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Le Interviste di Ucif
Home›Contenuti›Le Interviste di Ucif›“Il cambiamento culturale” di Sonny Richichi

“Il cambiamento culturale” di Sonny Richichi

By admin
1 Dicembre 2017
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Le Interviste di Ucif
IL CAMBIAMENTO CULTURALE
di Sonny Richichi

 

Non è difficile parlare di, e con, Italian Horse Protection: chiunque operi, a diverso titolo, nel mondo equestre conosce questa importante Associazione Onlus.
Fa piacere, però, ogni tanto ricordare i suoi principi, e per questo ci affidiamo a Sonny Richichi, suo vero e proprio deus ex machina.
Quando sono nati l’Associazione e il suo centro di recupero?

“IHP Italian Horse Protection Onlus è nata a ottobre del 2009. Ha sede a Montaione, nella campagna toscana, posizionata tra Firenze, Pisa e Siena. Qui si trova anche il centro di recupero per cavalli maltrattati, il primo in Italia riconosciuto con Decreto del Ministero della Salute, che al momento ospita sessantacinque equidi”.

Da dove provengono gli animali da voi ospitati?

“Gli animali provengono quasi tutti da sequestro per maltrattamento, da varie zone d’Italia: in questi anni abbiamo partecipato a vario titolo (spesso come denuncianti) a molte operazioni di sequestro. In alcuni casi gli animali sono poi stati portati da noi, mentre in altri li abbiamo gestiti in loco. Mediamente arrivano da noi in stato di grave debilitazione fisica e molto spaventati dall’umano. A volte, più raramente, con dei seri problemi comportamentali. Al Centro di recupero ospitiamo animali posti sotto sequestro per maltrattamento, li curiamo sotto l’aspetto veterinario e comportamentale e li inseriamo in un branco, dove riprendono (o iniziano) a vivere davvero da cavalli, ritrovando la loro natura”.

Come si svolge la vostra attività?

“Ihp opera in ambito nazionale facendo denunce, verifiche di segnalazioni di maltrattamento, supporto alle Forze dell’Ordine. Inoltre, promuove normative e fa divulgazione scientifica, sia attraverso corsi di formazione che ospitando visite al Centro di recupero o diffondendo materiali cartacei e multimediali.
Collabora con enti o istituzioni quali Ministero della Salute, Carabinieri-Forestali, Polizia di Stato, e occasionalmente anche con giornalismo d’inchiesta (Edoardo Stoppa-Striscia La Notizia, Le Iene, SkyTG24, La Repubblica)”.

Come dovrebbe essere, secondo te, il corretto rapporto con l’animale Cavallo?

“Le attività di Ihp sono finalizzate a favorire un cambiamento normativo ma anche e soprattutto culturale nel nostro Paese: il mondo del cavallo è complesso, variegato e con utilizzi e sfruttamenti molto diversi tra di loro. Se uno non è addentro a questo mondo, molte cose non le comprende e nemmeno può immaginare che esistano. Le conseguenze per gli animali coinvolti sono tante e diverse e cambiano a seconda del tipo di utilizzo. Il filo conduttore, troppo spesso, è il macello, che è spesso la destinazione finale di un cavallo che ‘non serve più’. Prima di questo, nella stragrande maggioranza dei casi, il cavallo vive una vita innaturale, possibile fonte di danni fisici e soprattutto comportamentali anche gravi. Un cavallo che vive ventitré ore al giorno chiuso in un box non ha la possibilità di fare tutte le cose che farebbe per natura: pascolare, socializzare con i simili, muoversi in grandi spazi ecc….
Instaurare un rapporto con il cavallo è possibile ma è tutt’altro che scontato, perché parliamo di un animale che ha delle caratteristiche precise, estremamente diverse dagli animali con cui siamo più abituati a relazionarci (tipo cane e gatto). Se si instaura un rapporto corretto, basato sulla conoscenza etologica (attenzione: non su questo o quel “metodo”, ma bensì sulla psicologia equina) è teoricamente possibile far rientrare anche la sella, come piccola parte di un rapporto molto più complesso e fatto di mille altre cose, nel rispetto delle esigenze di questi animali. Se invece l’obiettivo di avere un cavallo è essenzialmente quello di montarlo, è tutto già sbagliato in partenza”.

Spesso, però il Cavallo è visto come un semplice strumento per il proprio bisogno….

“Infatti, ancora oggi paradossalmente i cavalli sono considerati animali d’affezione per lo più da chi non ha cavalli…e da una piccolissima parte dei proprietari. Per il resto, oggi il possesso di un cavallo è pressoché legato a un utilizzo: quando la possibilità di utilizzo viene a mancare, il cavallo diventa solo un peso economico.
Per quanto riguarda la legge, più che da cambiare è da creare: in Italia oggi non esiste un quadro normativo di tutela dei cavalli. Stiamo lavorando anche in questo senso”.

Da dove ricevete il vostro necessario sostentamento?

“Ihp non riceve finanziamenti pubblici né rimborsi dalle procure per gli animali affidati in custodia giudiziaria. Tutte le attività sono finanziate da donazioni, offerte, lasciti. Le donazioni possono essere fatte in varie forme: come sostegno generico, come si fa con qualunque associazione. Oppure adottando a distanza uno dei cavalli salvati dai maltrattamenti che vivono al Centro di recupero (ovviamente venendo anche a trovarlo). O acquistando capi di abbigliamento o altri accessori firmati IHP. O donandoci il 5 per mille della dichiarazione dei redditi, che non costa nulla. Oppure è possibile farci regali materiali, dal fieno ai farmaci fino ad attrezzature di vario tipo. Sul sito www.horseprotection.it si trovano tutte le indicazioni su come fare una donazione. Abbiamo anche una pagina Facebook e una Twitter.
E naturalmente è possibile venire a fare volontariato al centro di recupero: il periodo minimo, per chi non lo ha mai fatto, è di due settimane, durante le quali ospitiamo il volontario in un appartamento dentro il centro di recupero”.

Grazie, Sonny, buon lavoro con i nostri amici Cavalli.

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