IO SALTO IN CAVEZZA di Domenico Tripoli

Domenico, innanzitutto, grazie per aver accettato di rilasciarci un’intervista. Sappiamo che sei un istruttore di salto ostacoli Fise e che utilizzi la tecnica Feel per montare e partecipare ai concorsi ippici, anche abbastanza importanti. Abbiamo già intervistato il vostro maestro Antonello Radicchi e una delle tue colleghe, Carlotta De Biagi, e abbiamo appreso che la tecnica Feel si basa sulla comunicazione uomo-Cavallo che vi permette di montare in cavezza ma sorge spontanea una domanda: sul salto e in condizione di eccitazione del Cavallo questo è possibile?
“L’equitazione corretta è una soltanto, l’attrezzatura con la quale comunichiamo con il Cavallo cambia in base a ciò che risuona di più con la nostra personalità. Io monto a Cavallo da quando avevo otto anni e la prima volta che mi capitò di montare senza imboccatura fu durante il Corso Istruttori Fise ai Pratoni del Vivaro nel 1999. Il mio Cavallo aveva avuto un problema alla bocca , a causa di un morso di insetto, e il mitico Albino Garbari mi prestò una testiera molto particolare che aveva le redini direttamente collegate al capezzino: mi trovai subito bene e sentii il mio Cavallo che, soprattutto sul salto, mi dava la sensazione di essere più collaborativo. Tornando a casa dopo il Corso cominciai a cercare qualcosa che potesse dare più sostanza a quella esperienza. Fu così che mi avvicinai al metodo Parelli. Da quel momento, il mio obiettivo è stato cercare di integrare l’Etologia alla tecnica equestre per arrivare ad avere un Cavallo addestrato correttamente e più collaborativo possibile ed è grazie a questa ricerca che sono arrivato a conoscere il Feel. Da qui, se la mia performance è un percorso di salto ostacoli o una ripresa di dressage o una passeggiata, potrà variare effettivamente l’eccitazione del Cavallo ma, se la preparazione è corretta, le risposte saranno quelle di un partner che collabora e non quelle di uno schiavo che si sente costretto”
Ciò premesso, possiamo affermare, quindi, che la vostra è una scelta etica ma è applicabile anche a Cavalli che hanno problemi alla bocca causati dalle imboccature o da una cattiva gestione delle stesse con la mano?
“Credo che i Cavalli che iniziano a lavorare senza imboccatura sono tutti felici ma se la mano del cavaliere non è educata i Cavalli patiranno anche la cattiva gestione della cavezza, finiranno per appoggiarsi alla mano e a non essere più gestibili; questi sono i casi in cui l’uso della cavezza non è supportato da una tecnica equestre corretta”
Che tipo di ginnastica occorre far sviluppare al Cavallo per metterlo nelle migliori condizioni che gli consentano di saltare con la cavezza?
“La preparazione psico-fisica corretta non cambia se utilizziamo la cavezza o l’imboccatura. Montare e saltare in cavezza ha il vantaggio e l’obbligatorietà di dovere sviluppare una relazione vera e basata sulla leggerezza che ci consentirà di ottenere un Cavallo che collabora più facilmente e velocemente”
La tecnica del Feel , e quindi la monta in cavezza, è applicabile anche ai Cavalli che per natura sono molto forti, nevrili, in avanti ed attaccano il salto?
“I tipi di Cavalli che hai appena citato sono quelli che trovano maggiore vantaggio e ottengono risultati più evidenti dal nostro approccio che ha come capisaldi l’Etologia e la leggerezza”
Sappiamo che i tuoi allievi, come te d’altronde, saltate in cavezza: vi è mai capitato di trovarvi in difficoltà? Con più precisione, come fate capire al Cavallo che volete girare a destra o a sinistra, oppure, se vi si attacca di mano come lo fermate?
“Chi crede che un Cavallo giri a destra o a sinistra o addirittura si fermi grazie all’imboccatura è abbastanza fuori strada rispetto all’equitazione corretta. L’uso della mano deve essere un ausilio per la direzione e per l’equilibrio, coordinato all’uso degli altri aiuti consente al cavaliere di effettuare le richieste al proprio Cavallo: ampliare o accorciare la falcata, girare a destra o a sinistra, fermarsi. È ovvio che può capitare di avere delle difficoltà, ma queste non hanno niente a che vedere con l’uso o meno dell’imboccatura, potremmo dire che l’uso della cavezza è alla base di un addestramento che tende ad avere un Cavallo che esegue le richieste del cavaliere per ricercare maggiore comodità, l’uso dell’imboccatura si basa invece su richieste che se assecondate fugano un dolore”
In Italia voi siete gli unici a partecipare a gare di salto ostacoli in cavezza?
“No, vi sono anche altri cavalieri e amazzoni che a vari livelli condividono la nostra stessa visione”
Dopo quanto tempo dall’addestramento in cavezza si può pensare di andare in gara?
“Non è una questione di tempo ma di relazione e varia da binomio a binomio. Mi è capitato di portare in gara Cavalli a cui avevo tolto l’imboccatura da una settimana e altri per i quali è stato necessario aspettare un po’ di più, ma, in ogni caso, la fretta non è mai buona consigliera”
Ti senti di consigliare questa tecnica ad altre persone che fanno salto? È una tecnica che può essere appresa da tutti gli allievi?
“Mi sento di consigliare a tutti di non avere pregiudizi e, a chi sente che questo approccio risuoni con la propria personalità, consiglio di mettersi in gioco e provare ad avere una relazione con il proprio Cavallo più vera e più profonda. La tecnica può essere appresa da tutti, ma l’equitazione non è solo tecnica, e a maggior ragione non lo è quella basata sull’etologia e sulla leggerezza, che alla tecnica accompagna e sovrappone la sensibilità, la capacità di interpretare le azioni e le reazioni dei Cavalli e la consapevolezza di avere sempre qualcosa da imparare; e per questo non è per tutti, non è per chi vuole tutto e subito, non è per chi vuol dare la responsabilità dei propri errori al Cavallo, non è per chi alle prime difficoltà cambia Cavallo”
Vai fuori dalla tua regione a tenere delle lezioni o degli stage per insegnare la vostra tecnica sul salto?
“Sì, ho tenuto stage presso il Centro Feel di Pistrino (Pg) e ne abbiamo in programma degli altri sia lì che in altri centri che condividono questa visione dell’equitazione”