“Un educatore chiamato cavallo” di Graziano Siliprandi

Le Interviste di Ucif
”UN EDUCATORE CHIAMATO CAVALLO”
di Graziano Siliprandi
“Sono un insegnante di Equitazione che opera su più campi”
Non male come inizio, Graziano….
“Mi spiego meglio: nel tempo ho preso atto di una situazione che ai più è sconosciuta ed è che un Cavallo non può migliorare se prima non migliora il suo cavaliere come persona e tecnicamente come una parte del binomio. Per un tempo necessario è un trinomio formato da un insegnante e due allievi (Cavallo e cavaliere o amazzone) per diventare binomio quando l’insegnante si rende nel tempo inutile, avendo formato un nuovo maestro.
Magnifico. Come ti sei avvicinato a questo mondo?
“Credo ci siano forze sconosciute che fanno parte del nostro essere: per me è stato il Cavallo, da quando mio zio (avevo 6 anni circa) sollevandomi di peso mi ha messo sulla groppa di un bellissimo Cavallo da carrozza di proprietà del signore delle terre dove lui ne era il fattore. Non scesi mai più e, dati i tempi, fu una lunga ricerca e, date le possibilità economiche, alla fine decisi che se volevo andare a Cavallo dovevo farlo come lavoro. Non sapevo a cosa sarei andato incontro ma cambiò radicalmente la mia vita”
Cosa ti piace di più e cosa di meno del mondo equestre?
“Mi piace la possibilità che il Cavallo mi fornisce ogni giorno per migliorare me stesso non solo tecnicamente ma anche come essere che fa parte di un tutto e deve fare i conti con se stesso (il vero nemico) prima di proporre a un altro essere un cambiamento nella sua vita.
Non mi piace il resto di questo mondo e del mondo. Quello fatto di interessi e guadagni fondati sulla mancanza di rispetto, conoscenza, professionalità, amore, ecc. ecc.
Sembra, e con molta probabilità lo è, che il mondo equestre raccolga nel suo interno (tranne rare eccezioni) il peggio della società attuale e i “grandi” campioni che lo rappresentano di certo non aiutano a migliorarlo, aggiungo tra questi le Federazioni nazionali e internazionali”
Cosa si potrebbe fare per migliorarlo?
“Impresa ardua, ma non impossibile.
Il Cavallo è per sua natura un educatore perché fa emergere nell’essere umano i suoi lati più bassi e peggiori ma anche il meglio e la possibilità di un cambiamento radicale in meglio in chi lo frequenta. Vi devono essere scelte politiche in questo senso e formare chi insegna. Oggi la maggior parte degli istruttori pensa solo a vendere il prima possibile un Cavallo ai propri allievi e portarli in gara, trascurando tutta una parte educativa indispensabile e di educazione vi è una necessità impellente. Il Cavallo viene usato come mezzo di divertimento e non come un essere vivente con sentimenti, necessità e quant’altro proprio come un essere umano. Le torture che questo splendido Animale subisce sono indicibili, basta pensare a tutti gli strumenti di tortura che vengono impiegati nel suo “addestramento” che alla fine diventa più un tour di sopravvivenza e i suoi effetti alla fine si vedono sul suo fisico e psiche, nelle sale di tortura medioevali c’era più rispetto per il torturato”
Parlaci della monta in leggerezza, Graziano.
“La leggerezza nasce da un’idea di Equitazione del Maestro Philippe Karl. Ho frequentato i suoi corsi in Italia per circa dieci anni, compreso il suo corso triennale per il diploma di istruttore dell’Ecole de Legerete, non ho fatto l’esame finale per impedimento personale. La leggerezza ha per obiettivo la valorizzazione delle potenzialità del Cavallo e il perfezionamento del cavaliere, con una costante ricerca del l’efficacia con il minimo uso di mezzi (cit.). Mi rendo conto che ho detto tutto e niente, per gli interessati consiglio la lettura del libro “Derive del Dressage moderno” di Philippe Karl dove la parola Dressage deve essere intesa come “Addestramento””.
Come si svolge il tuo stage?
“L’addestramento o il riaddestramento (il più delle volte) del proprio Cavallo, un cavaliere per volta con il proprio Cavallo mentre gli altri partecipanti a Cavallo o uditori partecipano attivamente con domande o osservazioni alla lezione in corso. Morfologia, biomeccanica, psicologia del Cavallo e cavaliere. Insegno l’uso della mano, delle gambe, dell’assetto.
Il tutto nella comunicazione senza alcuna coercizione o sottomissione, praticamente un dialogo tra Cavallo e cavaliere. È noto a pochi che il Cavallo fa bene ciò che capisce bene, se non fa ciò che gli si chiede la causa è da ricercare in chi insegna perché egli fa di tutto per sua natura per soddisfarci.
Facciamo un augurio al nostro mondo.
“Uso una frase del compianto Maestro Claudio Bonatti: “Il Cavallo è e resterà sempre Cavallo, l’essere umano dovrà impegnare tutta la sua esistenza per diventare cavaliere e forse non sarà sufficiente”. Auguro al nostro sport che l’essere umano si impegni a migliorare costantemente se stesso perché quando migliora anche una piccola cosa in noi anche tutto ciò che ci sta attorno migliora”
Grazie, Graziano.