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Le Interviste di Ucif
Home›Contenuti›Le Interviste di Ucif›“Il sorriso delle ippomamme” di Nicoletta Centofanti

“Il sorriso delle ippomamme” di Nicoletta Centofanti

By admin
7 Novembre 2017
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“Il sorriso delle ippomamme”

di Nicoletta Centofanti

“Eccomi qui.
Mi chiamo Nicoletta e dovrei parlarvi di me. Non è facile, sono un ‘casino’ totale! Ma, forse, solo quando sono coi cavalli o parlo di cavalli, la mia vita e il mio essere prendono un senso logico. Sono una neo ippomamma, sono un’amazzone in costante crescita, sono una neo istruttrice…. ma, prima di tutto sono una ippofiglia. Ho iniziato ad andare a cavallo all’età di sette anni, con l’insegnante migliore che potessi desiderare: mio padre. E nel modo migliore che potessi desiderare: a casa mia, vivendo i miei cavalli nelle piccole abitudini quotidiane. Sono praticamente cresciuta a pane e cavalli, con tutte le responsabilità annesse e connesse, perché, come ben sappiamo, questi animali meravigliosi hanno bisogno di cure ed attenzioni ogni giorno, e a casa non avevo nessuno che pensasse a loro al posto mio. Grazie a questa meravigliosa passione, ho avuto modo di creare anche un rapporto unico e speciale con mio padre: le ore passate a cavallo a parlare, io e lui, erano per me momenti imperdibili. E nemmeno diventando grande ho rinunciato alle nostre passeggiate. Poi, anche per me è arrivato il momento dello stop, durato quasi due anni, nei quali sono diventata mamma di una splendida bimba. Ma il richiamo della passione ha iniziato a battere in me, insieme al mio cuore. Ma stavolta volevo provare la vita di maneggio, volevo imparare a saltare, volevo assaporare nuove sfide. E così è stato: sono arrivata in un maneggio vicino a casa mia, struttura meravigliosa, e li mi sono rimessa in discussione, ho imparato una nuova gestione del cavallo, un nuovo approccio e un nuovo modo di allenare il cavallo e di allenarmi con lui. Ho iniziato a respirare aria di agonismo e la voglia di migliorarsi ogni giorno cresceva sempre più. E, dopo pochi mesi, ho trovato l’amore, un colpo di fulmine…. “.
Ci si può innamorare di in cavallo?
“Decisamente si! Io di lui mi sono perdutamente innamorata, un sauro bellissimo, cavallo di gran carattere, ma con un cuore sincero. Il suo nome è Zanbarak ed è stato luce in momenti bui per me. Difatti, pochi mesi dopo aver trovato lui, è iniziato per me un lungo periodo non facile, a causa di problematiche familiari, e il mio cavallo é stato per me un porto sicuro. Nei suoi occhi vedevo me, ma soprattutto ciò che io volevo continuare ad essere, un cavaliere, e come tale avrei lottato a testa alta. In questi anni ci sono stati cambiamenti notevoli per me. A seguito di una caduta con relativa frattura della clavicola, ho portato il mio adorato cavallo a casa mia, ove ad aspettarlo c’era il cavallo, ormai pensionato, di mio padre, Rex (cavallo salvato dal macello nel 1995, a tutt’oggi ancora a casa nostra, amato e coccolato da noi tutti). Per un anno e mezzo ci siamo dedicati a trekking, alla vita da campagna, a momenti vissuti in dolcezza insieme alla mia bimba”.
Si può interrompere una simile profusione di dolcezza con delle domande banali?….. Direi di no, ascoltiamo ancora Nicoletta.
“Poi, la mia voglia di apprendere ed approfondire la mia cultura equestre ha avuto il sopravvento. E, dopo varie ricerche, sono arrivata, quasi per caso, al C.I. La Società Ippica Vogherese. Qui ho trovato persone davvero speciali, che hanno accolto me, la mia bimba e il mio cavallo con un calore familiare alquanto raro, per i tempi che corrono. In questi mesi, ho avuto la possibilità di imparare da persone alquanto preparate e sensibili, che non solo mi stanno insegnando a gestire cavalli con diverse personalità o a gestire una scuderia: mi stanno insegnando soprattutto a capire i cavalli, ad ascoltare i cavalli, a rendere felici i cavalli, che è la base di ogni tipo di lavoro noi vogliamo intraprendere con i nostri amici a quattro zoccoli. Grazie a loro ho avuto modo di diventare istruttore base e pony, ma anche di diventare IPPOMAMMA, perché da circa quattro mesi la mia bimba ha iniziato a coltivare questa splendida passione, e lasciatemelo dire, va alla grande! È molto sensibile, oltre che molto portata”.
Siamo a fine anno: che obiettivi hai per il nuovo che arriverà?
“Tra i vari progetti per l’anno che sta per iniziare, c’è anche il debutto sportivo di mia figlia in primavera nel dressage, da me seguita, anzi, insieme a me, visto che gareggerò anch’io. È meraviglioso condividere con lei questa passione, la preparazione, le gioie e i dolori di questo sport. Che poi non è solo uno sport, ma un vero e proprio stile di vita. Obiettivo 2016, I Grado Dressage e annesso corso per istruttrice, sempre di Dressage. Incrociamo le dita: sarà un percorso non facile, ma l’impegno e la voglia di arrivare non mancano!”.
In questa avventura ti seguirà Icaro?
“Sì! Icaro, spudoratamente dolce! Sono due mesi che abbiamo iniziato a lavorare assieme per poter raggiungere buoni e spero ottimi risultati in Dressage”.
Hai qualcosa da dire a noi di UCIF (quindi anche a te stessa….)?
“Ho conosciuto UCIF su Facebook. Mi ha colpito il nome del Gruppo e mi ci sono ritrovata subito, perché i miei cavalli sono parte della mia famiglia. E UCIF si è davvero rivelata una grande famiglia, unita dalla grande passione e dal grande amore per i cavalli”.
Cosa cambieresti in questo mondo equestre, Nicoletta, che mi sembra tu ami moltissimo?
“Nel mondo equestre cambierei molte cose, ma la cosa che più mi fa arrabbiare è vedere che molti cavalieri e preparatori ‘usano’ i cavalli come mezzi per far soldi e basta. Li sfruttano fino a rovinarli, per poi abbandonarli come pezze da scarpe usurate. Ecco cosa cambierei, questa mancanza di rispetto nei confronti dei cavalli che purtroppo spesso si vede”.
Finale con il botto della nostra Nicoletta. Per un attimo il suo sorriso è sparito, ma solo per un attimo.
Il sorriso di Nicoletta, il sorriso delle IPPOMAMME.

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