Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini “L’IMPENNATA” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini
“L’IMPENNATA”
di Mario Catania
Prima di affrontare l’argomento “impennata” vorrei aggiungere un particolare che un’amica, esperta amazzone, mi ha fatto, giustamente, notare: nell’articolo precedente, quello riguardante le procedure corrette da mettere in atto allorquando un cavallo voglia prenderci la mano,ho scordato di parlare dell’assetto. Ho menzionato il fatto di dover tenere salde le redini, ho ricordato come il nostro equilibrio sia dato dalle gambe ma, proprio perchè mi stavo rivolgendo soprattutto alla fascia dei, per così dire, cavalieri meno esperti, avrei dovuto ricordare che il segreto di tutto sta nell’assetto: non basta tenere le redini, non basta essere saldi di gambe ma dobbiamo portarci il piu’ possibile indietro con il busto in modo tale da contrastare l’azione del cavallo. Avevo dimenticato questo particolare o, meglio, l’avevo sottovalutato nella convinzione che fosse implicitamente legato all’azione sulle redini ma, giustamente, mi è stato fatto notare che un neofita o, comunque un cavaliere non così esperto, per prima cosa tenderebbe a buttarsi sul collo del cavallo…. Detto e rettificato ciò vorrei soffermarmi sull’impennata, un gesto non brutto, in fondo. Personalmente reputo molto piu’ scortese nei nostri confronti e sintomo di poca sopportazione del cavaliere, la sgroppata la quale, a meno che sia una… e di allegria, la considero un po’ una sorta di “vaff” verso l’umano. L’impennata, di contro, è solamente una richiesta un pò ferma, un “lasciami andare”ma nulla di cattivo; può per certo scaturire, tra l’altro, da uno spavento ma, anche in questo caso, non vi sarebbe alcunchè di negativo nei nostri riguardi. Quale che sia la ragione, vediamo, tecnicamente, come poterla gestire. Innanzitutto si deve ritornare ad uno dei miei primi articoli riguardanti la sicurezza: “prevenire le reazioni” perchè, conoscendo il nostro cavallo, noi possiamo essere in grado di capire quando potrebbe avere una reazione scomposta , nel caso, neutralizzarla. Qualora sentissimo, ad esempio che si stesse scaldando oltremodo, magari per il passaggio di altri cavalli, potremmo metterlo in circolo prima che provi ad alzarsi, in questo modo gli avremmo, per così dire, tarpato le ali. Se, tuttavia, il nostro cavallo dovesse comunque impennarsi la corretta procedura potrebbe dividersi in cinque fasi: lasciarlo morbido in bocca, spostare il nostro asse collo/testa da una parte, contrastare la sua salita con il nostro busto e la spalla opposta allo spostamento del collo, tenerci fermi sulle gambe ed, una volta che sia nuovamente sceso, riprenderlo immediatamente con le redini. Dovremmo lasciarlo morbido in bocca poichè, se durante la sua impennata, noi ancora lo tirassimo, otterremmo l’effetto di farlo alzare ancor di piu’ fino a farlo, magari, anche pericolosissimamente ribaltare con noi sopra; spostare il collo e la testa per evitare che con il suo collo, salendo, ci colpisca magari rompendoci il naso; questa seconda azione va di pari passo con il buttarsi di peso, con la spalla opposta al nostro spostamento ( se abbiamo mosso l’asse collo/testa verso destra, sarà la spalla sinistra e viceversa) sul collo del cavallo quasi a spingerlo fisicamente in giu’; le gambe, come sempre, rimarranno la nostra salvezza mentre dovremo stare pronti a raccoglierlo nuovamente appena avrà ripreso l’assetto corretto. Dobbiamo essere coscienti del fatto che, il vero pericolo in una situazione del genere sia quello che esageri capottandosi con noi sopra rischiando così di schiacciarci nella caduta, per questo motivo il mollare la tensione in bocca ed il contrastare la salita con il nostro stesso peso sono fondamentali. Se il cavallo dovesse avere, tuttavia, il vizio di impennarsi potrebbe essere utile l’utilizzo della “martingala”.