Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini “IL MEDIOEVO DELLA SICUREZZA” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini
“IL MEDIOEVO DELLA SICUREZZA”
di Mario Catania
Sarà, come sostiene l’amico Fabio Colombo di Equiairbag, che “di sicurezza ci si ammala” ma, davvero, quando vedo qualcuno montare a cavallo senza protezioni, assisto alla scena con gli stessi occhi con i quali guardo i documentari storici delle stazioni sciistiche degli anni sessanta, le gare automobistiche di Fangio e le partite di tennis di Rod Laver….Non sono fighi, sono vecchi! Gli anni passano, signori e le stesse auto storiche, delle quali, per carità, io stesso sono appassionato, bisogna ammettere siano utilizzabili per raduni organizzati ma, ormai, pericolose nell’utilizzo quotidiano. Certamente mi saro’ ammalato di sicurezza ma, quando vedo cavalieri montare “nudi e crudi”, mi sembra di guardare una macchina senza specchietti retrovisori…. manca qualcosa! Per me indossare il casco, il giubbotto airbag, montare le staffe di sicurezza è l’ovvietà senza la quale mi sento nudo.
Il rapporto tra confort e protezione è, ad oggi, giunto ad un limite tale per cui queste protezioni non si rivelano solamente utili nel mai auspicato caso in cui si debba ricorrere ai loro servigi ma sono davvero comode, di nessun fastidio e pratiche nell’uso quotidiano….oltre che fashion da indossare!
Cercando, ora, di farmi serio indossando i panni dell’uomo di quarantaquattro anni che, benchè non lo sia, potrebbe essere padre e del cavaliere che vive questa passione oltre che a livello amatoriale anche come parte della propria professione, vorrei rivolgermi agli adulti, ai tecnici a chi abbia un qualsiasi tipo di influenza verso le giovani e giovanissime generazioni….
Non pensiamo solamente a noi stessi, non facciamo la gara di chi sia “piu’ figo” solo perchè rischia di piu’!
Pensiamo che i giovanissimi ci guardano, a volte ci prendono come esempio.
Non costringiamoli a vivere nel Medioevo rischiando infortuni gravi per nulla. Il nostro sport naviga tra la seconda e la settima posizione dei più pericolosi al mondo solo perchè rifiutiamo di proteggerci!
Volete sapere come vengono stilate queste graduatorie? Semplice: numero degli infortuni rapportato al numero dei praticanti.
Pensiamo, allora, come ho scritto in un articolo precedente, di proteggerci tutti per salvarne uno, questo è il punto.
Tutti i motociclisti indossano il casco eppure per quanti, domani, tra quelli in circolazione, si rivelerà necessario, forse uno su mille.
Ma quel singolo sarà stato salvato dalle “regole” che accomunano tutti.