“Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: “la sicurezza di Mario” a cura di Mario Catania

“Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: “la sicurezza di Mario”
a cura di Mario Catania
Scrivendo per UCIF riguardo alla sicurezza, mi è nata una specie di deformazione professionale la quale mi obbliga a buttare l’occhio su particolari che, magari, in altri tempi non avrei notato: parlo di accadimenti avvenuti in passeggiate o in scuderia, alcuni causa, di incidenti gravi, altri, fortunatamente, di tragedie scampate. In questo articolo sulla sicurezza vorrei proporre una riflessione su quelle che possono, all’apparenza, sembrare piccole disattenzioni ma che, in realtà, potrebbero tramutarsi in pesanti difetti di attenzione causa di pericolosi incidenti o traumi.
Tutti noi sappiamo quanto stia a cuore ad “UCIF” il discorso “Casco” ma troppo spesso, a mio avviso, si sottovaluta un fattore essenziale: la qualità dello stesso. Quando si acquista un Casco è importantissimo assicurarsi che sia conforme agli standard di sicurezza stabiliti dalle norme federali, che calzi perfettamente al capo e che venga allacciato correttamente. Per la medesima ragione sarebbe consigliabile evitare di acquistare kep usati dei quali nessuno potrebbe effettivamente garantirci il fatto che siano integri ed idonei all’uso.
Allo stesso modo, ricordandoci che, sebbene stiamo magari partendo per una passeggiata, quello che pratichiamo è pur sempre uno sport ed anche tra i piu’ pericolosi, sarebbero da evitare alcuni oggetti che quotidianamente portiamo e dei quali, spesso, sottovalutiamo la potenziale pericolosità quali occhiali di vetro, collane, orecchini troppo lunghi …un semplice ramo che ci colpisse o nel quale ci agganciassimo potrebbe infatti causarci conseguenza di una gravità assoluta.
Tenendo a cuore la nostra vista dovremmo poi ricordarci di mantenere una distanza adeguata dal cavallo innanzi al nostro in terreni pietrosi o ghiaiosi poichè, e qui parlo per esperienza personale, una minuscola pietrolina che parta dal destriero che ci precede, lanciato magari al galoppo, puo’ essere ingrado di causare, nella migliore delle ipotesi, gravi fastidi e, nella peggiore, lesioni permanenti ai nostri occhi.
Un pensiero mi viene spontaneo rivolgerlo poi al “cellulare”, fonte di distrazione tanto alla guida quanto in sella: questo è per certo un argomento che puo’ riguardare chi, come il sottoscritto, vive l’equitazione come un viaggio, una passeggiata, una gita. Bene, mi capita spessissimo di notare in ragazzi e ragazze ma anche negli adulti, l’abitudine di messaggiare, rispondere a mail, telefonare mentre si è in sella: ricordiamoci, allora… sempre, che quello con il quale ci stiamo rapportando non è un mezzo inanimato insensibile a quanto accada all’esterno ma un essere vivente che, proprio come noi, per quanto ci sia fedele e ci ami piu’ di qualsiasi altro amico umano magari, può spaventarsi, inciampare e distrarsi.
Vi chiedo di credermi se vi dico che, almeno il cinquanta per cento degli incidenti a cavallo in passeggiata sono dovuti a difetti di attenzione di questo tipo ma una cosa ho visto fare alcune volte e davvero mi terrorizza: ho visto spesso cavalieri ed amazzoni, al trotto od al galoppo, non rallentare alla presenza di un ramo, delle foglie o quanto altro si presentasse loro di fronte piegandosi da un lato per evitarli. Bene, signori, forse questa azione sarà stata anche parte di qualche scena di film ma nella realtà è di una pericolosità davvero assoluta: il rischio che la sella si giri e che il cavaliere rimanga staffato sotto la pancia del cavallo è, infatti davvero alto! Alla presenza di un ostacolo sarebbe sempre corretto rallentare e, se possibile superarlo piegandosi in avanti, altrimenti la manovra corretta è quella di scendere senza tentare imprese da circo oltremodo pericolose. Avendo parlato del rischio di “rimanere staffati” vorrei riproporre un argomento che ho toccato, credo, nel mio primo articolo su questa rubrica: le staffe di sicurezza, per me insieme al kep, in assoluto, il piu’ importante ed irrinunciabile elemento di sicurezza in sella.
Last but not the least, “attenzione” reputo significhi anche scelta dei propri compagni di uscita poichè troppi sono coloro che, seppur bravi o discreti in sella, poco conoscono e rispettano la cultura del mondo equestre: ricordo sempre con rammarico una signora che teneva il cavallo al maneggio del mio amico Luigi la quale, per ben due volte, uscendo in passeggiata con gente icauta, per usare un eufemismo, ebbe altrettanti gravi incidenti nell’ultimo dei quali, dopo aver rischiato di rimanere schiacciata dal cavallo e, portata via in elicottero con numerosi traumi interni, dovette, costretta dalla famiglia, vendere il suo amico. Bene, i fenomeni con i quali si accompagnava l’avevano convinta a galoppare in discesa tra i sentieri delle nostre colline…cosa che, personalmente, non mi permetterei di fare nemmeno a piedi. Il punto è che troppo spesso si sottovaluta la componente “essere vivente”: un cavallo vedendo altri partire puo’ voler andar loro dietro, vedendosi superato puo’ voler rincorrere, sentendosi il fiato sul collo di qualcun altro puo’ volersene liberare con un calcio! Quindi, a volte, come si suol dire…meglio soli che male accompagnati.
Il nostro non è “solo” uno sport ma una filosofia di vita e, come tale, nulla di essa va lasciato al caso: dotazioni di sicurezza, loro funzionamento, variabili esterne, cavallo…ogni particolare deve essere curato meticolosamente, solo così non saremo un pericolo per noi stessi e per gli altri.