“LEGGEREZZA E ARMONIA” di Carlotta De Biagi

Le Interviste di Ucif
“LEGGEREZZA E ARMONIA”
di Carlotta De Biagi
Carlotta, grazie infinite per aver accettato di rilasciare un’intervista al nostro Quotidiano online. Sappiamo che sei istruttore Feel di II livello e che la vostra particolarità sta nella monta in cavezza attraverso una comunicazione uomo-Cavallo molto particolare, ma da un punto di vista biomeccanico come gestite la ginnastica del cavallo? Nello specifico, come intendete l’addestramento psico-fisico di un Cavallo in una qualsiasi disciplina sin da puledro?
“Ciao a tutti e grazie a voi per questa intervista. La nostra Scuola è basata sullo studio del linguaggio e sulla sua applicazione ai fini di ottenere un’equitazione basata sul rispetto e sulla collaborazione reciproca. Lo studio del linguaggio è supportato dallo studio della biomeccanica, dell’anatomia e della fisiologia equina. Questo per comprendere appieno l’organismo Cavallo e poter attuare un programma di lavoro che tenga conto a 360 gradi dei bisogni e delle esigenze di ogni individuo di qualsiasi età razza e disciplina in cui sia coinvolto. La ginnastica progressiva è una parte fondamentale della preparazione di ogni Cavallo e trova la sua applicazione e massima espressione sempre attraverso la comunicazione, che sarà sempre il mezzo attraverso il quale il Cavallo impara a portarsi e ad eseguire ogni esercizio, dal più semplice al più complesso attraverso una progressione del lavoro sviluppato sulle peculiarità del singolo individuo. Sin dalle prime fasi del lavoro il cavaliere troverà in una comunicazione efficace ed efficiente la chiave del far fare, sarà cioè sempre il punto di partenza ed il punto di arrivo, in uno scambio di informazioni continuo in cui il cavallo è sempre protagonista. La capacità di ascolto diviene allora fondamentale e il sentire altrettanto. Su questi presupposti possiamo poi costruire tutta la ginnastica e la preparazione del nostro amico ricercando posizioni ed esercizi atti a costruire o (Ri-costruire ) ed incrementare le qualità intrinseche in ogni Cavallo. La leggerezza e l’armonia delle risposte, la volontà del Cavallo di portarsi in avanti sostenendosi da se’, la capacità di far assumere al Cavallo posizioni corrette del bilanciere, flessioni e controflessioni dello stesso, saranno ciò che andremo a ricercare fin da subito, sia che si tratti di un Puledro sia che si tratti di un Cavallo adulto, ciò su cui mi dovrò focalizzare tuttavia, non sarà l’esercizio in se’… come esso viene affrontato dal Cavallo farà davvero la differenza! Qualsiasi esercizio in qualsiasi disciplina dal più semplice al più complesso sara fine a se stesso e totalmente inutile se affrontato da un Cavallo con una psiche, e quindi un fisico, contratto, teso, rigido ed indisposto. Torniamo quindi sempre alla comunicazione”.
Sappiamo che spesso venite contattati da persone che sono in difficoltà perché hanno Cavalli particolarmente “difficili”, come riuscite a risolvere le varie situazioni?
“Nella mia esperienza ho incontrato e aiutato tante persone a trovare serenità e armonia col proprio Cavalli. Coloro che definiscono “difficile” il proprio Cavallo sono solo persone a cui manca la chiave per farsi comprendere , va da se che poi nascano incomprensioni.
Le incomprensioni vengono semplicemente eliminate; comunicazione ascolto e linguaggio diventano un modus operandi e in un istante possiamo veder sparire atteggiamenti e reazioni negative in atto magari da anni.
Questo perché il Cavallo tende per natura alla collaborazione e alla cooperazione. Se noi cambiamo, lui cambia immediatamente di conseguenza. Inserendo nel cavaliere l’arma più potente che abbiamo, la comunicazione, ogni difficoltà viene facilmente superata.
Ecco perché noi non risolviamo problemi, semplicemente non li creiamo, non si presentano, non ve n’è motivo…”.
Da cosa possono derivare i problemi comportamentali dei Cavalli?
