“Il mio talento è la passione” di Valentina Bachi

“Il mio talento è la passione”
di Valentina Bachi
“Sono un’amazzone poco dotata, ma davvero molto molto appassionata”.
Un bellissimo inizio della nostra intervista a Valentina Bachi, una fedelissima del nostro Gruppo Facebook Ucif.
“L’argomento cavallo, equitazione, gestione e addestramento è il mio principale, grandissimo, interesse. In sella cerco di fare del mio meglio, e puntare a un ideale di equitazione corretta e consapevole nel rispetto fisico e mentale del cavallo, quale amico con cui fare delle cose insieme. Sono anche ippomamma di una brava ragazza di 15 anni, e sono felice che anche lei mostri lo stesso interesse e la stessa voglia di migliorarsi, e che non consideri il cavallo un mezzo, in nessun senso”.
Come ti sei avvicinata a questo nostro mondo equestre?
“Nella mia famiglia nessuno si era mai interessato a cavalli e equitazione, ma sono fucecchiese, e penso che l’imprinting mi sia venuto dal Palio, perché ricordo con grandissima emozione questo evento sin da quando ero bambina: mi incantavano i cavalli bardati per la sfilata in costume e mi entusiasmava pazzamente la corsa. Alle medie fantasticavo di avere un cavallo stupendo con cui andare la mattina a scuola… Poi chiaramente lui intelligentissimo se ne tornava a casa e quindi veniva a prendermi di nuovo all’uscita. In quel periodo chiesi ai miei di poter prendere lezioni, ma erano altri tempi, pochi soldi, il maneggio era lontano, non si poteva. Mia madre mi disse ‘Porta pazienza: quando sarai grande e lavorerai, se lo vorrai ancora potrai farlo’. E così è stato. Ho cominciato a montare a ventuno anni, e ho fatto prevalentemente passeggiate. Ho dovuto attendere di avere ben trentaquattro anni per poter coronare il grande sogno e comprare quel cavallo stupendo e intelligentissimo. Non mi accompagna a scuola, però mi sta insegnando davvero tanto”.
Come giudichi il nostro mondo? Cosa ti piace e cosa non, cosa cambieresti subito?
“Sono molto molto critica nei confronti dell’agonismo, perché ritengo che possa tirare fuori il peggio delle persone. Tuttavia ammetto che, in cavalieri ‘puri di cuore’ e con le giuste intenzioni, tiri fuori anche il meglio. Perciò il problema del rispetto del cavallo, in realtà, non si trova nell’agonismo in sé ma nell’approccio di chi pratica equitazione. Penso che ci sia tanto tanto lavoro da fare per sensibilizzare i cavalieri, particolarmente amatori, sull’importanza di considerare il cavallo un amico, un partner, e eventualmente un compagno di squadra, anziché uno ‘strumento’ per il proprio divertimento. In questo senso la proposta di legge per far diventare il cavallo ‘animale d’affezione’ mi sembra molto importante, benché ponga poi dei problemi di tipo etico sulla compravendita di questi animali. Infatti, riteniamo normale vendere un cavallo, magari dopo anni, per passare di categoria, mentre è considerato sempre socialmente deprecabile vendere il proprio cane. Al momento ci vedo una certa incoerenza che mi pare difficile da risolvere”.
Tra le discipline equestri, quale preferisci?
“Io amo tutta l’equitazione, in tutte le salse, purché ‘bella’ e ben fatta: e con questo, oltre a una bella tecnica e al rispetto dell’animale, intendo l’equitazione in cui si vede il cavallo contento e non semplicemente sottomesso o obbediente. Se il cavallo è contento del suo cavaliere e di ciò che fanno insieme, lo si vede anche nelle attività più semplici, e questa per me è ‘bella equitazione’. Giacché prima ho menzionato il Palio, che è un argomento indubbiamente molto controverso, penso che qualunque attività equestre sia accettabile, purché si tuteli al meglio la salute dei cavalli. I Palii e le feste di paese sono un aspetto culturale molto importante che non è giusto vada perso o abolito, a mio parere; ma certamente bisogna modernizzarlo e adeguarlo alla sensibilità del terzo millennio. In questo senso secondo me il Palio di Fucecchio può a buon diritto porsi come una best practice, perché viene corso in una bella pista con fondo appropriato, anziché per le strade cittadine fra i palazzi. Sono tanti anni che non vi avvengono incidenti di pista, e questo dimostra come sia possibile correre un palio senza mettere a rischio i cavalli (o, almeno, non più di quanto avvenga nel settore ippica/galoppo)”.
Hai voglia di concludere questo nostro breve incontro con un pensiero per Ucif?
“Trovo Ucif importante perché intende costruire una comunità di persone con una visione condivisa del rapporto col cavallo e dell’equitazione, cercando i compromessi dove sono possibili. Il gruppo è anche un grandissimo strumento di divulgazione sull’equitazione ‘corretta’ e ‘rispettosa’, ed è bello vedere tante persone mettersi in gioco e pubblicare le loro foto e le loro storie, oltre a dubbi e richieste di consiglio e confronto. E anche se inevitabilmente, con così tanti utenti, capitano delle scaramucce, sono solo litigi tra amanti. Del cavallo”