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Home›Senza categoria›Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: “la vaccinazione antitetanica.” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: “la vaccinazione antitetanica.” di Mario Catania

By admin
4 Novembre 2017
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Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: “la vaccinazione antitetanica.”

 di Mario Catania

E’ di questi giorni la fervida discussione riguardante le vaccinazioni.
Ritengo che, per chi sia a contatto con i cavalli, non sia da sottovalutare quella antitetanica. Vediamo innanzitutto chi sia il responsabile di questa malattia: un batterio denominato Clostridium tetani che si puo’ trovare sotto forma vegetativa o di spora. La forma vegetativa sopravvive nell’intestino degli animali ma ha una limitata resistenza all’aria mentre le spore, espulse con le feci, possono persistere nell’ambiente esterno per anni. Il tetano non si trasmette da persona a persona ma puo’ insorgere da ferite banali, minimerrime lesioni, fosse anche solo il sanguinamento di un’ unghia la quale possa venire contaminata dalle spore.
La tossina tetanica, una volta fatto il suo ingresso nell’organismo, andrà ad attaccare il Sistema Nervoso centrale e quello Linfatico : da qui inizierà ad intaccare e compromettere la trasmissione degli impulsi inibitori a livello delle sinapsi causando contrazioni e spasmi. Il periodo di incubazione varia da tre a ventun giorni e puo’ dipendere dalla distanza che intercorre tra la lesione d’ingresso ed il Sistema Nervoso Centrale. Sfatiamo a questo punto un mito: il fatto che una ferita con un oggetto arrugginito debba essere causa di contagio. Non è la ruggine di per sè ad essere pericolosa ma, se l’oggetto arrugginito è stato contaminato, essa rappresenterà un veicolo di trasmissione ancor piu’ pericoloso. Il vaccino è costituito da un’anatossina, ossia dalla tossina tetanica trattata in modo da perdere la sua tossicità mantenendo, tuttavia, la capacità di stimolare la produzione di anticorpi protettivi. La durata del vaccino è di dieci anni. La tossina è estremamente potente tanto che la quantità letale per l’uomo è di circa sette milionesimi per milligrammo ed è capace di resistere all’ebollizione per 15/90 minuti oltre a disinfettanti quali la formaldeide, fenolo ed etanolo.
Le contrazioni muscolari iniziano solitamente dal capo progredendo poi verso il tronco e gli arti; un caratteristico sintomo iniziale è il trisma, la contrattura del muscolo massetere, che conferisce al volto del paziente un aspetto caratterizzato dal cosiddetto riso sardonico. Anche le punture di spina di rosa possono essere altamente infettive proprio a causa dell’abitudine di concimare questi fiori con concime di cavallo. Non voglio certo dilungarmi in spiegazioni “mediche” che non mi competono, credo , comunque, per la mia rubrica sia sufficiente ammonire noi tutti che viviamo a contatto con i cavalli, del fatto che la vaccinazione sia oltremodo necessaria. Per i patentati Fise o Sef Italia lo è per certo ma reputo dovrebbe esserlo per chiunque. La vaccinazione è obbligatoria nei primi mesi di vita ed il richiamo dura dieci anni. E’ altresì obbligatoria per le seguenti categorie di lavoratori: sterratori, minatori, fornaciai, operai e manovali addetti all’edilizia e ferrovie, fantini, conciatori, sorveglianti ed addetti alla preparazione delle piste negli ippodromi, spazzini, pastori, lavoratori agricoli, metalmeccanici e metallurgici, perai addetti alla manipolazione di immondizie, operai addetti alla fabbricazione di carta e cartoni, lavoratori del legno, allevatori di bestiamo, stallieri, cantonieri, stradini, asfaltisti, straccivendoli, marittimi e lavoratori portuali.
Forse sarebbe miglior cosa rendere tale vaccinazione fortemente consigliata a tutti coloro che interagiscano, anche occasionalmente, con i cavalli. Per tornare nel nostro mondo, poichè, a conti fatti, non vi è l’obbligo di attestato alcuno per poter montare o acquistare un cavallo ed essendo palese come anche un soggetto assolutamente privo di titoli possa “vivere” a contatto con questi splendidi animali, reputo che, almeno la conoscenza dei rischi e la possibile eliminazione degli stessi, siano il miglior viatico verso uno sport sicuro.
Purtroppo piu’ mi occupo di sicurezza piu’ capisco come si viva nella terra di nessuno, per carità, non solo nell’ambito dell’equitazione ma la domanda è: perchè laddove sia sufficiente una minima regolamentazione non si possa intervenire? Io stesso, lo ammetto, mi sono avvicinato a questo argomento per caso, così…pensando ad un articolo nuovo sulla sicurezza! Ho letto qualche manuale e poi la mia attenzione si è soffermata sulla vaccinazione antitetanica. Ho chiesto ad amici che ringrazio, ho cercato su testi di medicina, mi sono confrontato con medici e sono arrivato a conoscerlo un po’ di piu’. Scrivendo mi sono reso conto anche io, strada facendo, come il rischio non fosse quello che immaginavo: tagliarmi magari con un chiodo, un ferro arrugginito o quanto altro…si, anche! … Ma fosse molto piu’ subdolo e si potesse nascondere in un’unghia sanguinante che mi sporcavo pulendo il box della mia cavalla. Il richiamo per il tetano è obbligatorio dagli 11 ai 15 anni…non sarebbe forse piu’ opportuno estendere quelle famose categorie anche ai “cavalieri ed amazzoni in generale” comprendendovi chiunque, anche occasionalmente, frequenti dei maneggi? Signori…”solo sessantadue” in Italia nell’ultimo anno ma…di tetano si puo’ morire! Prendo il discorso dalla coda ma vorrei porre una riflessione. Le abilitazioni o patenti, come detto, presuppongono la richiesta della vaccinazione: forse anche per questa ragione non sarebbero così inutili se rese obbligatorie. Una semplice abilitazione alla monta richiesta per chi frequenti in maniera non occasionale i maneggi e,quindi sia, magari, possessore o detentore in fida o mezza fida di cavalli, potrebbe già rappresentare un primo passo. Certamente gravare gestori o proprietari di maneggi dell’incombenza di chiedere a chiunque si presenti, anche solo per una passeggiata, il certificato di vaccinazione oppure lo scarico di responsabilità sarebbe eccessivo ma nel caso di assidui frequentatori delle strutture i quali siano, appunto, proprietari o abbiano in fida gli animali, l’obbligo mi sembra tutt’altro che fuori luogo.
Vorrei fosse possibile eliminare la dicotomia amanti dell’equiatzione vs amanti della sicurezza poichè il primo mondo ha davvero bisogno della seconda figura per porsi ed imporsi come realtà sportiva e culturale. Chiediamo piu’ regolamentazione per il nostro sport per conferirgli maggiore autorità.

 

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