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Home›Senza categoria›“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: “il tempo speso in sella non è mai tempo perso” di Mario Catania

“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: “il tempo speso in sella non è mai tempo perso” di Mario Catania

By admin
4 Novembre 2017
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“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: “il tempo speso in sella non è mai tempo perso”
di Mario Catania

Non posso rimanere indifferente rispetto a quanto accaduto a Caluso e credo che il problema riguardi “non unicamente la sicurezza degli animali” ma anche quella degli uomini.
Eh si…perché troppo spesso, in nome del denaro, si mette in secondo piano la sicurezza se non, addirittura, a repentaglio la vita! Chi ha avuto modo di seguirmi durante questi mesi attraverso i miei articoli, credo abbia potuto comprendere il mio percorso: fino a circa sei anni fa altro non facevo che lavorare in campo e davvero raramente mi concedevo delle passeggiate. Ammetto che in quel periodo per me l’equitazione fosse uno sport dove si “utilizzava” un essere vivente al quale ho sempre tributato rispetto ma, ai tempi, poco amore. Poi, alla Scuderia Santa Maria di Rivoli, il posto dove andavo ad allenarmi per formare il mio percorso, conobbi quella cavalla pazza, indomabile, ingestibile, pericolosa che mi cambiò la vita. November Rain apparteneva, infatti, a quel maneggio ed aveva la fama della “cavalla killer”: senza tema di smentita posso affermare che il primo giorno in cui io vi salì lei scaricò, dopo diverse sgroppate e con un’impennata che alcuna possibilità lasciava se non quella di “saltare via”, il mio istruttore, un tecnico formatore che qualcuna in vita sua ne aveva vista. Appena alzatosi Massimiliano mi guardò e mi disse testuali parole “sali, accetta solo te”….io mi fidai e, da allora è nata un’amicizia che ha cambiato la mia vita e, certamente, quella della cavalla. Ho iniziato ad uscire, a scoprire che, oltre le mura di un maneggio viveva un mondo fatto di boschi, di piante, di verde di…natura e, forse, quel mondo piaceva anche a lei. Ricordo ancora quando in scuderia, così per gioco, scommettevano sul mio ritorno ogni volta che mi vedevano uscire eppure io sentivo che lei non mi avrebbe tradito e, sicuramente, capiva il bene che le stavo dando…. Perché questo è il punto: personalmente credo che quelli che noi chiamiamo animali siano gli esseri viventi a noi complementari e non esagero, quando sostengo che il cavallo sia lo specchio della nostra anima. Winston Churchill sosteneva che “il tempo speso in sella non è mai tempo perso”, evidentemente quando parlava di “tempo speso in sella” si riferiva, in senso lato, al tempo trascorso con l’animale…. vi siete mai chiesti la ragione per la quale l’ippoterapia o la pet therapy, in generale, siano tra i “farmaci” più efficaci in casi di depressione o per l’assistenza a persone con disturbi pervasivi dello sviluppo quale la Sindrome di Asperger o l’Autismo? Una sola parola, “simbiosi”: il cavallo è quell’animale che unisce l’indipendenza, la sensitività e la scaltrezza di un gatto con la fedeltà assoluta, l’amore, la dedizione del cane ed è per questa ragione che va trattato come un diamante prezioso e mai sottovalutato. Ogni animale ci rispetta in quanto rispettato, ci ama in quanto amato perché anche un cane, se picchiato ingiustamente, prima o poi si ribellerà a noi; quando parliamo di cavalli, parliamo di esseri viventi dalla potenza infinitamente superiore alla nostra e quando parliamo di natura parliamo di luoghi magari lontani da casa e dai possibili aiuti che aguzzini come i gestori del maneggio di Caluso sarebbero pronti a darci come aiuto. Ecco allora che, senza rinnegare la precedente equitazione, nella quale ho avuto maestri sempre attenti al benessere del cavallo, ho deciso di cambiare vita anche a cavallo così come ho fatto nella professione, scegliendo la libertà…. la libertà di un cielo blu, di un prato verde, di un sentiero pietroso. Ma chi comanda quando sono io, piccolo uomo, da solo lontano chilometri da casa con la mia cavalla che pesa più o meno dieci volte me?…. Comanda il cuore, il rispetto, la dignità, la consapevolezza del fatto che dipendiamo l’uno dall’altra e che io, con lei contro, sarei morto ma che lei, senza di me, potrebbe facilmente trovare la medesima fine…in una parola: intelligenza! Eh sì, signori miei, perché non dobbiamo vergognarci di usare questo termine con il mondo animale anche perché, se lo facessimo, significherebbe che lo dovremmo codificare unicamente secondo i nostri canoni ma quanti tipi di intelligenza conosciamo? C’è chi sostiene che “memoria” non significhi intelligenza eppure il grande Vittorio Gassman sosteneva che “la memoria fosse una forma di intelligenza”: chi ha ragione? Se torniamo all’etimologia della parola giungiamo al latinismo “intelligere” che significa capire, comprendere: si può comprendere da un suono, da un odore, da un rumore…vorrei, allora, si smettesse di polemizzare sul “se” dell’intelligenza animale parlando, più utilmente, di “quale genere di intelligenza essi sviluppino”. Non sono andato fuori tema anche se qualcuno lo potrebbe pensare…volevo arrivare proprio qui…a dire basta a chi sostenga che negli animali esista solo l’istinto: ed, allora, il cerchio si chiude. Se saremo in grado di trasmettere loro la nostra presunta umanità, se saremo in grado di rispettarli come esseri viventi, se saremo in grado di rispettare la loro dignità ecco che avremo trovato gli amici più fedeli che mai avremmo solo potuto immaginare ma se li violenteremo, li umilieremo, faremo loro del male avremmo creato un nemico tanto più forte di noi e della nostra presunta superiorità. Non voglio, con questo cadere in discorsi mielosi da animalista, io stesso, benché cerchi di limitarne il consumo, mangio carne ma vorrei fare mia una frase del mio grande amico, e forse qualcosa di più per me che non ho fratelli, Luigi Aghemo “io mangio carne, mi capita di uccidere un maiale o una gallina ma li faccio vivere bene e li rispetto fino all’ultimo”. Questa, credo, sia la civiltà! Perché forse non aveva torto Gandhi quando sosteneva che “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui esso tratta gli animali” perché, senza tema di smentita, avere un cavallo amico piuttosto che uno contro può davvero fare la differenza tra la vita e la morte quando si è liberi nelle campagne! Sicurezza e benessere non sono in realtà separate ma un binomio indissolubile.

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