“Dieci domande dieci” di Emilio Roncoroni

Le Interviste di Ucif
“DIECI DOMANDE DIECI”
di Emilio Roncoroni
Ucif ha il piacere di intervistare Emilio Roncoroni, candidato alla presenza del Comitato Regionale Lombardo della nostra Federazione.
Emilio, perché ha deciso di candidarsi?
“Ho speso gran parte della mia vita per la Federazione e in particolare per il Comitato Lombardia. Sarebbe il coronamento di una carriera federale poter servire la mia Regione per concludere il mandato elettorale che mi era già stato affidato dagli elettori lombardi nel 2016.
Quindi, con l’entusiasmo di un ragazzino ma con la tenacia e l’esperienza maturata come uomo di Federazione, mi candido alla Presidenza. Nelle sei tornate elettorali nelle quali ho raccolto il favore degli elettori come Consigliere, mi sono sentito sempre molto fiero di poter rappresentare il movimento equestre lombardo.
Purtroppo, nel 2016 il mio percorso nel Comitato è stato interrotto per cause da me indipendenti. Sarà una splendida “corsa” e desidero vincerla per riuscire a completare il lavoro che avevo orgogliosamente iniziato”.
Qual è il suo passato nel mondo equestre, come vede il suo futuro?
“Permettetemi la presunzione di considerarmi un uomo di Cavalli e di Federazione dopo tanti anni in Comitato Regionale Lombardia e ventisette anni nelle giurie italiane e internazionali di Salto Ostacoli.
Ritengo di avere acquisito molta esperienza e conoscenza dello Sport equestre ma anche della macchina burocratica. Il mio futuro sarà dedicato ad agire con rapidità e con le necessarie conoscenze per impostare e in parte attuare un lavoro importante per dare le risposte necessarie al movimento equestre lombardo. Il comparto regionale è composto da circoli operosi e Istruttori capaci che hanno necessità di un Comitato che offra risposte rapide, servizi efficienti e programmi sportivi validi che consentano di migliorare e far crescere lo sport”.
Qual è il punto forte del suo programma?
“Con tutti i componenti della squadra di Consiglieri ci siamo candidati nella consapevolezza che andremmo a svolgere un servizio e non a gestire un potere. Bisogna implementare i servizi da parte del Comitato ai tesserati, gli operatori hanno trasformato una passione nella loro professione e il loro lavoro genera risorse per la Federazione che vanno impiegate per sostenere e far crescere lo Sport equestre.
Noi dobbiamo aiutare i centri e gli Istruttori a lavorare. Nel secolo del digitale bisogna incrementare i servizi online, fornire risposte alle esigenze di chi lavora per lo Sport equestre, snellire la burocrazia, difendere i nostri operatori dalla concorrenza sleale di Istruttori sfornati dagli Enti di promozione e da una Amministrazione fiscale opprimente e prepotente.
Oggigiorno non è pensabile che sia ancora necessario andare fisicamente in Comitato per un passaporto Fei o un’iscrizione all’Anagrafe. Insieme alla Federazione, dobbiamo ridurre drasticamente la burocrazia. Dobbiamo contenere i costi generali del Comitato per aumentare le risorse da investire nello Sport. Il Comitato Lombardia produce notevoli entrate solo grazie ai centri e agli Istruttori e noi dirigenti abbiamo l’obbligo di amministrare queste risorse con parsimonia e rinvestire il più possibile nello Sport aiutando i centri.
Ma, soprattutto, un mio impegno sarà far crescere la classe dirigente del futuro. Sono oramai un veterano della Federazione e ho il desiderio di mettere a disposizione la mia esperienza considerandola una risorsa importante. Sono fermamente convinto nel ricambio, produce stimoli, idee ed energie nuove. La Federazione sta dimostrando tanta capacità di cambiare in meglio, non vince il singolo ma il team.
In questi due anni metto a disposizione la mia esperienza e mi impegno a coinvolgere come Consiglieri persone che non hanno fatto politica federale attiva per aiutarli a formarsi, in maniera che al termine di questo mandato possano correre liberamente il prossimo quadriennio.
La Lombardia è un’importante realtà e una Regione pilota, abbiamo bisogno di gente motivata e coraggiosa che proponga nuove idee, nuovi schemi. Siamo pronti a recepirli”.
