“Biosicurezza nelle Scuderie” a cura di Giulia Fiocchi

“Biosicurezza nelle Scuderie”
a cura di Giulia Fiocchi, Medico Veterinario
Con il termine Biosicurezza si intende quell’insieme di pratiche igienico-sanitarie volte a contenere il rischio infettivo.
Ogni scuderia dovrebbe rigorosamente attenersi ad un piano di biosicurezza, indispensabile per garantire al cavallo salute e benessere.
Questo concetto si è sviluppato in seguito al miglioramento della conoscenza delle vie di trasmissione, dei fattori associati all’insorgenza delle infezioni ed alla realizzazione di efficienti sistemi diagnostici e di sorveglianza a supporto della prevenzione e del controllo delle patologie infettive.
Purtroppo la carenza di dati informativi e realistici (per esempio: l’incompleta realizzazione dell’anagrafe equina; la mancanza di un sistema informativo che renda possibile la tracciabilità dei soggetti; la mancanza di segnalazione di casi sospetti infetti e i relativi dati di natura sanitaria) rendono difficile l’analisi e la valutazione generale del rischio per le aziende equine. Inoltre, pur essendo consapevoli della presenza di quasi tutte le patologie di origine infettiva degli equidi sul territorio nazionale, non è possibile quantificarne il grado di diffusione, perchè non per tutte esistono i relativi piani di monitoraggio o sorveglianza.
E’ quindi impossibile avere una prospettiva attendibile circa i reali rischi epidemiologici, che probabilmente sono molto sottostimati.
La movimentazione degli equidi, come il commercio o la semplice partecipazione a manifestazioni ippiche, insieme alla densità del gruppo hanno un ruolo essenziale circa la continua diffusione delle malattie; con queste anche la progettazione, l’igiene e la regolare disinfezione delle strutture.
Mirando ad un atteggiamento responsabile, supportato da una corretta informazione, è auspicabile che i proprietari e dei gestori delle scuderie prendano coscienza circa l’importanza della PREVENZIONE, rapportando anche il valore economico della stessa.
Infatti, i costi delle perdite economiche conseguenti alla trasmissione di malattie infettive sono di gran lunga superiori rispetto ai costi manageriali relativi alla prevenzione delle stesse.
Per tali motivi è di fondamentale importanza attuare un piano di profilassi sanitaria e vaccinale volto a tutelare i nostri cavalli da tutte le patologie potenzialmente pericolose per la loro salute.
E’ doveroso utilizzare le medesime precauzioni manageriali secondo i principi del benessere del cavallo SENZA alcuna distinzione tra cavalli sportivi e cavalli da affezione. Il valore della salute del cavallo (e quindi la disponibilità economica nei confronti delle spese medico-veterinarie di prevenzione) non deve dipendere dall’effettivo valore economico del soggetto in quanto “res” (Esempio: spesso si può notare una disparità di trattamento tra cavallo della scuola e cavallo sportivo), ma deve essere valutata attentamente secondo i rischi riferibilii al gruppo e/o ai singoli soggetti.
Una corretta strategia manageriale garantisce un aumento della biosicurezza sia nei confronti del contagio tra animali (interspecifico ovvero cavallo-altri animali e intraspecifico ovvero cavallo-cavallo), sia nei confronti dell’uomo, perchè parte delle infezioni sono anche Zoonosi (malattie parassitarie, batteriche o virali trasmissibili all’uomo).
Per tale motivo il ruolo che ogni proprietario assume nei confronti della gestione del singolo cavallo ha nell’insieme un riscontro importantissimo non solo sul controllo delle infezioni equine, ma anche indirettamente sulla salute pubblica e sarebbe fondamentale far fulcro sull’importanza che rivestono certi piccoli accorgimenti.
– Le profilassi immunizzanti costituiscono parte integrante di un programma di biosicurezza e consistono nella somministrazione di antigeni ad un soggetto SANO nel tentativo di stimolare una risposta immunitaria protettiva.
La vaccinazione è un ATTO MEDICO e in quanto tale DEVE essere eseguito ESCLUSIVAMENTE da un MEDICO VETERINARIO, in seguito ad una visita clinica generale che certifichi il buono stato di salute dell’animale, acconsentendo così alla somministrazione del principio attivo. Inoltre, qualora dovessero verificarsi reazioni avverse, la presenza di un pronto intervento Veterinario è DETERMINANTE.
Gli interventi immunizzanti devono essere registrati sul passaporto del cavallo completi di etichetta con lotto e scadenza del vaccino, timbro e firma del Veterinario.
Pianificare le vaccinazioni significa valutare i rischi/benefici, avendo considerato le caratteristiche fisiologiche di ogni animale, i rischi infettivi connessi al luogo dove il soggetto è stabulato e i rischi relativi alle aree geografiche frequentate per manifestazioni di interesse.
