologia ci permette di conoscere, con l’approssimazione di qualche mezz’ora, i cambiamenti atmosferici. Alla fine, sa va san dir, alpinisti super attrezzati sfidano la sorte non arrendendosi all’evidenza delle previsioni esattamente come cavalieri, anche esperti, sfidano il destino pur di non arrendersi all’evidenza del fatto che, oggi non sia accettabile morire per le stesse ragioni a causa delle quali ciò potesse accadere cinquant’anni fa.
Scrivendo queste righe mi sorge una domanda: nell’era della tecnologia, dove tutti sembrano fare a gara per mostrare chi sia piu’ “gadgettaro”, perché tanto ostracismo proprio nei campi in cui sappiamo perfettamente che la tecnologia stessa possa salvarci la vita?
Fa così fashion rischiare la pelle?
La Montagna non è un’assassina come non lo sono i cavalli mentre l’ignoranza, purtroppo, puo’ esserlo ed è per questa ragione che penso vada combattuta.