PPID (Pituitary Pars Intermedia Dysfunction) a cura di Giulia Fiocchi

PPID (Pituitary Pars Intermedia Dysfunction)
a cura di Giulia Fiocchi
LA PPID (Pituitary Pars Intermedia Dysfunction, erroneamente conosciuta come Sindrome di Cushing in quanto in passato veniva comparata con la disfunzione della pars distalis dell’uomo e del cane) è una patologia neurodegenerativa del cavallo, che comporta una disfunzione della porzione intermedia dell’adenoipofisi e della secrezione dei relativi ormoni.
Interessa sia cavalli che ponies ed è tipica del paziente geriatrico (>15-20 anni), sebbene esistano rari casi di PPID in soggetti giovani (<10 anni) ; non vi è alcuna predisposizione di sesso e la razza più colpita sembra essere il Morgan Horse.
I sintomi clinici associati alla PPID sono ipertricosi (55-80% dei casi), ipersudorazione, laminite, dimagramento, debolezza muscolare, poliuria, polidipsia, letargia, narcolessia, cecità, aumento dell’appetito e infezioni ricorrenti.
Possiamo distinguere una fase precoce e una fase avanzata, sebbene i sintomi generalmente possano non essere sempre presenti tutti insieme.
Nella fase precoce ritroveremo:
– Anomalie del mantello (ritardo della muta, ipertricosi regionale specialmente della parte palmare/plantare degli arti e nello spazio intermandibolare);
– Dimagramento e scarsa condizione fisica associato ad atrofia muscolare;
-Ridistribuzione del grasso corporeo con accumulo di adipe localizzato (fossetta sovraorbitale, legamento nucale, base della coda);
– Calo delle performance agonistiche, letargia e/o alterazioni caratteriali.
– Infezioni ricorrenti ed immunosoppressione (es. dermatofitosi, polmoniti, sinusiti, frequenti endoparassitosi)
– Cicli estrali anomali e riduzione della fertilità.
Nella fase avanzata si renderanno evidenti:
– IPERTRICOSI (80%DEI CASI), che è il segno clinico più evidente, associato ad un ritardo nella muta stagionale primavera-estate; ll pelo si presenta lungo, opaco, riccio senza distinzione stagionale.
-SCARSA CONDIZIONE FISICA. La perdita di peso è riportata in più dell’88% dei casi e spesso è un segnale di avviso della PPID, sebbene vi sia una minoranza di soggetti affetti da questa patologia che sono invece essere soggetti ad obesità .
Spesso è possibile notare il tipico “addome a botte”, accompagnato da un inarcamento della schiena e associato ad una debolezza delle masse muscolari del dorso e dell’addome.
-Poliuria e polidipsia (30% dei casi)
-LAMINITE
-ALTERAZIONI CARATTERIALI. Docilità e letargia
Il Medico Veterinario valuterà il singolo caso con una visita clinica ed effettuerà un prelievo di sangue con il quale si valuteranno in particolare ACTH, Glicemia ed Insulinemia ed approfondendo eventualmente con specifici test ormonali quali gold standard diagnostici.
Una volta diagnosticata la PPID, verrà introdotta una corretta gestione tra Alimentazione, management e terapia farmacologica per il controllo della patologia.
L’alimentazione sarà basata sulla riduzione dell’apporto di carboidrati, tramite l’utilizzo di mangimi a basso indice glicemico e limitando l’accesso al paddock.
Particolare attenzione dovrà essere diretta nei confronti del controllo delle endoparassitosi, del protocollo vaccinale, del pareggio, delle cure dentarie e della toelettatura.
Spesso è necessario ricorrere alla tosatura per gestire la crescita incontrollata del pelo, la sudorazione, e l’alterato controllo della termoregolazione.
La terapia farmacologica risulta molto efficace, qualora non vi siano effetti collaterali, e permette al paziente di mantenere nel tempo una buona qualità di vita.
Il dosaggio dovrà essere adattato in base alla risposta clinica ed ormonale del soggetto, programmando controlli
endocrinologici routinari , che garantiscano una gestione coscienziosa di tale patologia.
Giulia Fiocchi, Medico Veterinario, MI3483
(Si ringrazia Claudia Casula per la gentile concessione delle immagini del suo fedele compagno di vita Rees Capet)