“SICUREZZA E SPONSOR” di Glauco L.S. Ricci

“SICUREZZA E SPONSOR”
di Glauco L.S. Ricci
Sfogliando le pagine del web e i nostri ricordi, ci sono tornati all’attenzione alcune foto e alcuni commenti davvero interessanti.
Abbiamo visto, anche in recenti occasioni, i Cavalieri azzurri cambiare il proprio casco in un momento importante, ad esempio alla Coppa delle Nazioni di Roma.
Senza voler entrare nelle decisioni della nostra Federazione, l’attuale e le passate, senza voler disconoscere l’importanza di una sponsorizzazione, non capiamo come sia possibile costringere un atleta a cambiare uno dei suoi più importanti strumenti per la Sicurezza, se non il principale.
Non a caso, lo stesso Alberto Zorzi, cambia il proprio casco ma solo in premiazione….
Leggete questo interessante pezzo giornalistico, che Gaetano Manti ci regalò il 20 ottobre 2015 dalla sua Pagina Facebook La mia nuova Fise.
“Da tempo sono impegnato a diffondere quanto più possibile il tema dell’uso del cap, sempre e dovunque. Poco dopo i campionati europei di Aachen avevo protestato vivamente perché Ester Soldi si era presentata in rettangolo con il berretto di ordinanza. Il tutto sotto gli occhi di Vincenzo Truppa, reduce dalla brutta caduta di Valentina, caduta che non si è trasformata in tragedia probabilmente anche perché Valentina a cavallo indossa sempre il cap.
Solo pochi giorni fa sono venuto a sapere che Ester Soldi è stata di fatto obbligata a montare senza il cap ai campionati europei.
La storia è di quelle di follia pura.
Sembra che il commissario Ravà, nel pieno dei suoi poteri, abbia firmato un accordo tra la FISE e l’azienda Kep Italia in base al quale tutti i cavalieri che rappresentano l’Italia in una competizione internazionale ufficiale devono indossare un cap della Kep Italia.
Si dà il caso che Ester Soldi indossa normalmente un cap di marca diversa e che è legata da un contratto con il produttore, contratto che prevede che Ester Soldi indossi solo cap di quella marca.
Risultato: quando Ester Soldi monta per la nazionale italiana è costretta a farlo senza cap ma indossando il berretto di ordinanza.
Una pura follia.
Posso capire il commissario Ravà che, da valente cronometrista, di cavalli e di equitazione non ne ha mai capito nulla. Ma dove stavano i suoi vice commissari e i suoi consiglieri?
Possibile mai che nessuno gli ha fatto notare che firmare un contratto di quel tipo sarebbe come avere la Federcalcio che firma un contratto con la Adidas e obbliga tutti i calciatori della nazionale a indossare quelle scarpe?
Il cap è uno strumento assolutamente personale e nessuno può obbligare un cavaliere a indossarne uno diverso dal suo.
Nulla di male poi se quel cavaliere firma un contratto con il produttore del cap scelto.
Malissimo invece che la dirigenza di una federazione firmi un contratto come quello firmato dal commissario Ravà.
So che diversi cavalieri hanno chiesto a più riprese alla FISE di conoscere il contenuto di quel contratto Non hanno mai avuto risposta.
Se è vero che il contratto è stato firmato dal Commissario Ravà è però anche vero che la attuale dirigenza non può far finta di nulla e non può negare ai cavalieri una completa informazione su questo delicatissimo argomento.
Il presidente è libero di saltare senza cap quando e come vuole, dando pessimo esempio a tutti.
Non può e non deve essere libero di sorvolare su un tema di questa importanza”.
Sembra un pezzo scritto oggi. Purtroppo.