Io, mio padre e Tumultuosa di Francesco Vergine

Io, mio padre e Tumultuosa
di Francesco Vergine
“Ho iniziato a montare un po’ per caso, quando un amico mi propose di andare con lui al maneggio. Non ero molto interessato ma, per buona educazione (come mi disse in un orecchio il mio splendido papà), accettai”.
Francesco Vergine è il Presidente del Comitato Regionale Fise Puglia.
“Sin dal primo approccio ho scoperto la bellezza unica di questo sport: rispetto, amore, condivisione, fiducia. In una parola, ho scoperto cos’è il binomio, ma non nel senso agonistico del termine. Binomio come componenti alla pari, con sentimenti reciproci. Tutti in uno. Binomio sin dalla scuderia. Binomio come sinonimo di Amicizia. Si dice che si è fortunati se nella vita si incontra un Amico vero: i cavalli smentiscono il detto. Ogni cavallo è disponibile ad esserti l’amico della vita. Senza nulla in cambio”.
Sentimenti che noi di Un Cavallo in Famiglia conosciamo bene e che Francesco ci ricorda piacevolmente.
“Da lì è nata la mia passione. Avevo 13 anni. Ho montato sino a 18 anni in un paio di centri in provincia di Lecce (avendo la fortuna di avere al mio fianco una persona eccezionale, che nulla aveva a che fare con il mondo equestre, ma che era spettatore, supporter, autista, consolatore, sponsor e tifoso: mio padre). Il desiderio di una buona laurea mi ha portato all’Università di Modena e negli anni degli studi, mio malgrado, ho ‘staccato la spina’”.
Per fortuna, la pausa non è durata per sempre.
“Nel 2001 cessa l’astinenza. Mi fu regalata una cavalla ‘volante’, dal nome Tumultuosa. Tanto cuore e tanta disponibilità. Mi ha donato tutta sé stessa. Dopo qualche anno e tante soddisfazioni, sotto la sapiente guida tecnica di Luca Miccoli, decido di mettere a riposo la mia campionessa (che inizia la sua attività di mamma, sempre al mio fianco). Acquisto due cavalli e inizio a montare con Giovanni Negro, cioè proprio quell’amico che mi portò per la prima volta al maneggio e che, nel frattempo, era diventato un istruttore. Ed eccomi qui, da perfetto amatore, con un problema serissimo: i cavalli nel frattempo sono diventati 13. Ebbene sì, in famiglia montiamo tutti e non amiamo vendere i cavalli; dunque sono tutti ancora con noi. Tutti tranne Tumultuosa. Una malattia fulminante me l’ha portata via”.
Anche questo dolore è un sentimento che, molti di noi che scriviamo e leggiamo qui su UCIF, conosciamo bene. E di fronte al dolore, la passione si rinforza, come un amore che si perpetua nel tempo, anche con altri protagonisti che ci ricordano chi non è più al nostro fianco.
“Nella vita mi occupo di altro, ma riesco a ritagliarmi un po’ di tempo da dedicare ai miei eroi. Sì, proprio eroi, perché oltre all’amore che quotidianamente mi donano, mi tollerano a tal punto da consentirmi di fare le gare di salto ostacoli di secondo grado”.
Cosa cambieresti, Francesco, di questo mondo equestre che conosci davvero bene?
“Cosa cambierei nel nostro mondo? La litigiosità. Se riuscissimo a trasferire verso gli altri anche solo la metà di quell’amore che proclamiamo verso i cavalli, avremmo costruito un mondo equestre più vivibile. Il problema è che, spesso, anche l’amore verso i cavalli, è solo un proclama. Non si ama il cavallo ma ciò che esso ci consente di fare”.
Sembra di leggere uno dei nostri post che spesso viene denigrato da chi afferma di sapere tutto dei cavalli, a differenza nostra che ne conosciamo solo il cuore.
A proposito di UCIF, come ci hai conosciuto e che consigli ti senti di darci?
“Ho conosciuto UCIF attraverso la più genuina forma di pubblicità: il passaparola. Penso che, come tutte le forme di associazionismo, sia lodevole. Peraltro, è splendido vedere le richieste di consigli e le risposte che tutti gli associati si danno. Ecco, appunto, le spirito equestre vero: condivisione, disponibilità con disinteresse. Vorrei solo consigliarvi (posso scrivere consigliarCi? Sarei fiero di essere dei Vostri) di continuare ad essere così come siete, senza snaturarvi”.
Richiesta accettata, Francesco, sei dei nostri! (E non ci snatureremo, promesso).
Per concludere questa nostra intervista, che ci ha permesso di conoscere meglio un nostro amico, che impegni ti dai per l’anno appena iniziato, qual è il tuo sogno nel cassetto?
“L’impegno per il 2016 è quello di proseguire, con sempre maggiore vigore, nell’impegno a favore del nostro mondo, implementando il gruppo di amici che hanno inteso seguirmi in questa avventura dirigenziale, faticosissima ma molto entusiasmante. Il mio sogno? Irrealizzabile e quasi inconfessabile per un trentanovenne: uardarmi accanto e vedere ancora mio padre e Tumultuosa. Sono certo che sono insieme, a fare i miei supporter”.
Ne sono certo, Francesco.