“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: Sicurezza è anche prevenzione per le reazioni” di Mario Catania
“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: Sicurezza è anche prevenzione per le reazioni”
di Mario Catania
Nell’ultimo intervento ho preso in considerazione le possibili situazioni di paura e/o pericolo dovute anche all’ immensa superiorità dei sensi dei nostri cavalli; una piccola riflessione che vorrei proporre oggi riguarda la possibile, per carità non assoluta, prevedibilità delle loro reazioni.
Partiamo sempre dal presupposto di avere a che fare con esseri viventi i quali, esattamente come noi, hanno timori, fobie ma anche vizi ed abitudini. Di fronte a una situazione di paura che può diventare terrore dovremo avere lucidità tale da essere in grado di comprendere quando quest’ultimo possa prendere il sopravvento sulla prima. La sorpresa è indubbiamente sempre dietro l’angolo e dobbiamo stare pronti a tutto ma è facilmente verificabile come il nostro cavallo, nel momento in cui verrà preso dal panico e tenterà la fuga, lo farà girandosi quasi sempre dalla medesima parte. In questo modo avremo già due elementi di prevedibilità di uno scenario di potenziale pericolo: quello a mezzo del quale dovremmo comprendere come l’irrazionalità stia prendendo il sopravvento sulla ragione e quello per cui potremmo ritenere che la normale reazione, la fuga, avvenga voltandosi dal suo lato favorito. Potremmo evitare la caduta magari scendendo, a patto di anticipare la nostra azione con una parola che lo tranquillizzi e gli faccia capire che ci deve aspettare perchè se dovesse scattare proprio mentre stiamo per scendere, il rimedio potrebbe risultare peggiore del male. Se volessimo rimanere in sella potremmo di contro prepararci al suo scatto con un’azione un po’ innaturale, spostando cioè il peso verso la parte dalla quale potremo immaginare che tenderà a girarsi ed, al contempo, indirizzandolo con la redine ed il piede verso la direzione opposta a quella della possibile svolta: rallenteremo così leggermente la sua reazione ed assumeremo un assetto di equilibrio nel caso decidesse di voltarsi di centoottanta gradi sempre pronti, per altro, a fermarlo con redini e voce. Se riflettiamo bene anche comportamenti non meno fastidiosi quali la sgroppata o l’impennata potranno risultare ragionevolmente prevedibili: a mio modesto avviso l’impennata non rappresenta un atteggiamento di rabbia nei nostri confronti ( a meno che avvenga in una sequenza di tentativi atti proprio a disarcionarci) quanto piuttosto un messaggio della serie “fammi andare”: in questo caso ci dovremo ricordare di mollare leggermente le redini onde evitare di accentuargli ulteriormente il movimento rischiando di farcelo cadere addosso, buttarci con il torace verso il suo collo in modo da contrastarlo e spostare contemporaneamente la testa da una parte perchè se alzandosi ci colpisse con il capo potremmo rischiare di farci pesantemente male al volto o di spaccarci il naso. La sgroppata, di contro, assomiglia maggiormente ad un gesto della serie “va a quel paese” puo’ tuttavia anche essere di semplice allegria così come causata da problemi di schiena per questa ragione quando diventa un vizio eccessivamente ripetuto penso non sia sbagliato consultare un veterinario. Una piccola raccomandazione tecnica vorrei comunque darla: quando comprendete che potrebbe sgroppare non permettete mai al cavallo di “giocare” troppo con la testa magari chiedendovi redine od abbassandola in maniera eccesiva perchè se la sua testa rimarrà alta, con un buon assetto, riusciremo a stare in sella ma se gli permetteremo di portarci in avanti chinando il collo non avremo speranza di stare su.
Tante sono poi ancora le situazioni di pericolo che si possono creare molte delle quali soggettive. Con cavalli decisamente competitivi, ad esempio, dovremo poter immaginare che il fatto di trovarsi in gruppo potrebbe rappresentare una situazione potenzialmente difficile da gestire così come, sempre rappresentandoci situazioni soggettive, potremo, conoscendolo bene, prevedere cosa possa spaventarlo, intimorirlo o terrorizzarlo.
Il consiglio finale è sempre quello di conoscersi bene prima di avventurarsi magari da soli per boschi o foreste perchè penso che siano davvero pochi coloro i quali abbiano quello che io chiamo “il dono in piu’ ” e che possano permettersi di montare su un cavallo mai prima incontrato ed andare a prendere il caffe’ con lui al bar…
Ne conosco solo uno, Enzo Pisciuneri, al quale auguro di ritornare in sella il piu’ presto possibile perchè il mondo dei cavalli ha bisogno di lui.
[AUGURI ENZO!]