“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: comportamenti responsabili” di Mario Catania
“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: comportamenti responsabili”
di Mario Catania
La Sicurezza del cavallo passa anche attraverso la conoscenza e la consapevolezza di comportamenti responsabili da parte del cavaliere.
Un’equitazione corretta deve passare, a mio avviso, attraverso la consapevolezza di quanto sia forte, e allo stesso tempo delicato, quell’animale meraviglioso che è il nostro compagno di avventura, il cavallo: così robusto da poterci portare a spalle per ore, da poter trascinare pesi inenarrabili, da poter fare di noi quello che vuole, poiché il rapporto tra la Sua e la nostra forza non è nemmeno immaginabile, ma al contempo tanto fragile da dovere essere trattato con la delicatezza di un fiore. Mia cognata, ricordo, durante una cena, disse di avere letto da qualche parte una frase che personalmente ho messo nel cassetto delle cose da salvare: “Un cavallo si comanda con il cuore”. Ho sempre in mente queste parole quando vago per i boschi percorrendo, e non esagero, circa duemila chilometri all’anno in solitudine, November Rain ed io… o con il nostro grande amico Enzo.
Eh si, perché quando siamo a chilometri da casa, soli lei ed io, in mezzo a sentieri con altri animali che sbucano, rumori, caldo, pioggia, temporali improvvisi e quanto altro davvero penso che l’immane sproporzione di potenza tra di noi possa unicamente venire equilibrata dall’amore e da rispetto reciproco il quale fa si che l’uno si senta parte dell’altro. Questo rapporto di fiducia non si crea, tuttavia, in sella ma a terra spendendo ore al Suo fianco, accudendola, pulendola, vivendo con lei o semplicemente facendole compagnia.
Tempo fa una persona, che per altro non monta affatto male, mi raccontò che le volte in cui il suo cavallo è troppo sporco o impolverato paga un groom perché glielo pulisca in modo da non sporcarsi. Io, invece, arrivo da lei pronto ad infangarmi senza alcun problema e, per evitare disastri, uso un grembiule da maniscalco: credo che quello sia uno dei momenti più belli che ci uniscono!
Ognuno ha poi il suo carattere, certo!
November, essendo una femmina è molto vanitosa ed ammetto che l’essere pulita, profumata, spazzolata e quanto altro le faccia solo piacere! Di pari passo a questo discorso di amore, forza e passione dobbiamo anche comprendere le Loro debolezze che, in un animale tanto possente, sono comunque molte. Inizio questa serie di articoli sulle principali possibili patologie dei nostri amici con una frase che, credo, colleghi la prima e la seconda parte di queste poche righe: “Too much love will kill you”. E già poiché noi, troppo spesso, tendiamo a paragonare e rapportare il Loro benessere ai nostri parametri non considerando che siamo “due macchine” completamente diverse. Di certo molti di voi sapranno quale sia la “temperatura ideale” per il benessere del cavallo: tra i 5 ed i 10 gradi! Eppure, molto spesso, capita di vedere proprietari preoccupati infagottare i propri cavalli con coperte e quanto altro…e già le coperte! Avete mai provato a tenere una maglietta bagnata, magari sudata, addosso quando siete fermi? Se sì… credo che possiate confermare come non sia una bella sensazione: la stessa alla quale sottoponiamo il nostro destriero se lo lasciamo coperto a lungo nel box dopo un’uscita o magari anche fuori e libero. Quando iniziamo a parlare di temperature che si aggirano attorno ai -15/20 gradi allora possiamo prendere in considerazione quelle coperture permanenti che vediamo usate magari in Scozia dove, appunto, il termometro può scendere così tanto sotto lo zero da renderle addirittura necessarie; in luoghi più temperati direi che la migliore difesa dal freddo sia quella di permettere Loro di far crescere a dovere il pelo nella stagione intermedia così da essere forti e pronti per l’inverno. Personalmente, ma è un’idea legata al mio modo di vivere l’equitazione, non consiglio di ricorrere alla tosatura che ritengo una pratica contro natura utile solo a chi voglia montare appunto al di fuori della natura stessa: certamente se teniamo un cavallo in un box, magari riscaldato e lo facciamo lavorare in campi coperti per tutto l’inverno…”togliergli il maglione” può avere un senso ma, appunto, non è un genere di rapporto del quale io possa né voglia parlare. Per quella che si definisce equitazione di campagna, fatta di boschi, uscite libere e vita altrettanto libera anche nel paddock, credo di potere davvero escludere e sconsigliare tale pratica. Abbiamo detto “Too much love will kill you” ed allora vorrei parlare della prima patologia, grave e, a volte, procurata dall’uomo stesso: la laminite. La laminite è l’infiammazione delle lamine sensitive del piede del cavallo causata da uno “scarico” di sangue negli arti inferiori, causata a sua volta da un’alimentazione eccessiva di cereali e carboidrati o da un pascolo eccessivo (ad esempio erba medica). Un cavallo che viva libero e si muova molto può essere decisamente meno a rischio di chi viva in spazi ristretti magari sovra-alimentato, ma è comunque consigliabile non esagerare con mangimi e quanto altro di artificiale. Le conseguenze di tale patologia possono essere davvero tragiche in quanto, molto spesso ,permanenti; possono arrivare a causare deformazioni del piede e pesanti zoppie sovente incurabili.