Consapevoli che, dato il ridotto tempo a disposizione per questa Presidenza, non si potranno raggiungere tutti gli obiettivi, cosa si sente di promettere come immediatamente fattibile?
“Sono consapevole che venti mesi circa sono davvero pochi e, quindi, bisogna essere concreti e pratici. Inutile fare voli pindarici con programmi faraonici.
La Lombardia è una grande Regione, leader anche nello Sport equestre, la possiamo considerare la locomotiva dell’Italia e vorrei che rimanesse la Regione pilota per la nostra Federazione. Forte di oltre trecento centri e quaranta mila tesserati, è il miglior laboratorio per formulare e testare tante proposte e innovazioni che possiamo apportare allo Sport equestre.
Vorrei implementare il movimento della Base attraverso un trofeo ludico regionale multidisciplinare che consenta di creare un movimento capace di attrarre e attivare migliaia di bambini nello Sport equestre. Bisogna riattivare i tanti piccoli Comitati Organizzatori che esistevano in Lombardia attraverso un trofeo sperimentale che utilizzi le formule a costi contenuti dei Concorsi Promozionali e di Sviluppo proposti dalla Federazione. È nostra intenzione promuovere la multidisciplinarità per consentire ai centri di dare maggiore offerta all’utenza.
Bisogna assistere e premiare i centri che realizzano palestre per lo Sport equestre attraverso contributi che premiano gli investimenti realizzati.
Ma il sogno più ambizioso è riportare in Lombardia, con la collaborazione della Federazione e delle Autorità regionali, un grande evento internazionale come ci sono stati in passato”.
Se vittorioso, ha già pensato se e come coinvolgere gli sconfitti di questa tornata elettorale?
“Le persone valide che hanno voglia di impegnarsi per lo Sport e non hanno ambizioni personali saranno certamente utili e verranno coinvolte. Trovare persone disponibili a mettersi a disposizione della causa comune non è facile. Ci sembra corretto dare spazio a chi vuole lavorare. E poi, le buone idee non hanno copyright!”
Qual è, secondo lei, il clima di questa campagna elettorale?
“Abbiamo iniziato parlando con i centri e con gli operatori del settore per comprendere il sentimento e le aspettative. Facciamo la nostra strada con serenità e pacatezza visitando il maggior numero di centri e operatori. Siamo tutte persone che viviamo la realtà dello Sport equestre e amiamo confrontarci sul campo e non sui social”.
Come ha scelto la sua squadra?
“Sono affiancato in questo percorso da persone di Cavalli e da persone di campo che come me desiderano solo il bene dell’Equitazione con la determinazione e la volontà di conoscere l’obiettivo da raggiungere. Sono tutte persone preparate, volenterose e molto dinamiche che condividono il mio impegno e le mie idee per il futuro di questo nostro Sport e l’amore per il Cavallo”.
C’è qualcuno che invidia alle altre squadre?
“Non sono invidioso per carattere. Ho invece stima di tante persone che si sono messe in campo e si sono offerte per il bene dello Sport”.
Cosa si sente di dire a chi, come noi, si batte per le Famiglie, la Base?
“Le Famiglie, la Base e i nostri amati Cavalli sono la parte più importante nel nostro Sport. Lo Sport vive e le medaglie olimpiche si vincono perché tante Famiglie sostengono lo Sport, sostengono i figli che fanno lo Sport, contribuiscono alla crescita dello Sport. Queste Famiglie meritano rispetto e soddisfazione. Dedicheremo i nostri sforzi affinchè i sacrifici di genitori e ragazzi vengano sempre premiati. La “Base” deve venire sempre prima di ogni altra cosa”.
In che modo la sua Presidenza tutelerà il Benessere dei Cavalli?
“I Cavalli per tutti noi sono dei compagni di s”port, di giochi e di vita. La scienza moderna ha introdotto delle tecniche di apprendimento del Cavallo atleta che vanno valorizzate, implementate e contribuiscono a una cultura di rispetto del cavallo. Siamo la prima Nazione al mondo che ha imposto che i Cavalli debbano essere dichiarati Non Dpa (non destinabili alla produzione alimentare) per svolgere attività sportiva e poter partecipare a qualsiasi manifestazione riconosciuta dalla Federazione. Bisogna vigilare sull’applicazione di questi principi, coltivare questi valori, attuare una cultura del rispetto dell’altro atleta silenzioso e punire severamente mancanze e violenze”.