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Home›Senza categoria›Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini “AMARE NON SIGNIFICA VIZIARE” di Mario Catania

Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini “AMARE NON SIGNIFICA VIZIARE” di Mario Catania

By admin
4 Novembre 2017
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Le Inchieste del Commissario Ferrante Martini
“AMARE NON SIGNIFICA VIZIARE”
di Mario Catania

 

Chi mi conosce bene riderà nel leggere il titolo di questo articolo perchè, lo ammetto, non sono uno di quelli bravi e capaci nel mantenere la cosiddetta “linea dura”, che pure serve parecchio.
È passato, per me, il tempo degli allenamenti in campo e quanto altro, adesso le mie cavalle le considero delle compagne di avventura da trattare al pari di me stesso. Tuttavia ben ricordo quando cinque anni fa, November mi spedì in orbita, per carità per mia colpa in assoluto. Avevo fatto ben due errori non da poco che, sommati, mi hanno mandato all’ospedale: è da allora che sono passato dalla parte opposta diventando fin troppo prudente. Ero uscito, come si suole dire, a pelo, senza sella…cosa che sconsiglio vivamente perchè, come giustamente sostiene il mio amico Luigi: visto che la sella esiste, che ragione c’è per non usarla? In realtà una mi viene in mente ed è puramente didattica: credo che, per un neofita, montare, in campo e senza di essa possa essere un validissimo aiuto per comprendere le modalità di utilizzo delle gambe. Nei miei due articoli precedenti ricordavo come fossero proprio le nostre gambe a tenerci in equilibrio in caso di difficoltà e facevo notare come, per chi si relazionasse per la prima volta con un cavallo, questo non fosse un fatto scontato. Se ci riflettiamo il nostro è un po’ uno sport “contro natura” perchè chiunque, in caso di caduta, inciampo o altro cerca l’equilibrio e l’appoggio nelle mani, mentre nel nostro caso la pinzata è data appunto dall’asse coscia-ginocchio-tibia-caviglia. Mi vengono in mente tre paragoni con tre sport a me particolarmente cari: lo sci, l’automobilismo ed il tennis.
Nel primo, se ci troviamo in difficoltà in un pendio scosceso la nostra unica salvezza sarà gettare il peso sullo sci esterno, quello a valle ed abbassare la stessa spalla…. sembrerebbe di doverci buttare giù, ma in realtà l’aderenza la perderemmo coricandoci sull’interno. Nelle macchine, nel caso di una trazione posteriore sovrasterzante, quando dovessimo sentire il culo della macchina partire dovremmo controsterzare ed accelerare…mentre l’umana reazione sarebbe quella di non dare gas. Nel tennis, un solo consiglio quando si colpisce la palla:spegnere la testa, la paura di sbagliare uccide.
La stessa situazione si crea nell’equitazione quando i troviamo seriamente in difficoltà…. non dobbiamo pensare alle mani ma alle gambe ed al busto.
Vero è, tuttavia, che anche le mani fanno!
Eh già, se quel mercoledì di cinque anni fa io non fossi stato così sciocco e presuntuoso da uscire senza la sella e da permetterle di giocare con la testa abbassandola fino quasi a toccare terra, probabilmente la sua sgroppata, di allegria, nulla piu’, non mi avrebbe spedito in orbita.
La sgroppata!
Nel mio precedente articolo ho detto che la paragonavo un po’ ad una sorta di “vaff” nei nostri confronti e lo confermo. Ve ne sono tuttavia due tipi: quella di allegria e quella causata, magari, da un qualche disagio alla schiena che non rappresentano un gesto negativo nei nostri confronti. Quale che sia la ragione, conoscendo bene il nostro cavallo o la nostra cavalla, potremo capire quando potrebbe sorprenderci così da giocare d’anticipo. Dovremo impedirgli di abbassare la testa poichè se lo facesse noi, già proiettati in avanti dal suo movimento non avremo possibilità alcuna di rimanere in sella e tenerci il piu’ possibile indietro con il busto contrastando il suo movimento…Tutto l’esatto opposto di ciò che feci io quel giorno lasciando che lei giocasse con la testa fino a toccare il suolo, la storcesse addirittura e mi spedisse in aria senza che potessi avere la minima possibilità di rimanere su.La cavalla quel giorno non fece alcunchè di cattivo, ebbe un comportamento naturale come ha avuto altre volte ma la presunzione umana ha fatto si che il cavaliere rischiasse di grosso. Oggi, conoscendo i suoi vizi, che ammetto esistono, cerco di non permetterle di giocare troppo con la testa prima di partire al trotto e, se glielo concedo, in minima parte, rischio perchè mi fido di lei, confidando nel fatto che nel medesimo istante non tiri la sgroppata, dinnanzi alla quale non avrei possibilità di stare su…Ricordiamo sempre che i trottatori hanno, quasi tutti, il difetto di girare la testa da un lato quindi è consigliabile non condurli mai ad una mano, nemmeno nel dritto, correggendoli sempre in modo da tenere testa in asse e quanto piu’ possibile alta, due condizioni che, in caso di sgroppata davvero possono fare la differenza.

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