La partecipazione a manifestazioni ludico-sportive rappresenta uno dei momenti con maggiore rischio di contrazione di patologie infettive ( condizioni stressanti che alterano il sistema immunitario; presenza di cavalli importati da Paesi
Esteri con anamnesi sanitaria muta e non sottoposti a periodi di quarantena prima di essere inseriti in un contesto sociale; presenza di insetti e altri vettori biologici; oggetti contaminati e/o contaminanti; scarse condizioni igieniche dei box ; scarsa disinfezione di strutture di uso comune;…) e l’obbligo della sola vaccinazione antiinfluenzale è davvero troppo limitativo per quanto riguarda la sicurezza della salute del cavallo e la minimizzazione della diffusione degli antigeni.
I trattamenti immunizzanti disponibili sul mercato nazionale sono:
– Vaccinazione antiinfluenzale (generalmente associata al vaccino antitetanico): Esistono differenti ceppi virali responsabili dell’influenza equina. La trasmissione avviene per contatto diretto e indiretto. Il rischio di contrazione del tetano in un ambiente rustico come quello delle scuderie è molto alto ed è fondamentale assicurare una valida copertura antitetanica perchè nel cavallo risulta una tra le patologie più letali.
Il piano vaccinale prevede il primo vaccino, il secondo dopo circa quattro settimane, il terzo entro il sesto mese dal primo, raggiungendo così un titolo anticorpale che permette di mantenere una frequenza annuale del richiamo. (il regolamento FEI richiede una frequenza semestrale). Stagione consigliata : Autunno
– Vaccinazione Herpesvirus: EHV è responsabile di forme respiratorie, neurologiche e abortigene e la trasmissione avviene per contatto diretto o indiretto tra cavalli. Esso non sempre si manifesta nel immediato periodo successivo al contagio, ma può rimanere latente nel sistema nervoso centrale, riaffiorando qualora vi sia una condizione immunitaria adatta alla sua replicazione nell’organismo.
Il piano vaccinale prevede il primo vaccino, il secondo dopo circa quattro settimane per poi mantenere una cadenza SEMESTRALE al fine di ottenere un titolo anticorpale rassicurante. avendo cadenza semestrale non vi sono preferenze stagionali di somministrazione.
Per quanto riguarda le fattrici gravide la vaccinazione EHV assume un ruolo fondamentale in quanto questo virus può provocare aborto e la sua trasmissione avviene per contatto diretto ed indiretto in misura molto rapida. il protocollo per le fattrici prevede ulteriori richiami al quinto, settimo e nono mese di gravidanza.
– Vaccinazione West Nile Disease : WNV si trasmette al cavallo e all’uomo (Zoonosi!) tramite le zanzare che hanno il ruolo di vettore principale. Spesso non vi è alcuna manifestazione clinica, ma talvolta si sviluppa una forma neurologica molto grave e con un tasso di mortalità molto elevato.
Il piano vaccinale prevede il primo vaccino, il secondo dopo circa quattro settimane, per poi mantenere una cadenza ANNUALE, sufficiente a mantenere un titolo anticorpale corretto. Stagione consigliata: Primavera
– Vaccinazione antirabica: La Rabbia è una ZOONOSI causata da un Lyssavirus, trasmesso tramite la saliva degli animali infetti e colpisce il sistema nervoso centrale. Il tasso di letalità è molto alto se non vi è un intervento tempestivo dopo la sospetta esposizione. Qualora le Autorità competenti accertassero aree endemiche definite “a rischio”, verrebbero emanati specifici provvedimenti che obbligherebbero a vaccinare gli animali domestici e ne vieterebbero la movimentazione. Il presidio più efficace a livello individuale contro la malattia è la vaccinazione, fermo restando di essere in un territorio ad elevato rischio epidemiologico. L’Italia risulta attualmente INDENNE dalla Rabbia.
Ulteriori malattie infettive di cui è necessario essere a conoscenza sono:
– L’Anemia Infettiva Equina (AIE), causata da un Retrovirus che si trasmette tra gli equidi ad opera di insetti ematofagi (tabanidi/tafani e stomoxidi/mosche), prevede un piano di monitoraggio che sottopone tutti i cavalli soggetti a movimentazione e a riproduzione ad un prelievo ematico per il test di Coggin. Non sono disponibili vaccini contro l’AIE. L’attuazione del piano di controllo dell’AIE è governato dalle A.S.L. in collaborazione con gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, deputati al controllo sierologico. L’obbligatorietà è variabile a seconda di ogni regione, tuttavia è possibile richiedere alla propria A.S.L. di riferimento l’esecuzione del prelievo per il test di Coggin (spesso necessario per l’accesso alle manifestazioni sportive, specialmente se di livello internazionale), contribuendo in tal modo alla sorveglianza nazionale della patologia.
