“FORZA UN PO’” di Barbara de Vivo

Le Interviste di Ucif
“FORZA UN PO’”
di Barbara de Vivo
Ho conosciuto Barbara “discutendoci” su Facebook, solo poi ho scoperto che abitava nella mia zona e dopo aver parlato un po’ con lei tramite web, ci siamo incontrate. Siccome è una persona che stimo per tutto quello che è riuscita a fare fino ad oggi, nonostante la giovane età, ho pensato di presentarvela attraverso questa intervista.
Ciao Barbara, grazie per essere qui. Per iniziare, da dove e quando è nata la tua passione per i cavalli?
“Innata, penso. Nella mia famiglia nessuno ha mai montato a cavallo o avuto cavalli, ma io a 3 anni “obbligavo” i miei genitori a portarmi nei maneggi o nelle fattorie in campagna per vederli e accarezzarli. Poi a 7 anni sono salita per la prima volta su un cavallo, a Campitello Matese (Molise), per il classico “battesimo della sella”… era un pezzato, ancora me lo ricordo. Tornata a casa non hanno potuto più temporeggiare per iscrivermi a Scuola di Equitazione…”.
Monta inglese o americana?
“Inglese. Ho sempre fatto Salto Ostacoli, anche se ho provato un po’ di tutto negli anni… ma nulla mi dà ciò che trovo nel Salto”.
So per certo che hai un’innata passione per i piedi del cavallo, come ti è venuta?
“Innata, anche questa. A cinque anni dicevo che avrei fatto il Liceo Classico, poi Veterinaria e che mi sarei laureata con una tesi sulle “patologie del piede del cavallo”…. anche se non avevo ancora lontanamente idea di cosa volesse dire! Lo zoccolo mi ha sempre affascinato”.
È strano vedere una donna che ferra e forgia… siete in molte?
“No, in Italia siamo poche ci contiamo sulle dita di una mano… ma all’estero è normale trovare donne inserite in questo contesto”.
Attualmente, di cosa ti occupi?
“Dopo due lauree ho in carico la terza. Nel mentre, sono impegnata su diversi fronti relativi alla Podologia e alla Mascalcia in Italia e guido (insieme al mio ragazzo, maniscalco) un team di giovani maniscalchi (under 30) con cui ho organizzato e partecipato a diversi eventi”.
Come è nato questo gruppo? E il nome particolare che gli avete dato?
“Questa è una domanda difficile, più che altro difficile da sintetizzare.
Direi che il nostro gruppo è nato dalla voglia di promuovere le nuove leve, unita alla passione per la materia che contraddistingue tutti i “miei” ragazzi. Da qui anche il nome Forza un Po’! (di cui però non svelerò l’origine…!), un grande motto che ci spinge a non mollare mai e dare sempre il massimo”.
Qual è la cosa più strana o che ti è rimasta più impressa, fino ad oggi, tra i casi che vedi o hai visto?
“Tante in verità…dal cavallo con cinque setole a quello che tremava h/24 sui carpi”.
Come ti vedi tra dieci anni??
“Spero laureata per la terza volta e sicuramente sempre in mezzo ai cavalli”.
Intervista raccolta da Fabiana Ollari