“Nessuno è più uguale degli altri” di Laura Carmela Morgante

“Nessuno è più uguale degli altri”
di Laura Carmela Morgante
Confesso che, quando ho riletto l’intervista che Laura Carmela Morgante mi ha concesso, sono andato a leggermi, di nascosto, tutto quanto trovavo su internet relativamente al movimento filosofico, politico e culturale che si rifà all’antispecismo.
Ho così scoperto, aiutandomi anche con Wikipedia…., che il primo autore a parlare di specismo fu lo psicologo Richard Ryder, che sostiene l’esigenza di smascherare il più grave errore morale che, a suo dire, contraddistingue la società occidentale antropocentrica, ossia il rifiuto di riservare un trattamento egualitario agli esseri viventi non umani solo per ragioni connesse all’assenza di un legame di specie.
La nostra intervista a Laura è breve, come tutte le nostre interviste, che vogliono essere delle brevi chiacchierate con i nostri amici; ma credo sia sufficiente per stimolarvi ad approfondire questo interessante argomento. Fatelo, ve lo consiglio, dopo aver letto le risposte di Laura.
Laura, parlaci di te, della tua esperienza equestre, di come ti sei avvicinata a questo mondo.
“Ho conosciuto gli equidi da piccolissima, quando ancora instabile sulle mie gambe, passavo le vacanze a casa dei miei nonni. All’epoca loro ancora avevano asino e vacche…. Già… il mitico asino di mio nonno…. Bricco… l’asino che io volevo riportarmi a tutti i costi a casa. I miei programmi erano quelli di farlo dormire nel letto di mio fratello, mentre, il pargolo, ignaro del suo futuro, intendevo sfrattarlo dalla sua camera e relegarlo in garage… tanto a lui piacevano le auto e i motori, quindi sarebbe stato più felice in garage… All’epoca mi limitavo a frequentare asini e cavalli nel paesino di alta montagna d’origine. Il mio rapporto con questi animali era molto “contadino”… I cavalli andavano al pascolo, d’estate dormivano nel recinto, il più del tempo rimanevano sferrati, la stalla era solo per l’inverno pieno quando fuori c’era la neve. Che un animale si potesse tosare, era cosa che non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello. Un assaggio di gestione natural insomma…., quella che oggi va tanto di moda, ma che allora era solo la gestione del contadino povero e popolano. Nell’età dell’adolescenza è arrivata la mia prima cavalla in città. Ho così iniziato l’avventura nel mondo del salto ostacoli, e dell’equitazione “bene”…. Facevo la snob e mi sentivo più “fica” dei miei compaesani contadini… La mia cavalla aveva un box, una lettiera, era ferrata tutto l’anno, era tolettata, con criniera e pelo sempre di “parrucchiere”… Insomma… io mi ero evoluta… non appartenevo più al volgo, bensì all’élite…. Però, sta cavalla aveva sempre le gambe gonfie, soffriva d’asma e ogni tanto andava in colica, e le puzzavano i piedi … Ma era normale…. Mi dicevo… La MIA cavalla, era una cavalla da salto, una cavalla di genealogia, è chiaro che fosse più delicata dei cavalli rustici e non di razza dei miei compaesani montanari…. Povera me… quanto ero scema… e quanto mi prendevano in giro con le loro boiate i tecnici di turno ai quali mi affidavo… Quante volte sono tornata a casa piangendo perché le cose non andavano… e fra una lacrima e l’altra i miei pensieri tornavano ai cavalli bassi, tozzi, con il pelo lungo e sferrati dei miei compaesani montanari e contadini…. Poi finalmente la svolta… ho conosciuto Carlo Faillace… il caprilliano, natural, anti Fise che sicuramente il nostro presidente conosceva… Finalmente potevo pensare che i miei compaesani montanari avevano ragione da vendere su tante cose, e che i fricchettoni dell’equitazione bene, avrebbero fatto bene a rivedere i toto le loro posizioni. Di lì è cominciato uno “studio pazzo e disperatissimo”…: fisiologia, biomeccanica, barefoot, anatomia, equitazione naturale ed equitazione classica, alimentazione, comportamentismo, cognitivismo, etologia, teoria dell’apprendimento… insomma tutto ciò che mi poteva essere utile… ed ora eccomi qua… con la necessità di studiare ancora tanto, ma con le idee molto chiare su ciò che non va nell’Equitazione… Con tutta probabilità ancora non so cosa sia giusto con i cavalli, ma sicuramente so cosa non è giusto…”.
Un torrente in piena, Laura, un torrente in piena. Prendiamo fiato….
Come hai conosciuto UCIF? Cosa ti piace e cosa vorresti invece cambiare nel nostro Gruppo e nella nostra Associazione?
“Ucif l’ho conosciuta frequentando il Gruppo Facebook Stufi della Fise. Mi capitava di inciampare in discussioni in cui degli ippogenitori venivano maltrattati e derisi per le loro lamentele, e quei genitori mi incuriosivano perché mi ricordavano la mia disperazione di un tempo, quando il mondo dell’Equitazione mi schiacciava su ogni fronte. Ho visto quegli ippogenitori organizzarsi in un gruppo, li ho visti stringersi fra loro nel tentativo di difendersi. Spesso mi hanno fatto tenerezza, perché li ho visti cadere ingenuamente in trappole nelle quali anche io ero caduta. Ma la loro volontà di difendersi era ammirevole… Avessi avuto anche io trent’anni fa uno strumento come Fb per potermi difendere…. Eeehhhh. Ucif è per me il vero mondo dell’Equitazione, quello fatto dalle persone più disparate, che vivono l’Equitazione, ognuno a loro modo, ognuno nel loro percorso di crescita, chi più avanti chi più in dietro. Ucif è il popolo… il resto è noia o copertina di un giornale… Cosa cambierei in Ucif? Booooo…. io mi preoccupo di cosa devo cambiare di me… è già tanto difficile capire quello, figuriamoci se posso sapere cosa cambiare degli altri…”.
Grazie Laura, davvero. Ci piace la descrizione che hai fatto di UCIF e mettiamo “MI PIACE”.
E, invece, che cosa vorresti cambiare in questo nostro mondo equestre?
“Io vorrei che il mondo tutto, e non solo quello dell’Equitazione, capisse il vero senso di Galileo Galilei, vorrei che il mondo prendesse atto una volta per tutte dei risvolti filosofici, morali ed etici della caduta del geocentrismo… Vorrei che l’antispecismo fosse oramai parte integrante del modo di pensare di tutti… Tutto il resto sarebbe una conseguenza facile… È perfettamente inutile che io mi metta a parlare di roll-kur, di maltrattamento, di sfruttamento, di cultura equestre e quant’altro, se il mondo non esce dalla trappola del geocentrismo…”.
Immagina che ti stia leggendo il Presidente della nostra Federazione: che cosa vorresti chiedergli?
“Al Presidente non ho niente da chiedergli in più di quello che non chiedo a tutti gli altri… Fise esca dalla trappola del geocentrismo e faccia propria la filosofia dell’antispecismo…”.
Signori, Laura Carmela Morgante. Grazie!