– L’Arterite Virale Equina (AVE), causata da un Arterivirus il cui portatore è prevalentemente lo Stallone. Il virus si trasmette principalmente tramite il liquido seminale, per via venerea, per aerosol, transplacentare e per contatto iatrogeno. In Italia non è disponibile in commercio il vaccino contro l’AVE, ma ci si affida al Piano Nazionale di controllo che prevede il censimento di tutti gli Stalloni superiori ai 2 anni di età e il controllo sierologico dei maschi destinati alla
Riproduzione.
I sieronegativi saranno autorizzati alla monta, i sieropositivi saranno nuovamente testati seguendo il procedimento dell’Ordinanza Ministeriale.
L’ADENITE EQUINA trasmessa dal batterio patogeno Streptococcus Equi subspecie Equi diffondere rapidamente per diretto contatto fra i cavalli o per via indiretta (es. condivisione di strumenti di lavoro e di grooming; condivisione del cibo o dell’acqua; tramite lettiera contaminata; tramite il personale di scuderia). Esiste un vaccino in commercio registrato in Europa, ma la necessità vaccinale dovrebbe essere valutata con il proprio Veterinario in base al rapporto rischi/benefici. Ciò che è davvero fondamentale per limitare la diffusione di questa patologia altamente contagiosa sono le misure necessarie da intraprendere nell’introduzione di un nuovo elemento nel gruppo o nell’isolamento e nella gestione di un caso sospetto o diagnosticato.
E i Parassiti?
Le parassitosi nel cavallo assumono una determinata gravità qualora l’infestazione diventi massiva e possono per esempio essere causa di coliche ostruttive, ulcere gastriche, anemia, reazioni dermatologiche, danni ad organi vitali causati da migrazioni larvali. Un corretto piano di profilassi ANTIPARASSITARIA prevede l’esame coprologico a cui segue la programmazione di EVENTUALI trattamenti antielmintici (vermifughi), che saranno personalizzati a seconda dell’esito dell’analisi effettuata, della stabulazione e delle abitudini gestionali dei soggetti presenti in azienda. Al fine di ridurre il fenomeno di resistenza al farmaco sarebbe necessario adottare una strategia che limiti l’utilizzo routinario del vermifugo senza che sia stata appurata la reale necessità. Le moderne strategie di controllo dei parassiti si basano sulla “tolleranza” di un minimo livello di parassitismo, sottoponendo al trattamento solamente i soggetti ad alta carica eliminatoria, così da mantenere elevato il livello di controllo, limitando l’antielmintico-resistenza. E’ buona pratica prevenire la contaminazione dei pascoli e il perpetuarsi del ciclo biologico dei parassiti attraverso valide strategie manageriali (es: rotazione del pascolo; riduzione della densità di soggetti/ettaro; pulizia e buone pratiche agronomiche disinfestanti dei pascoli; isolamento e test dei nuovi soggetti;…) Il Controllo dei parassiti del cavallo deve far fulcro sulla medicina basata sull’evidenza scientifica (il cosiddetto EVIDENCE-BASED APPROACH) e non può più essere affidato alle vecchie tradizioni, ormai surclassate persino dai parassiti stessi.
Concludo affermando che l’igiene, la pulizia, lo stoccaggio degli alimenti e delle deiezioni, la disinfestazione e la derattizzazione, insieme alla profilassi vaccinale e al piano di sorveglianza e di controllo di determinate patologie, contribuiscono a minimizzare le contaminazioni riducendo la densità di vettori di infezione (zanzare, tafani,mosche, topi,ecc ecc..) e il livello di carica virale, batterica e parassitaria.
Ricordo infine che la PREVENZIONE improntata sulla BIOSICUREZZA è la prima forma RISPETTO per il benessere del nostro animale ed è, inoltre, la prima forma di RISPARMIO.
Giulia Fiocchi, Medico Veterinario, MI3483.
Riferimenti
Equine infectious disease, SELLON-LONG, second edition
Equine Biological Risk Management. Carolyn Hammer and Stacy Holzbauer, March 2005.
http://www.cfsph.iastate.edu/…/EquineBRMDocumentMar2005b.pdf
Antimicrobial Spectrum of Disinfectants.
http://www.cfsph.iastate.edu/…/AntimicrobialSpectrumDisinfe…
Codes of Practice and Guidelines on Strangles for 2009.http://www.hblb.org.uk/
Il controllo dei parassiti del cavallo, metodi tradizionali ed innovativi, Vincenzo Veneziano Dvm, Phd, Dipartimento di Medicina Veterinaria e produzioni animali, Università di Napoli Federico II. Atti Congresso SIVE, 6/11/2015, Verona.