Le Inchieste del Commissario Martini: “Il nuovo spaventa ma…” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Martini
IL NUOVO SPAVENTA, MA….
di Mario Catania
… ma, personalmente, quello che mi spaventa è l’ignoranza dell’improvvisazione!
Ci si improvvisa medici, veterinari, avvocati, ingegneri, giornalisti, istruttori di qualsivoglia disciplina sportiva, tanto ormai il mondo è di chi blatera non di chi conosce.
Ma non si ha diritto di parola unicamente per anzianità.
Il giovane, il nuovo, non è, per forza, lo sprovveduto anche se gli esempi che ci accompagnano possono farlo pensare. Leggo con dispiacere le puntualizzazioni di alcune persone che, a mio modesto avviso, non vogliono prendere minimamente in considerazione il lavoro altrui partendo dal presupposto di dovere, ad ogni costo, criticare. Nel farlo scordano, tuttavia, l’importanza dell’esempio da parte degli adulti nei confronti delle generazioni più giovani le quali hanno avuto la fortuna di nascere in un’epoca, forse meno romantica dei favolosi anni ottanta ma, almeno per un minimo aspetto, quello dello sviluppo della ricerca, infinitamente superiore. La ricerca è cresciuta nel tempo puntando, da un lato, al miglioramentodelle prestazioni ma, dall’altro, non scordiamolo, al miglioramento del fattore “Sicurezza”. Il nostro sport è considerato, in quanto a pericolosità, secondo solo al paracadutismo, eppure c’è ancora chi sostiene posizioni che mi sembrano quasi di sfida nei confronti delle protezioni ad oggi esistenti. Una “prima protezione” è, probabilmente quella a maggior portata di tutti anche se, forse, la più rinnegata: la cultura. Cultura dello stare in sella correttamente; cultura dell’alimentare l’animale in maniera giudiziosa e non dannosa; cultura del saperriconoscere malesseri prodromi, magari, di possibili patologie; cultura nell’informazione sull’esistenza e utilizzo di sistemi di sicurezza; cultura nella conoscenza dei comportamenti da adottare nelle situazioni di pericolo… Eh si, perché alla fine, nel nostro sport come nella società, tutto o quasi ruota attorno a questa parola. Anche per questa ragione, con la mia scuola di scrittura Labor, ho voluto organizzare uno stage per l’estate presso il “Centro ippico affiliato alla Federazione Italiana Sport Equestri per le discipline sportive olimpiche “La Magnolia”, in collaborazione con il Mini Ranch di Villarbasse.
Sarà un percorso dove i ragazzi si avvicineranno all’equitazione seguendo gli insegnamenti di Istruttori Federali sotto la direzione dell’Istruttore di Terzo Livello Carlo Forcella per poi, solo nell’ultimo giorno, approcciarsi a una passeggiata in campagna. Tutto questo nell’intento di far comprendere loro come occorra una preparazione culturale e fisica tale da consentire di avere, perlomeno una minima cognizione dell’essere vivente cavallo prima di salire in sella nella libertà di un bosco. Ritengo che quello a cui abbiamo assistito in questo annonon sia stato “solamente” un cambiamento generazionale quanto piuttosto una svolta culturale da parte di una Federazione che sta cercando di far sentire ogni cavaliere parte di sépiuttosto che costruire nicchie alzando barriere ormai obsolete.
In tutto questo, il mio primo pensiero va ai ragazzi, agli adolescenti, a quelli che, non per colpa loro ma per lo svolgersi naturale delle cose, crescono anche per imitazione… stiamo cercando di costruire soprattutto per loro un mondo perlomeno più sicuro se non migliore, lasciateci lavorare!