“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: Sotto il casco, tutto!” di Mario Catania

“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: Sotto il casco, tutto!”
di Mario Catania
Forse il non voler utilizzare il casco può essere la conseguenza del non avere piena consapevolezza di cosa si difenda con il casco. Già perché a volte, parlando, sembra che tutti abbiano paura di rompersi un braccio o una gamba ma poco sovente si dia importanza a quella che potrebbe essere la più banale delle sciagure…. una semplice caduta battendo la testa con conseguenze magari tragiche e che sarebbero potute essere evitate con una minima protezione. Come saprete mi occupo prevalentemente di Equitazione di campagna e davvero mi spaventano coloro che non considerano il fatto che il poter cadere in un sentiero sconnesso e magari pieno di pietre, rocce o rami possa rappresentare un rischio causa di danni irreparabili anche a velocità bassissime, perfino al passo.
Vediamo allora, con le parole dell’uomo della strada, cosa andiamo a proteggere con il casco.
Il nostro cervello è racchiuso come in una cassaforte dalle ossa del cranio ed è diviso in due emisferi, destro e sinistro collegati fra loro da fasci di fibre; ciascun emisfero è composto da una massa di sostanza bianchiccia rivestita alla superficie da uno strato più scuro di colore grigio, “la corteccia cerebrale”, sede delle funzioni più elevate ed assente in uccelli, pesci o rettili.
Il cervello è una grande centrale con quindici miliardi di cellule le quali inviano messaggi dall’esterno e dall’interno, li decifrano, li interpretano e restituiscono risposte in uscita verso la periferia. Nella “Corteccia cerebrale”, che è già “cervello” ed è quella parte immediatamente protetta dalla scatola cranica, esistono aree con specifiche funzioni: la zona motoria è posta subito davanti alla “scissura di Rolando” che delimita il lobo frontale da quello parietale; immediatamente dietro si trova la zona sensitiva, dalla quale partono gli stimoli del tatto che agiscono sulla pelle; nel lobo occipitale ha sede la zona visiva; in quello temporale la zona uditiva; in altri punti ancora la zona olfattiva e quella gustativa per la percezione degli odori e dei sapori. Oltre alle attività razionali , che dipendono direttamente dalla corteccia cerebrale, tutti noi possediamo una vita istintiva, affettiva ed emotiva, funzioni che orrispondono a zone situate sotto la corteccia nella grande massa della sostanza bianca, nella profondità del cervello: tali zone costituiscono il diencefalo. Il sonno, la sveglia, il riposo, la temperatura del corpo, la fame e la sete il ricambio delle sostanze nutritive sono regolate dal diencefalo suddiviso in talamo ed ipotalamo. Poiché con il soddisfacimento o con il mancato soddisfacimento degli istinti vitali sono connessi sentimenti fondamentali quali il piacere, la sicurezza, la tranquillità ovvero il dispiacere, l’ansia, l’angoscia, la paura, l’aggressività è facile comprendere quale influenza eserciti il diencefalo sulla formazione del carattere della persona. Posteriormente al cervello si trova il cervelletto, anch’esso diviso in due emisferi con una superficie a circonvoluzioni e a solchi, come se fosse un piccolo cervello ed anch’esso è composto da una massa di tessuto nervoso (sostanza bianca) ricoperto da uno strato di aspetto grigiastro (sostanza grigia) chiamata corteccia cerebellare. Il cervelletto, nonostante le analogie, ha funzioni diverse da quelle del cervello poiché provvede alla corretta esecuzione dei movimenti ossia alla perfetta coordinazione dei vari muscoli chiamati a partecipare ad ogni movimento. In sostanza: il cervello decide ciò che deve essere fatto ed il cervelletto come deve essere fatto.
Questa breve descrizione senza alcuna pretesa accademica, solo per ricordare a tutti noi quale immenso patrimonio sia conservato e protetto dal “cranio”, il custode del nostro cervello, la sua cassaforte. Non che la Natura non ci abbia pensato da sola e non certo che l’uomo voglia sostituirsi alla perfezione di Dio ma… se con un piccolo accorgimento quale il casco possiamo dare ancor maggiore protezione alla parte forse più misteriosa e delicata del nostro corpo…beh…perché no!
Fonti
Il corpo umano. Ulrico di Aichelburg
Istituzioni di Anatomia dell’Uomo. Prof. Dott. Giulio Chiarugi