“UN DUE TRE, STELLA” di Glauco L.S. Ricci

NordPass, un noto gestore di credenziali internazionale, ha stilato una particolare classifica: le password più utilizzate nel mondo per proteggere i propri sistemi informatici. Non ci crederete ma in cima alla classifica troviamo la banalissima “123456”, un codice a sei cifre che tutto ha meno che rispondere alle regole basi fornite non solo dalla legislazione vigente ma anche, e soprattutto, dalla buona prassi che dovrebbe governare tutte le azioni di un essere senziente. Sono stati più di 2,5 milioni di utenti a scegliere questa infausta sequenza che, per essere chiari, impiega più tempo a essere pronunciata che scoperta da un hacker, anche alle prime armi. Il Regolamento europeo vigente in materia di trattamento e protezione dei dati personali lo declama chiaramente: i nostri dati informatici devono essere protetti con password non banali e che non riconducano in alcun modo a chi li ha digitate, password da modificare con una buona periodicità. Per quanto non esistano password che gli hacker non possano scoprire, mettere a loro disposizione qualcosa di estremamente semplice è, comunque, un suicidio. Anche perché non esistono solo hacker professionisti ma potremmo aver a che fare con terzi, colleghi o concorrenti, che entrano nella nostra sfera personale, lavorativa e non. Con danni che è inutile esemplificare.
I nostri consigli per una password “ideale”:
- Lunghezza minima: 8 caratteri
- Utilizzo di caratteri alfanumerici
- Modifica periodica: minimo ogni tre mesi
- Mai utilizzare password uguali su più dispositivi e/o account
- Non condividere la password con altre persone
- Memorizzarla, per eventuale recupero, su dispositivi non prossimi o collegabili a quello protetto
Fonte lavocedellasprugola.com
Foto corriere.it