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Home›Senza categoria›Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: “non mi è mai successo” a curda di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: “non mi è mai successo” a curda di Mario Catania

By admin
4 Novembre 2017
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Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: “non mi è mai successo”

a cura di Mario Catania

Oggi parlavo con un mio amico appassionato di equitazione ma, di professione, pilota di auto da corsa; Marco mi ha sollevato un’obiezione, francamente non da poco e difficile da trascurare per uno come me che ha fatto delle ricerche sulla sicurezza una seconda professione. “La formula 1 e la Moto Gp rappresentano l’eccellenza degli sport automobilistici e la rappresentano anche nella costante ricerca dei migliori strumenti atti a proteggere i piloti in caso di impatto. Per certo chi guida un’automobile o una moto in un circuito, non avrà, davanti a sè, in caso di caduta o incidente ostacoli presenti invece nella vita di tutti i giorni ma la ricerca della sicurezza non per questo passa in secondo piano. Tutto ciò ha portato allo sviluppo di tecnologie che sono state messe a disposizione dei normali motociclisti, come dire: l’eccellenza studia, inventa, costruisce anche a favore della normalità…basti vedere cosa è accaduto per il famoso collare hans, quello, per usare parole semplici, che blocca il collo in caso di urto, studiato da e per la Formula 1 ed utilizzato poi, anche nelle formule minori. Nel mondo dell’equitazione, invece il pardosso è duplice poichè i sistemi di sicurezza esistono a prescindere dall’utilizzo da parte delle eccellenze e, proprio queste che potrebbero e dovrebbero unicamente fare da testimoni a favore magari di ragazzi che si approcciano all’equitazione, sembrano guardare con il sorriso dell’inutilità meccanismi che , di contro, dovrebbero fortemente appoggiare”….Impossibile confutare questa obiezione! Nei giorni di Piazza di Siena faceva molto caldo e parecchi atleti erano in maglietta, davvero sarebbe costato loro molto poco indossare un gilet airbag ma nessuno lo ha fatto, altri erano in giacca, per questi non posso avere la sicurezza poichè esistono anche delle giacche con airbag incorporato e non posso essere certo che nessuno le indossasse…Ciò di cui posso essere sicuro, tuttavia, è il fatto che non esista un regolamento per il quale in concorsi di tale importanza i cavalieri e le amazzoni debbano, oltre al casco, indossare giubbetti protettivi e staffe di sicurezza. Dopo la morte di Ayrton Senna lo studio sul collare Hans è stato accelerato e lo stesso reso obbligatorio ma dopo la morte di Oscar Medaglia, rimasto staffato e colpito dal suo cavallo spaventato, nessuno, negli alti livelli, ha pensato nemmeno di consigliare l’uso di staffe antistaffatura.
La domanda è: ma perchè?
Perchè rifiutare di proteggersi?
Perchè rifiutare di essere un esempio?
La risposta è: perchè tanto non capiterà mai a me! E già signori, questo è il punto:tutti leggiamo giornalmente di Tizio che non è tornato a casa per un incidente in moto ; di Caio che è rimasto sull’asfalto con la sua bici; di Sempronio che ha subito un grave trauma cadendo da cavallo ma… a noi, no! A noi non succederà mai! E allora perchè dovrei proteggermi? Bene, nella piu’ assoluta speranza che quanto elencato mai succeda piu’ ad alcuno la risposta è semplice: per dare l’esempio.
Un campione di salto, un istruttore, un campione di dressage sono visti con gli occhi dell’ammirazione non solo dai ragazzini ma anche dagli adulti e, nella consapevolezza che certi sistemi di protezione esistono, sarebbero proprio loro a dover mettere per primi la faccia. Se un istruttore o un campione rideranno di chi indossi un gilet airbag, un casco, delle staffe di sicurezza anche i loro allievi o i loro fans faranno altrettanto e, magari, tra questi, vi sarà quello che, un giorno, avrebbe potuto ringraziare il fatto di averli indossati.
Signori miei, rendiamoci conto che questo è lo sport che, dopo il paracadutismo, statisticamente, è considerato il piu’ pericoloso quindi ancora di piu’ dell’automobilismo e del motociclismo: sarebbe allora sbagliato pensare che sia la Federazione stessa a dover mettere dei paletti? In the country of the blind the one-eyed man is king! Mi è anche capitato di sentirmi dire ” io non indosso giubbotto o staffe di sicurezza tanto so che se cado batto le gambe”. Beh…almeno questa persona indossa il casco ma davvero dubito che si possa sapere come e dove si batta quando si cada. Alla fine stiamo poi anche parlando di giubbotti, caschi, staffe anche, se vogliamo, fashion che possono diventare “accessorio” oltre che strumento di sicurezza… personalmente trovo utilissimo il fatto di potere parlare in vivavoce col mio cellulare dal giubbotto airbag e questo, vi garantisco perchè l’ho testato, è possibile! Una runione di lavoro mentre sono a cavallo? Perchè no? Scendo, la tengo a mano e mentre cammino con lei parlo senza avere l’ingombo di dovere tenere con la mano libera il telefono!

 

Un Cavallo In Famiglia
Pubblicazione quotidiana registrata presso il Tribunale di Milano il 26.04.2017 al nr 153

 

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