“A CAVALLO CON SAX” di Francesca Simmons

Le Interviste di Ucif
“A CAVALLO CON SAX”
di Francesca Simmons
“Mi chiamo Francesca Simmons, detta Sax, ho settant’anni e sono diventata Istruttore Federale mi sembra nel 1982, dovrei cercare il diploma! Ho sempre lavorato anche come interprete e traduttrice, un lavoro che continuo a fare costantemente”.
Un piacere, per noi di Ucif, intervistare, anzi far raccontare, una signora dell’Equitazione.
Francesca, quando ti sei avvicinata per la prima volta a questo nostro mondo?
“La verità è che non me lo ricordo! Nella prima foto su un pony ho 18 mesi….”.
Come hanno influito le tue origini britanniche sulle scelte equestri?
“Il fatto di essere nata in Gran Bretagna ha certamente influito, nel senso che pony e cavalli erano una cosa normale, al punto che quando ero in collegio avevo anche un voto in equitazione sulla pagella! Ho trovato tutto molto diverso quando siamo venuti a vivere a Roma”.
Il tuo arrivo a Roma da’ il via alla tua magnifica avventura.
“Avevo la fortuna di montare con Duccio Bartalucci a Villa Glori a Roma e li c’era anche il Pony Club San Giorgio. Un giorno, per puro caso, Cintia Campello mi disse, ‘Mi devo allontanare, Sax (il nomignolo di una vita) fai tu per un po’ per favore’. Non ho più smesso. Negli anni ho creato un pony club mio. Un centro senza cavalli tranne quello usato per il volteggio. Volevo che i ragazzini avessero un posto fatto su misura per loro. I primi pony li ho comprati in Francia, qualcuno allevato in Italia da Cintia Campello e altri in Irlanda da Carol Gee. Sono molto fortunata perché parlo tre lingue e questo mi ha permesso di crearmi una rete di amici in Francia, Gran Bretagna ed Irlanda. Negli anni questo mi ha portato a fare stage con Marcel Rozier, Gilles de Balenda e Jean Marc Nicolas. La loro amicizia e quella dei cavalieri irlandesi ed inglesi mi hanno riservato qualche sorpresa! Un anno sono arrivata a Piazza di Siena la domenica per fare i Mounted Games con i pony e Marcel mi disse che a sorpresa avevano deciso di fare loro i giochi con i ragazzi! Anche Filippo Moyerson si unì a loro. Fini con Sabina Findlay, ora istruttrice federale, a bordo campo prova che urlava ‘Sax! Fallo scendere ! Mi rovina il pony!!!’ perché Michel Robert stava facendo un paio di salti con il pony che doveva montare lei! Sono stata fortunata, mi sono sempre molto divertita ed i miei figli sono cresciuti circondati da pony e cani. Da me si montavano i ponydella scuola anche ai campionati ed in qualche occasione anche nelle basse internazionali (Fiuggi ed a Torino). In tutto l’arco della mia carriera credo di aver venduto al massimo cinque pony a privati di cui due erano per un’allieva selezionata per fare gli Europei di Salto Ostacoli. Mi piaceva pensare che con la buona volontà, abbastanza conoscenze per acquistare pony buoni ed il lavoro serio, spendere una fortuna non sia obbligatorio. Ma avevo anche l’aiuto tecnico di Duccio Bartalucci che seguiva i più forti circa una volta alla settimana quando era libero. Abbiamo saltato anche illuminando il campo con i fari delle macchine! Poi un giorno un po’ all’improvviso qualcosa e’ cambiato, qualcosa che mi ha come paralizzato.
È cambiata l’Equitazione?
“Tutti i giorni mi sento dire che ‘le cose sono cambiate’, altri tempi…mah…. Sono sicuramente cambiati i percorsi con l’arrivo degli indoor, ma questo già da moltissimi anni.
Per il resto non vedo cosa possa essere cambiato. Gente come Whitaker e Skelton non ha cambiato modo di montare. È cambiata la mentalità. Tutti hanno fretta e si pensa più ai numeri che alla qualità ed e’ un gran peccato. Vedo ragazzini che montano pony costati troppo, con stivali invece di stivaletti, e poi fanno una gimcana al passo…
Mi piacciono le scuole vere, quelle che vanno fiere delle loro felpe, quelle dove una ripresa è ancora una ripresa e ti portano in concorso quando sei pronto davvero. Ci sono diversi cavalieri di provata esperienza che hanno recentemente affrontato l’argomento parlando apertamente della fretta, i cattivi umori e dei troppi soldi che girano”.
Cosa terresti del passato e cosa apprezzi dell’oggi?
“Del passato terrei la disciplina in campo, le risate a cena, l’essere consci delle responsabilità che uno si assume insegnando ai dei bambini a montare a cavallo. Mi piaceva il fatto che portavamo i ragazzi a correre in piano, a giocare a polo, a scoprire i mille aspetti di questo vasto mondo. Oggi si hanno molte più informazioni a disposizione, ma poca conoscenza. Non vedo più la folla di ragazzini a caccia di autografi vicino al campo prova di Piazza di Siena.
Apprezzo molto il fatto di poter seguire quasi tutti i concorsi e completi in streaming”.
Invece, cosa ti piace di meno, oggi?
“La cosa che mi piace meno di tutto e’ la fretta. Fretta nel formare istruttori, fretta a portar fuori i ragazzi, fretta di spendere soldi inutili, fretta nel portare i cavalli troppo presto sulla roba grossa”.
Terminiamo questa bellissima storia di vita, ancor più che intervista, con tuo messaggio finale a tutti noi di Ucif.
“Il rapporto tra esseri umani e cavalli e’ antico ed atavico. E’ normale. Ma i cavalli ed i pony non sono giocattoli e senza il rispetto il rapporto si guasta. Inoltre, da cavallo si cade e pensare di imparare a montare, di passeggiare o competere senza cadere e senza mai farsi male sarebbe una vera utopia”.
Raccontaci queste bellissime foto di cui ci hai fatto dono.
“Consuelo ai Campionati Italiani di Completo Under 13 ai Pratoni, mi sembra nel 96.
Kira Bogh-Henrikssen ai Campionati del Mondo di Volteggio a Kapsovar con Gaby Benz longeur (prima partecipazione dell’Italia).
Mio figlio William, che ho perso 14 mesi fa, a sinistra ai Campionati Italiani di Completo ai Pratoni e a destra in concorso nazionale a Santa Barbara a Roma.
E poi, io: in concorso, anni ottanta, e al lavoro, credo nel 2001”.
Grazie, Francesca, di cuore.