“Il Cap mi ha salvato la vita” di Valentina Truppa

“Il Cap mi ha salvato la vita”
di Valentina Truppa
Valentina Truppa, campionessa di Dressage, ci regala la sua preziosa testimonianza
Sono personalmente emozionato ad aver avuto la possibilità di intervistare una delle più conosciute ed ammirate campionesse del nostro sport. Ringrazio per questa opportunità Valentina e Vincenzo Truppa e spero che questa testimonianza sia di aiuto nella nostra campagna per l’utilizzo del cap, sempre e comunque.
Gentilissima Valentina, grazie per aver accettato il nostro invito. Credo che lei non abbia bisogno di presentazioni, rappresentando oggi la vera punta di diamante della nostra Equitazione. La sua popolarità è tale che il suo recente infortunio è stato seguito con apprensione da moltissimi appassionati, e non solo. Anche se non è un bel ricordo, vuole raccontarci ancora una volta cosa le è successo?
“È il mese di giugno 2015 e mi trovo all’Equestrian Centre San Zeno, pronta a gareggiare nell’Intermediare 1 del Concorso Nazionale, concomitante con l’Internazionale. L’orario di ingresso in campo, previsto per le 14.40, è stato anticipato senza darcene comunicazione e in campo prova scopro che sono già invitata a entrare. Mio padre Vincenzo fa presente che non siamo stati avvertiti di questo anticipo; io inizio a montare il cavallo, soggetto giovane di 7 anni. Intanto, inspiegabilmente, avendoci concesso 15 minuti per preparare il cavallo, permettono l’ingresso in campo gara, attiguo al campo prova, di trattore e uomini di servizio per rifare il campo. Dopo 15 minuti, il giudice in C richiama il mio ingresso in campo: attendo qualche minuto per lasciare uscire il trattore, ma gli uomini in campo si attardano ad uscire, nonostante i ripetuti inviti di mio padre. Nel passare dal campo prova al campo gara, il mio cavallo si spaventa nel vedere gli uomini, di cui uno, addirittura, si attarda a dare acqua alle piante! Il cavallo si spaventa, scivola di lato, cerca di non cadere e da’ un forte colpo di schiena, lanciandomi come un arco all’indietro. Io cado pesantemente picchiando la nuca, il cap mi salva letteralmente, ma il contraccolpo è tale che mi causa un’emorragia, oggi fortunatamente solo un brutto ricordo, sulla parte frontale del cervello. Il cap, come detto, mi ha salvata: l’ho sempre usato con cavalli giovani, ma dopo, questa esperienza, ho deciso di indossarlo sempre, anche per dare un contributo alla sensibilizzazione al suo uso a tutti i livelli”.
Come forse lei sa, la nostra Associazione ha deciso di dedicarsi a un’importante battaglia per l’utilizzo del cap, sempre e comunque, e questa sua posizione al riguardo non può che farci un immenso piacere. Lei è un grande esempio per tutti i giovani che praticano questo sport.
Facciamo un passo indietro, insieme. Come si è’ avvicinata a questo mondo? Cosa si sente di suggerire a chi ci si avvicina per la prima volta?
“Beh, io sono figlia d’arte, quindi è stato naturale affacciarmi al dressage: ma la passione è tutta mia!. Consiglio: un buon istruttore, un buon cavallo e una volontà di ferro”.
Vorremmo salutarla con un suo ultimo pensiero, un suo sogno: ha la bacchetta magica in mano, cosa si sente di regalare a sé stessa e al nostro mondo equestre?
“Le bacchette magiche non esistono. Nel breve ce la metterò tutta per qualificarmi per la finale di World Cup e soprattutto per le Olimpiadi di Rio, cosa tutt’altro che facile, dato che bisogna qualificarsi tra i primi 6 individuali al mondo, poiché a squadre l’Italia non è qualificata. Al nostro mondo equestre auguro di cuore che si abbandonino tutte le pratiche abusive che vanno contro la salute dei cavalli, e mi auguro che l’opinione pubblica reagisca sempre più energicamente contro la pratica di queste tecniche, si fa per dire, pseudo moderne….”.
Fare sport in sicurezza e con il massimo rispetto verso la salute dei nostri compagni di gara: Valentina Truppa, la nostra campionessa. Grazie.