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Le Interviste di Ucif
Home›Contenuti›Le Interviste di Ucif›“Tastiera libera” di Gaetano Manti

“Tastiera libera” di Gaetano Manti

By admin
7 Novembre 2017
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“Tastiera libera”

di Gaetano Manti

 

Abbiamo pensato poco al titolo da dare a questa intervista: ci è bastato ripercorrere gli ultimi mesi, l’anno appena concluso, passati a leggere sul nostro e su altri Gruppi gli interventi di un grande giornalista, editore, uomo di cavalli, che risponde al nome di Gaetano Manti.
Si può essere d’accordo o meno con le sue opinioni, condividerle o avversarle, certo a Gaetano non manca la trasparenza delle sue idee, chiare, dirette, precise.
E siccome a noi di Un Cavallo in Famiglia questa dote, la trasparenza, piace, non potevamo non intervistarlo, chiedergli l’ennesima opinione, ma questa volta dedicata solo a noi.
Gaetano, parlaci di te, di come ti sei avvicinato a questo nostro mondo equestre.
“Per puro caso. A metà degli anni 80 avevo coronato il mio sogno di comprare un terreno in campagna, un rudere da ristrutturare. Vicino c’era un maneggio dove andavo a mangiare. Mi convinsero a provare e mi ammalai subito della malattia di chi si innamora dei cavalli. Nel 1987 comprai la mia prima cavalla, Rebecca, una splendida maremmana allevata da quel grande uomo di cavalli che è Jacopucci. Credo l’unica cavalla maremmana della storia che aveva un terrore folle delle vacche. Me ne accorsi a mie spese quando in una delle prime passeggiate ne incontrai una. A parte questo problema, è stata una compagna straordinaria che non dimenticherò mai. Facevo l’editore e nella fine degli anni 80 percepii una grande opportunità di mercato. Erano gli anni in cui arrivavano in Italia cavalli argentini a centinaia e si comprava cavallo con sella e finimento per un milione e mezzo di Lire. Così, nell’ottobre del 1989, lanciai alla fiera di Verona la rivista IL MIO CAVALLO. Fu un successo straordinario e travolgente. Due anni più tardi acquistai dall’editoriale Olimpia la rivista Cavalli & Cavalieri con la quale iniziai un’altra bella avventura, che mi portò a vivere da dentro il mondo degli sport olimpici. La malattia mi portò anche a fare l’allevatore, il proprietario di cavalli importanti e di un Centro Ippico. Le ho viste proprio tutte, compreso la conoscenza personale dei Presidenti Fise, da Mauro Checcoli sino a quello attuale, passando per il commissario Ravà, senza dimenticare la conoscenza di Vincenzo Muccioli e della sua comunità. Uomo complesso dal quale ho imparato molto. Insomma non mi sono fatto mancare proprio nulla”.
E a un certo punto della tua vita hai conosciuto UCIF….
“Quando ho ceduto le mie riviste di cavalli ho deciso, il 31 dicembre del 2013, di affacciarmi su Facebook, mezzo che sino ad allora avevo quasi ignorato vista la mia carriera nella carta stampata. Ho dato vita alla pagina ‘La mia nuova Fise’ e poi alla pagina ‘Io non sono Paolo Margi’. È così che sono venuto a conoscenza non solo di UCIF ma anche della forza dirompente di Facebook. Alcuni miei interventi, soprattutto quelli sui vari palii, mi hanno messo in contatto con una quantità di persone che durante la mia carriera di editore di successo nemmeno mi sognavo. Un mio post sul palio di Siena ha avuto 172.000 contatti. Nel dedicare ogni giorno molto tempo a Facebook è stato inevitabile seguire la vostra pagina che ritengo una delle migliori oggi in circolazione. Così ho approfondito la conoscenza di UCIF che sono convinto possa e debba giocare un ruolo importantissimo nel mondo equestre”.
A questo proposito hai qualche consiglio da darci?
“Questa è una domanda davvero molto difficile. Sino a ora non ho visto una sola mossa sbagliata da parte vostra. Penso che UCIF potrebbe giocare un ruolo molto importante, non solo rappresentando le famiglie coinvolte nel mondo dei cavalli. Io credo che potrebbe anche svolgere un ruolo molto importante nel diffondere e trasmettere cultura equestre, cosa che nel nostro Paese può ancora fare passi da gigante. Insomma voi potreste diventare fornitori di contenuti rilevanti in molti settori dell’equitazione. Per far questo ci vogliono risorse che credo voi potreste trovare con relativa facilità perché il gruppo dei vostri iscritti ha un valore enorme”.
Grazie del tuo apprezzamento, Gaetano. E dei tuoi consigli.
Cosa cambieresti, invece, del nostro mondo equestre?
“Vorrei vedere questo mondo non essere costretto a dimensioni enormemente più piccole di quelle degli altri Paesi europei. È da quando sono entrato in questo mondo che ho tentato di convincere i vari presidenti Fise a sviluppare un programma strategico per una seria introduzione dei pony games in Italia. I nostri sono gli unici sport che non hanno una offerta appetibile per i bambini, delle elementari e delle medie. Tutti gli altri sport, dal tennis al basket, hanno sviluppato progetti specifici per avvicinare i giovanissimi. Oggi una mamma che deve scegliere lo sport per i figli va in un maneggio, vede questo bestione enorme e si spaventa. Allora, preferisce tennis, basket o altro che offrono attività fatte a misura di bambino. Chi ha sperimentato i pony games sa che quando una mamma porta il bambino o la bambina in un posto dove ci sono pony games (non pony da salto) ha moltissime probabilità di vedere il figlio o la figlia innamorarsi al primo sguardo.
Alla prima edizione di Cavalli a Milano noi abbiamo invitato le scuole di Milano e Provincia. Sono venuti 32.000 bambini e bambine e abbiamo rilasciato più di 8.000 patenti pony. Poi questi bambini non hanno trovato offerta e in grandissima parte non hanno proseguito.
Il problema in Italia è che i cavalli dei pony games non si vendono ai clienti perché nessun bambino ne possiede il suo. Valore in sé enorme ma che diventa ostacolo insormontabile per la mentalità imperante nella maggior parte dei Centri Ippici. Chi vorrà affrontare questo tema con serietà sarà il Presidente che passerà alla storia per aver dato vita a una vera crescita dell’Equitazione in Italia. Basta vedere l’esperienza francese con i suoi numeri strabilianti per capirlo”.
Una ricetta talmente semplice che fa rabbia non vederla applicata….
E, quindi, …. come vedi l’attuale situazione e quali speranze vedi per il futuro?
“Non la vedo bene perché la dirigenza pensa solo al vertice e ad accattivarsi, con tutti i mezzi possibili, i voti per le successive elezioni. Le clientele, alimentate da soldi e favori di tutti i tipi, hanno dominato il nostro ambiente negli ultimi trenta anni. Io sono, comunque, ottimista perché i nuovi mezzi di informazione, Facebook in testa, stanno cambiando le regole del gioco. Spero arrivino al traguardo molto presto, magari in tempo per le prossime elezioni”.
Per concludere, Gaetano, vuoi inviare un messaggio all’attuale Presidente Fise?
“…. quello contenuto nelle risposte ai due punti precedenti….”.

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