“L’assenza di comunicazione è il fattore scatenante da cui nascono tutte le incomprensioni che poi possono portare a diverse problematiche psicofisiche. Come ho detto sopra l’esecuzione di qualunque esercizio effettuato in uno stato di contrazione sarà fine a se stesso inutile e deleterio”.
Le difficoltà biomeccaniche di un Cavallo, quindi, possono derivare dal sistema neurologico-addestrativo, oltre che meccanico? Come risolvete la situazione?
“Lo studio dell’equitipo, della sua morfologia, biomeccanica e anatomia come dicevo, sono alla base della nostra Scuola. Esattamente come esiste un programma di allenamento personalizzato per ognuno di noi quando andiamo in palestra, lo stesso dovrebbe esistere per il Cavallo in quanto anche lui essere unico e irripetibile nella sue caratteristiche. Se mancano queste importanti basi di partenza e tutto il lavoro sarà standardizzato i problemi non tarderanno ad arrivare. Un’equitazione basata sulla performance e dai ritmi serrati compromette e altera lo stato di benessere psicofisico del Cavallo. Rispettare l’organismo Cavallo in quanto unico e irripetibile, rispettare i suoi tempi, non significa metterci più tempo anzi!”.
Ti è capitato un Cavallo da recuperare che avesse problemi comportamentali ed assieme fisici? Ce ne parli?
“Solitamente le due cose vanno di pari passo.
E aggiungo che la gestione è fondamentale .
I Cavalli che arrivano nella mia scuderia, prima di iniziare il periodo di rieducazione vengono prima riportati a una condizione psicofisica di base ottimale grazie alla possibilità di vivere insieme ad altri Cavalli e costruire relazioni, la possibilità di muoversi in grandi spazi, la possibilità di avere fieno di qualità in abbondanza h24. Questo e’ già un validissimo aiuto nel processo di rieducazione. Personalmente, sono fermamente convinta forte delle mie esperienze, che una gestione adeguata, associata a una ginnastica progressiva e soggettiva, il tutto supportato da un linguaggio e una comunicazione efficace, siano la chiave per dare ad ogni Cavallo la vita che si merita. Ho incontrato Cavalli in cui la condizione fisica era davvero precaria. Importanti zoppie sono regredite e risolte grazie alla coalescenza tra gestione, ginnastica e comprensione reciproca. C’è la tendenza in ambito equestre di gettare nel più totale sconforto i proprietari di Cavalli a cui viene diagnosticata una patologia a livello ortopedico. Molti Cavalli vengono conseguentemente abbandonati o venduti a commercianti senza scrupoli. Niente di più sbagliato! In umana, ad esempio, non è raro assisterete a situazioni in cui dei pazienti presentano lesioni legamentose o tendinee anche di grave entità eppure mantengono la totale funzionalità dell’arto. Si possono citare sportivi quali calciatori o sciatori che continuano a praticare l’attività sportiva con lesioni sub totali (lesione quasi completa) del legamento crociato anteriore del ginocchio o pallavolisti che giocano con lesioni alla cuffia dei rotatori (importanti tendini che agiscono sulla articolazione della spalla), ciò è possibile grazie alla innata capacità di compensazione del corpo e a una adeguata fisioterapia.
Perché dovrebbe essere diverso per il Cavallo?
Anche in ambito equestre, acquisendo adeguate competenze anatomiche e biomeccaniche, in collaborazione col veterinario, diventa possibile fornire al Cavallo l’adeguato supporto per recuperare la condizione precaria e tornare a svolgere l’attività sportiva a pieno regime”
I proprietari dei Cavalli da voi recuperati, imparano la vostra tecnica dopo essere stati aiutati?
“Questa sarebbe la condizione ottimale ma non vincolante. Va da se’ che solitamente questo è un percorso che impone un cambio ed una deprogrammazione importante da parte del cavaliere che dovrà applicarsi con impegno e costanza ed è raro che una volta intrapresa questa strada si voglia tornare indietro. Le competenze acquisite durante il percorso rendono il cavaliere libero e consapevole, svilupperà una sensibilità estrema e grande capacità di comprensione rendendo il lavoro col proprio Cavallo un occasione di crescita anche per se stesso”
Intervista raccolta da Angela Palmitessa