“IO E RUBIS A BADMINTON” di Pietro Sandei

Le Interviste di Ucif
IO E RUBIS A BADMINTON
di Pietro Sandei
Pietro Sandei è appena rientrato da Badminton 2019. Pietro, racconta le tue emozioni ai lettori di Ucif.
“Rispetto al 2017, è stato un Badminton diverso, non per il tipo di gara che è sempre molto emozionante, difficile e che ti mette alla prova ma fantastica che una volta fatta non si riesce più farne a meno! Quest’anno ha avuto un’altra importanza perché al mio fianco c’è stato Rubis, un Cavallo che è con me dai sei anni e pensare da dove siamo partiti otto anni fa ha qualcosa di incredibile. In questa competizione mi ha dimostrato di essere un ottimo Cavallo e di essere finalmente diventato adulto anche se per me resta,in fondo in fondo, il puledrone che ho incontrato quasi per scherzo e nel quale ho intravisto subito qualcosa”
Come sono andate le giornate di gara?
“Il Dressage è andato molto bene e nonostante Rubis fosse teso durante il giro intorno al rettangolo, dentro si è rilassato e ha fatto quella che credo sia stata fino ad ora la sua migliore ripresa in carriera.
Il Cross è stato stupendo e, nonostante fosse veramente molto impegnativo, Rubis ce l’ha messa tutta, tra di noi c’era un ottimo feeling e ci siamo aiutati a vicenda nel momento del bisogno.
In Salto Ostacoli ha saltato bene ma non era completamente concentrato; nonostante alcuni errori sono comunque soddisfatto perché ha portato a termine le tre giornate di gara più che dignitosamente facendo tre buone prove con Cavalli (e cavalieri) più esperti che hanno incontrato delle difficoltà.
Badminton è stato il suo primo 5 stelle in carriera e ora si merita un periodo di riposo per affrontare gli altri impegni che ci aspettano in questa stagione.
Sono davvero molto orgoglioso di lui, per una volta però posso dire di essere orgoglioso anche di me per aver sempre creduto in questo Cavallo ed essere riuscito da zero e con le mie forze a portarlo fino a qui”
Complimenti, Pietro, un bacio a Rubis.
Intervista raccolta da Fabiana Ollari, Ucif Redazione
Foto Gus Winterman