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Home›Senza categoria›Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: ” LA PATENTE DI GUIDA” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini: ” LA PATENTE DI GUIDA” di Mario Catania

By admin
4 Novembre 2017
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Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini
LA PATENTE DI GUIDA
di Mario Catania

 

Tempo fa scrissi un articolo intitolato “Il cavallo giusto” e venni attaccato da chi fraintese il mio assoluto e profondo amore per i trottatori ed i purosangue: eppure io continuo a sostenere che esista un “cavallo adatto” ad ogni esigenza…un po’ come possa esistere un compagno/amico diverso di avventure diverse. Reputo che lo spingere al limite qualsivoglia mezzo di locomozione, auto, moto, bicicletta, sci e quanto altro debba essere una prerogativa di chi lo faccia in percorsi riservati privi di ostacoli, dotati di vie di fuga, protezioni e via dicendo. Personalmente, dopo aver dedicato parecchi anni della mia vita a correre con le macchine, non mi permetterò mai di spingere nemmeno lontanissimamente ai bordi del limite un’ auto in strada. Facciamo, allora, un passo indietro per ricontestualizzare questo articolo al mondo equestre e ad un altro mio passato intervento riguardante le patenti o abilitazioni alla monta: puo’ essere logico che Tizio il quale non abbia alcuna contezza del come ci si comporti con un cavallo possa andare, in ipotesi, all’ippodromo ad acquistare un galoppino o un trottatore senza poi minimamente sapere cio’ che queste macchine da corsa perfette necessitano ma, soprattutto ricercano? E’ storia nota a tutti come questi cavalli siano piu’ facilmente acquistabili rispetto ad altri terminato il loro percorso nelle piste e questo perchè? Perchè sono macchine da corsa molto ma molto calde abituate sin dai primi anni di vita a dover raggiungere colui o colei che sta loro davanti,cavalli ferrati molto finemente e che staccano in maniera quasi millimetrica i piedi da terra. Parliamo di una Formula Uno!… Ma le monoposto non possono essere guidate da tutti ed, allo stesso modo, questi cavalli necessitano di gente con esperienza per essere condotti. Io non ho mai guidato una moto tranne un cinquantino Malaguti quando avevo diciassette anni poi mollato appena ho potuto avere una macchina, bene: se io domani andassi nel piu’ bel concessionario Ducati di Torino ed acquistassi il miglior gioiello della collezione non sarei forse un imprudente? L’unica mia salvezza sarebbe quella che dei vigili mi fermassero e me lo sequestrassero prima che io lo schiantassi con me sopra contro qualche muro: sono un presuntuoso che ha guidato una motoretta venticinque anni fa e che crede di poter essere capace di condurre una moto vera oggi. Signori, credetemi, per il bene nostro e dei nostri animali anche nell’equitazione soprattutto per chi esce magari da solo o, comunque, anche se in compagnia, fuori dalle mura di un maneggio, occorrono delle abilitazioni che certifichino che il soggetto sia in grado di condurre un cavallo. Credo che dovrebbe essere proprio l’organo ufficiale a stabilire chi le possa concedere e con quali modalità, questo non è per certo compito mio, io mi limito a riflettere sul fatto che nessuno possa circolare in macchina o moto, navigare in barca a vela o motoscafo, volare in elicottero o aereo senza un’attestato che ne dichiari l’abilità. Negare la necessità di una regolamentazione in tale senso significa declassare il nostro sport…in bicicletta ci sappiamo tutti andare ma una moto non la puo’ guidare chiunque e così non tutti possono portare un cavallo. Un’ultima riflessione. Chi esce ormai da tanti anni con il proprio cavallo potrebbe essere infastidito da questa mia presa di posizione ma…attenzione: non mi faccio male solo se con la mia moto vado fuori strada ma anche se un incauto motociclista sbanda e mi centra magari mentre sto facendo una corsa a piedi ai lati della strada. Io credo che questo nostro mondo andrebbe completamente resettato. Dotazioni di sicurezza, abilitazioni, regolamentazioni, limitazioni dovrebbero e potrebbero dare un contributo fattivo a patto che, qualcuno lassu’, si decida a considerare la questione con serietà. Chi ama questo che, piu’ che uno sport considero essere una filosofia di vita, non lo abbandonerà mai così come nessun motociclista serio ha lasciato il mondo delle due ruote nel momento in cui il casco è diventato obbligatorio ed allo stesso tempo sarà messo al sicuro da pericoli derivanti da soggetti i quali, con la nostra cultura nulla hanno da spartire.
Attenzione: non sto assolutamente insinuando che, oggigiorno, chi non abbia una abilitazione non sia degno di montare! Per certo, non essendo necessaria, ci sono centinaia di ottimi cavalieri amatoriali che molto hanno da insegnare al sottoscritto ma tra di essi si nascoderà sempre il “fenomeno”…che “tanto è come loro perchè non ha dovuto dimostrare nulla”…Questo signore sarà il pericolo!

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