“IO E CAMILLO” di Vicky Carola

Le Storie di Ucif
“IO E CAMILLO”
di Vicky Carola
Camillo è arrivato in scuderia circa un anno e mezzo fa. Me lo ricordo bene il giorno in cui l’ho conosciuto: il pelo era sporco e tutto appiccicato, la coda sembrava fatta di rasta, ed era talmente pieno di croste che abbiamo dovuto rasarlo completamente, criniera compresa, per poterlo medicare.
Ma soprattutto ricordo la sua espressione, lo sguardo triste e spento di un pony trascurato.
Tuttavia, dopo aver scoperto che soffre di un disturbo dermatologico, abbiamo cominciato a curarlo nel modo migliore e lui pian piano, mentre si riprendeva fisicamente, recuperava anche il suo carattere. Carattere che scoprimmo in seguito essere non proprio semplicissimo…
Gran morsicatore, esperto nell’evitare il lavoro, maestro nel creare problemi anche a mano… Insomma, non c’è bisogno di dire che i bambini non erano proprio entusiasti di montarlo.
Ma io potevo farmi scappare un pony con questo carattere?!
Ovviamente no. Decisi quindi di cominciare a girarlo alla corda per poterlo almeno utilizzare con i bambini tenuti a mano, ma scoprii ben presto che non sarebbe stato così semplice…
Infatti lui non voleva assolutamente girare. Si impuntava, si fermava a mangiare, tirava verso casa… Un vero disastro.
Però, considerando che la testardaggine è anche una mia caratteristica, continuai ostinatamente a lavorarci. Mi ricordo perfettamente tutti i morsi dati di sfuggita mentre lo tenevo a mano, tutte le volte in cui ho sudato più io di lui per fare mezz’ora di lavoro, i giorni in cui dovevo farmi aiutare a girarlo alla corda perché da sola non ci riuscivo.
Nonostante ciò ho continuato a curarlo, pulirlo, portarlo fuori e a cercare di farmi volere bene.
E alla fine ci sono riuscita. D’un tratto, come se avesse capito che non avrei mollato, ha cominciato a comportarsi in modo più appropriato.
Ha iniziato a girare alla corda, ha smesso di mordermi (beh, gli altri li mordicchia ancora un pochino, ma abbiamo fatto progressi) e, anzi, sembrava felice di fare qualcosa.
Evidentemente, continuando a perseverare, sono riuscita a fare breccia dentro di lui nonostante il suo caratteraccio, che alla fine è molto simile al mio….
Adesso Camillo è un pony diverso. Fa lezione con i bambini, gira alla corda ascoltando i comandi vocali, lavora con me in libertà, esce in passeggiata a mano senza farmi neanche un dispetto… Ma soprattutto, la cosa che mi rende più orgogliosa e felice è vedere che alza la testa – e ogni tanto nitrisce – appena lo chiamo; è notare come cambia la sua espressione quando prendo la capezza e gli dico che usciamo; è non trovare più nei suoi occhi lo sguardo di quando ci siamo conosciuti.
Queste per me sono le vere soddisfazioni.