Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini “LA PENNA NON SI VENDE” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini
“LA PENNA NON SI VENDE”
di Mario Catania
C’è chi sostiene che scrivere sia qualcosa legato unicamente alla sfera professionale, asettico: presento un’idea che devo essere in grado di difendere ed argomentare oggettivamente, nulla piu’. Queste persone considerano la scrittura non per quello che realmente sia poichè la reputano uno strumento prima che un’arte. L’ars oratoria, invece, benchè lecitamente strumentalizzata a qualsivoglia fine, sia esso rappresentato dall’aula di un tribunale o dalla platea di un congresso, non prescinde, a mio avviso, dal cuore, dall’anima di colui che la esprime. Nel corso della mia esperienza di Labor sono rimasto basito da come ragazzi o ragazze magari non molto dotate a livello, definiamolo tecnico, siano riusciti a buttare il cuore oltre l’ostacolo producendo scritti affascinanti mentre allievi molto promettenti, messi di fronte ad argomenti poco sentiti siano scivolati nel banale. Tutto questo altro non ha fatto che confermare una mia tesi, sostenuta anche in ambito professionale: quella secondo la quale chi sia capace di scrivere senza metterci il cuore, abbia una marcia in piu’ ma tre in meno… E si! Una marcia in piu’ poichè riesce a scrivere anche laddove chi lo faccia di cuore non possa arrivare ma, di contro, non avrà mai la capacità di toccare le corde giuste, quelle che qualunque uomo, fosse anche un Giudice in Tribunale, umanamente possiede. Unisco, a questo punto, la mia professione con la mia passione: lo scrivere con l’equitazione. Il cavallo è una spugna che assorbe qualsivoglia nostra insicurezza, qualunque nostro disagio così come la penna è un mezzo capace di palesare all’esterno la nostra anima. Non montate mai per liberarvi da uno stress, avvicinatevi al cavallo con cuore e mente puliti! Allo stesso modo non vendete mai la vostra penna alla convenienza spendendovi, magari, in cause nelle quali non credete sarete disarcionati e scaricati. Qualche giorno fa parlai con una persona che mi disse, lo ricordo bene….”io potrei avere tutti i problemi del mondo poi salgo a cavallo e sarei capace di fare qualunque cosa”.. Se un ragazzo di Labor mi dicesse lo stesso della scrittura gli risponderei che non ha capito alcunchè dell’arte di scrivere, così come la persona in questione nulla ha compreso dell’equitazione: chi sostenga che “scrivere sia liberarsi” puo’ smettere di farlo perchè scrivere non significa liberarsi ma esprimersi, due concetti molto diversi! Per liberarsi non occorre essere compresi nè tantomeno comprensibili, per esprimersi si! Per condividere la propria energia con quella di un cavallo non dobbiamo pensare di liberarci ma di renderci comprensibili: non chiediamo loro di assorbire il nostro malessere ma di comprenderlo. Quindi…montare col cuore e scrivere col cuore o montare con la tecnica e scrivere con la tecnica? Manca una parola…”solo”Non si monta nè si scrive solo con il cuore o solo con la tecnica …a meno di essere dei cavalieri a metà e degli scrittori a metà!