“DENUNCIA TU CHE IO NON POSSO” di Glauco L.S. Ricci

Un mondo ipocrita. I fatti sono ormai noti e dovrebbero, sottolineiamo il “dovrebbero”, essere quelli che ci sono stati raccontati dalle tante segnalazioni che ci arrivano in Redazione.
Alcuni Cavalli, regolarmente iscritti a un concorso domenicale, non sono stati fatti gareggiare perché non “fit to compete”.
Le foto inviateci, se si riferiscono a quei Cavalli, sembrerebbero confermarlo. Bene hanno fatto i giudici federali presenti ad agire in questo senso.
Ma il punto è un altro.
Fermo restando la presunzione di innocenza e la verifica delle fonti che ogni Stato libero e democratico dovrebbe avere come fondamenta delle sua vita civile (e giornalistica), perché, sembrerebbe, nessuno ha denunciato il caso alle competenti autorità? “Meglio fare nomi e cognomi se no accuse mediatiche di questo tipo sono inutili”. Giusto: insabbiamo la testa, vediamo, riconosciamo, sappiamo ma aspettiamo che la denuncia parta da qualcun altro. Eppure certe foto sembrerebbero indicative, che strano.
Pagine e pagine con nomi e cognomi per banalità strumentali ma quando serve davvero, per i “nostri amici” Cavalli ma anche per l’accusato affinché si possa difendere, silenzio assoluto. Ecco come funziona: meglio essere Dpa, ma subito.