“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: La prudenza non è mai troppa” di Mario Catania
“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: La prudenza non è mai troppa”
di Mario Catania
Vorrei iniziare questo mio piccolo intervento porgendo i migliori “in bocca al lupo” a Valentina Truppa senza scordare cosa le sia successo solo qualche mese fa: un’amazzone tanto esperta da rappresentarci alle Olimpiadi, in sella ad un cavallo altrettanto fuori dal comune, a causa di un qualcosa che lo ha spaventato mentre lei tutto si sarebbe potuto aspettare fuorché quella reazione ed era per certo concentrata sull’esercizio da proporre, per una banale caduta, una delle nostre “bandiere” appunto ha rischiato la vita.
Traggo spunto da questo per lanciare un monito verso tutti quei guru e/o santoni che propongono i cosiddetti esercizi di fiducia pensando che “passare sotto ad un cavallo”, “sdraiarsi sopra senza redini nè morso dormendo con lui” e quanto altro rappresentino esempi di simbiosi piuttosto che di un rischio spesso mal calcolato perchè la vera “simbiosi”, a mio parere, si ha solo quando l’uno ha coscienza dell’altro! Per questa ragione ritengo molto piu’ degno della parola fiducia il fatto di rispettare l’indicazione del proprio cavaliere in un momento di panico nel quale, pero’, il nostro destriero ha anche solo un istante per ragionare se sia meglio darsi alla fuga od ascoltare i nostri consigli. Lo scarto improvviso, il sobbalzo, lo scatto dovuto ad uno spavento sono, invece, sempre da considerare possibili e se riescono ad avere una potenza tale da disarcionare una campionessa olimpica mi chiedo quali terribili risultati potrebbero ottenere su di un ragazzo magari inesperto che beatamente si rilassi sul proprio cavallo. Parlo, purtroppo, con cognizione di causa poichè nella mia scuderia ho tutti i giorni sotto gli occhi l’esempio di una ragazza la quale ha perso l’uso di una gamba proprio per dare ascolto ad una di queste voci che predicano il lasciarsi andare al tutt’uno con l’animale senza pensare che, così come lo possiamo fare noi, magari nel sonno, anche lui possa muoversi senza volerlo ma con una massa dieci volte superiore alla nostra: nel caso in specie lei stava senza sella, senze redini e senza morso quasi addormentata su di lui quando un rumore forte ed improvviso lo fece spaventare…et voilà, tragedia consumata. Bene, facciamo un esempio molto terra a terra, quello del rapporto di una mamma con il suo bambino: quale maggiore protezione? Eppure, dormendo vicini, la madre potrebbe involontariamente, anche solo girandosi, colpire il suo pargolo oppure, portandolo a spalle per un sentiero, inciampare o spaventarsi per qualcosa: ora…se a dormire a fianco del bimbo sta la sua mamma di cinquanta chili mentre lui ne pesa magari trenta il danno causato da un brusco ed involontario movimento potrà essere irrilevante ma se vi fosse un cavallo di sei quintali capite che lo stesso atto produrrebbe conseguenze estremamente differenti. Non scordiamoci mai che stiamo parlando di un essere vivente come tale con emozioni, paure, spaventi e quanto altro ed, esattamente come possa accadere a noi, alcuni di essi sono controllabili altri molto meno ed assolutamente istintivi od incondizionati. La fiducia si crea nella consapevolezza, nel rapporto quotidiano, ma anche nella possibilità di consigliare l’uno all’altro l’azione da compiere od il comportamento da tenere; se noi rinunciamo a questa opportunità lasciandoci convincere che l’entrare in simbiosi significhi unicamente comportarci come fossimo uno del branco ricordiamoci solo che la differenza di stazza fa si che una spallata ad uno del branco non causi danni e magari nemmeno lo sposti di un centimetro ma rivolta a noi potrebbe risultare letale. E’ semplicemente un discorso di dimensioni non di bontà o cattiveria d’animo.
Nella vita quotidiana di scuderia si osservano mille e mille comportamenti incauti dei quali a farne le spese, alla fine, sarà il cavallo che tanto amiamo il quale…con un calcio avrà ferito un bambino, che con una testata avrà fatto male ad una donna, che con uno scatto improvviso avrà ferito lo stalliere… Ricordiamoci allora che certi comportamenti sono naturali quanto per noi grattarci la testa od allontanare un insetto ma se non teniamo conto delle reciproche dimensioni il danno sarà sicuramente importante. Un’ ultimo appunto ancora a chi sostiene sia bello stare sul proprio cavallo senza testiera nè redini nè morso…Si bellissimo ma rammentiamo i tempi di reazione: ad un’improvviso scatto del cavallo, se io ho le redini in mano basterà una frazione di secondo per comunicargli il mio stop che, a voce, verrà recepito molto piu’ lentamente e con minore intensità. Non corriamo inutili rischi a favore di esercizi che altro non fanno che danneggiare noi e loro: si perchè quando il fattaccio accade, anche la loro sorte, senza di noi, è a rischio…e questa dovrebbe essere la prima preoccupazione di un vero cavaliere.