“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: Le staffe di sicurezza” di Mario Catania

“Le inchieste del Commissario Ferrante Martini: Le staffe di sicurezza”
di Mario Catania
Il Commissario inaugura la sua piccola rubrica con una premessa: due dei più grandi cavalieri italiani, e per giunta fratelli, Piero e Raimondo D’Inzeo, avevano ottiche si potrebbe dire opposte dello stesso sport. L’uno vedeva il cavallo quasi come uno strumento che altro non doveva fare se non obbedire ai comandi, l’altro lo considerava prima di tutto un amico. Come avrete compreso da un’intervista di qualche giorno fa al mio amico Mario Catania, per me il cavallo è un amico ma è prima di tutto un essere vivente che puo’ sbagliare, si puo’ spaventare o puo’ essere indotto da noi stessi in errore.
Per questa ragione, nel suo primo intervento, il Commissario Ferrante Martini, vorrebbe ricordare l’esistenza e il purtroppo scarso utilizzo e diffusione delle “staffe di sicurezza”. Un grave rischio, in caso di caduta, è per certo rappresentato dal fatto di rimanere staffati, ossia incastrati con un piede nelle staffe appunto e, magari, trascinati dal cavallo; indubbiamente ciò è più rischioso nella libertà di un’uscita che non in campo dove qualcuno potrà sempre correre in nostro aiuto. Un semplice accorgimento potrà eliminare questo pericolo: la staffa di sicurezza, che si puo’ acquistare in qualsiasi negozio specializzato in equitazione o via internet da qualunque rivenditore. Consiste in una staffa aperta su di un lato, generalmente quello tenuto all’esterno, che verra’ chiuso a mezzo una fibia in cuoio e gomma il che aiuterà il cavaliere a non perdere il piede in caso di piccoli sbandamenti ma indubbiamente cederà al peso creato da una possibile caduta lasciandoci assolutamente liberi senza possibilità alcuna di staffatura. Oltre che per la sicurezza possono essere usate anche in funzione didattica: personalmente preferisco sostituire la gomma con dei semplicissimi elastici, si proprio gli elastici colorati, nel caso di caduta non vi è dubbio che cedano…ma si staccano per molto meno, anche una semplicissima perdita del piede. Diciamo che è un po’ come la classica banconota da cinque euro tenuta tra le ginocchia e la sella: se non la fai cadere significa che non hai mai perso la presa del ginoccho! Nel caso dell’elastico, se torni senza averlo rotto significa per certo che il piede non ha barcollato nemmeno per un istante!
Il Commissario Ferrante Martini