“I cavalli, la mia isola” di Rita Pittalis

Le Interviste di Ucif
“I CAVALLI, LA MIA ISOLA”
di Rita Pittalis
“Non ho memoria di quando sia iniziata la passione verso questo stupendo animale, penso sia una cosa di sangue, nel Dna”.
Stiamo dialogando con Rita Pittalis, nostra affettuosa iscritta da sempre. E, ovviamente, parliamo di Cavalli.
“E’ stato mio padre a mettermi sulla sella sin da piccolina, a lui devo la passione e le conoscenze che poi con gli anni sono andate sempre ad aumentare,
perché in questo mondo, è cosa nota, non si smette mai d’imparare…. stolto colui che dice di conoscere perfettamente i Cavalli e il loro mondo. È un universo che presenta sempre qualche sorpresa e non smette mai d’insegnare, sopratutto l’umiltà”.
Quando è arrivato il primo Cavallo In Famiglia?
“Dicevo che non ho memoria di quando sia iniziata la passione ma so per certo quando è iniziato l’amore…. è stato in occasione dei miei 18 anni, quando i miei genitori decisero di farmi dono di un Cavallo tutto mio, una bellissima femmina di razza A.A.S. che ancora è con me, la mia amata Valchiria, a cui nel tempo si è aggiunta una bellissima purosangue Pan Yuliang”.
Tu sei un’apprezzata scrittrice: parlaci del libro che hai recentemente dato alle stampe.
“Il libro nasce dal progetto messo in cantiere da una delle testate giornalistiche più importanti della mia Regione che, a causa di diverse vicissitudini all’interno della stessa, non è stato portato a termine, per cui ho pensato di muovermi in maniera autonoma gettando più che altro “scagliando una freccia nel bersaglio”. Questo bersaglio era il Concorso Letterario Nazionale 2018 indetto da Albatros Editore: ho fatto centro!
Di cosa tratta il tuo libro?
“L’opera, “Un’Isola a Cavallo. Storia Equestre della Sardegna”, ripercorre tutto il percorso evolutivo degli equidi, dall’attestazione dei mammiferi nel nostro pianeta, dovuta alla lenta ma inesorabile estinzione dei dinosauri, passando all’ambientazione degli stessi nei diversi punti della terra, tranne i poli il Cavallo è onnipresente, per arrivare piano piano alla sua evoluzione accanto all’uomo che ne farà suo fedele compagno nella vita quotidiana e nelle eccezionalità. L’uso del morso, la nascita della staffa, il ruolo degli allevamenti imperiali in terra sarda nel corso dei secoli”.
Tu vivi in una Regione la cui storia è fortemente collegata al Cavallo.
“La vita dei sardi è talmente legata a questo animale che tanti proverbi, tanti racconti, leggende ma anche la stessa “Carta De Logu”, il famoso codice giuridico in vigore nella nostra isola fino alla promulgazione dello Satuto Albertino 1848, sono incentrate e si rifanno spesso a questo animale che è un vero e proprio “bene””.
Il tuo libro parla anche di alcune tradizioni equestri.
“L’Opera termina con i famosi Palii, le Ardie, che affondano le radici in tempi ormai lontani ma che tutt’oggi tengono con il fiato sospeso chi ha la fortuna di assistere, ultimo ma non meno importante quello che vede noi donne protagoniste. Perché le donne sarde, non meno dei loro compagni maschi, hanno coraggio da vendere e quel tocco in più che le rende delle vere e proprie amazzoni. Da qui la nascita di un secondo lavoro letterario “La Terra delle Amazzoni: Sardegna, donne, cavalli”. Ma di questo ne parlerò in seguito….”.
Rita, sei “anche” mamma, vero?
“Ah…. vero. Ho tre figli maschi a cui spero di trasmettere il rispetto e il valore verso questo grande essere qual è il Cavallo”.
Ne siamo certi, Rita.