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Home›Senza categoria›“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: e la sicurezza del cavallo?’” di Mario Catania

“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: e la sicurezza del cavallo?’” di Mario Catania

By admin
4 Novembre 2017
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“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: e la sicurezza del cavallo?’”

di Mario Catania

 

E’ di questi giorni il “caso” di Flogas Sunset Cruise e del suo ….”cavaliere” Kevin Thornton: devo confessare di non avere seguito…di non essere riuscito umanamente a seguire nei dettagli la storia di una tortura che davvero nulla ha di umano nè, a mio modesto parere, di accettabile. Non voglio e non posso entrare nel merito della vicenda, per la quale mi auspico “non solo” la giustizia sportiva ma anche e soprattutto quella ordinaria possano fare il debito percorso. Io vorrei, pero’, chiedere una prova di coraggio a questo “cavaliere”: quella di uscire da solo in una foresta, per chilometri senza alcuno, senza groom compiacenti, magari…. se non il suo cavallo, con un filetto in bocca e nulla piu’. Non parlo per provocare ma per portare ad una riflessione: tutti noi che amiamo questo sport dovremmo, in primo luogo, rispettare noi stessi e la nostra dignità, dignità che perdiamo allorquando crediamo di essere superiori ad un animale, a qualunque specie esso appartenga, solo perchè disponiamo di una frusta, uno sperone o, magari anche di un fucile. Il grande Principe Antonio de Curtis, in arte Toto’, diceva che i cani sono quegli esseri che stanno a metà tra un angelo e un bambino: bene, credo non si sbagliasse affatto ed io, nel mio piccolo, aggiungerei che qualsiasi animale lo sia. Tutti noi cavalieri ed amazzoni dovremmo dal profondo del nostro cuore ricordare la ragione di una sola e semplice parola: binomio. Perchè binomio? Io, con tutta la passione che ho per l’automobilismo, le moto, lo sci e il tennis, non ho mai sentito parlare di “binomio uomo-racchetta”, “binomio uomo-sci”, “binomio uomo-macchina” e, purtroppo, credetemi, per gli appassionati di Formula 1 negli ultimi anni la diseguaglianza appare evidente… la macchina comanda e il Campione del Mondo non è sempre il piu’ forte. Eppure si parla sempre di binomio quando si fa riferimento al cavaliere o all’amazzone e al loro cavallo… vogliamo chiederci perchè? Forse perchè stiamo parlando di un essere vivente il quale, come spesso ho scritto nei precedenti articoli, prova, come tutti noi, paure, ansie, gioie, tristezze, ma soffre anche di malattie, dolori, influenze, febbri e quanto altro possa colpire un vivente anche se da alcuni considerato inferiore perchè, ahimè, non umano. Proviamo allora a riunire nel bene quanto sostenevano due grandi, forse i piu’ grandi dell’equitazione italiana, i fratelli Piero e Raimondo d’Inzeo: l’uno fautore della tesi secondo la quale il cavallo fosse unicamente uno strumento da comandare, l’altro sostenitore dell’idea opposta, quella cioè che un cavallo si governa con il cuore e lo si deve conoscere a fondo prima di potersi permettere certe concessioni. Due immensi campioni e due concezioni quasi opposte: forse allora è così assurdo pensare che la verità stia nel mezzo? In questi giorni ho aperto una Scuola di Scrittura presso l’istituto Sociale dei Padri Gesuiti di Torino dove ho studiato dalle elementari al liceo; mi sto confrontando con ragazzi di varie età e, per me che non ho figli, questa è un’esperienza nuova e speciale. Sapete cosa mi capita spesso di pensare? Che con i bambini, così come con gli animali, bisogna “saperci fare” bisogna “saperli prendere” ed è da questo pensiero che ho creduto di potere unire le concezioni di Piero e Raimondo d’Inzeo: mai credersi superiori, sempre pensare di poter dare e poter ricevere, sempre rispettare i mondi diversi e mai, dico mai, usare la violenza. Un’ultimo pensiero lo vorrei rivolgere usando una piccola analogia: chi ha mai riflettuto su quanto difficile possa essere la professione del Medico Pediatra? Pensate: avere a che fare con minuscoli malati indifesi che nemmeno possono, il piu’ delle volte, racconatre i loro disturbi, indirizzare sui loro mali… non viene forse naturale il parallelismo con un veterinario, quando diciamo manca loro solo la parola? Kevin Thornton non si sa ancora bene quale cavallo abbia torturato nè se il cavallo torturato sia morto per le percosse o solamente di paura. Tuttavia sappiamo con certezza che ha torturato un essere vivente e questo è sufficiente, a mio avviso, per ritenerlo un folle da escludere da qualsivoglia palcoscenico internazionale e non. Per non concludere con il Male, poichè chiunque tocchi un animale indifeso od un bambino altro non è che questo, vorrei chiosare con un saluto e un augurio ad un uomo che, con ottima probabilità, oltre la macchina è riuscito…. come un Maradona dei motori…. a fare la differenza. Un grandissimo in bocca al lupo al solo che abbia superato la macchina: Michael Schumacher, credo da parte di tutta UCIF!

 

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