“Gina è ancora il nostro cane” di Claudia Morandi

“Gina è ancora il nostro cane”
di Claudia Morandi
Questa è un’intervista davvero particolare ed emozionante.
Tutti noi di UCIF conosciamo Gina, sappiamo che cosa le è successo, non dimentichiamo.
Ci risulta impossibile pensare che sia successo in un mondo che alcuni si ostinano a ritenere uguale agli altri, nel bene e nel male, mentre dovrebbe essere unico nel suo genere, perché vede come principale protagonista un animale e come tale dovrebbe rispettare tutti gli animali, non solo i cavalli.
È per questo che ogni tanto sentiamo il bisogno di ricordare a tutti Gina, e per farlo, questa volta, abbiamo scelto chi meglio di chiunque altro la conosce, ed è una dei tanti veri, e a volte non considerati come meritano, protagonisti di questo nostro mondo equestre.
Claudia, parlaci di te, della tua esperienza equestre, di come ti sei avvicinata a questo mondo.
“Avevo 6 anni, in montagna, in passeggiata…. sono salita a cavallo seduta davanti all’istruttore…. siamo andati a galoppare nel bosco! Da quel momento ho pensato che non sarei mai più voluta scendere! Anche se poi ho iniziato con la scuola di equitazione vicino a casa a 13 anni…. a 15 anni il mio primo cavallo, Arthus…. da allora non ho passato giorno senza andare in scuderia”.
Come hai conosciuto UCIF? Cosa ti piace e cosa vorresti invece cambiare nel nostro Gruppo e nella nostra Associazione?
“Ho conosciuto UCIF in seguito a quello che mi è accaduto l’hanno scorso in agosto… Pur non essendo una fanatica dei gruppi di FB, trovo che il Gruppo sia un buono strumento di propaganda e un modo “sano” e genuino per avvicinarsi al nostro ambiente sempre più “malato” e a volte purtroppo “insano”.”
A questo proposito, che cosa vorresti cambiare in questo nostro mondo equestre?
“Che cosa vorrei cambiare?…. Domanda difficile… Amo questo mondo, l’ho sempre amato… per me i cavalli sono sempre stati la mia più grande passione. Ecco, se devo fermarmi oggi e riflettere, questo ambiente mi ha nauseato e schifato a tal punto da andarmene all’estero pur di continuare a restare nell’ambiente. Costi troppo alti da sostenere, gente che ti sorride davanti e ti pugnala alle spalle, invidia. Forse tutto questo lo eliminerei volentieri”.
Conoscendoti anche di persona, so quanto hai sofferto per un tragico fatto che ha coinvolto un animale a te molto caro: ce ne vuoi parlare? Cosa ti senti di dire per ricordare Gina, questo è il nome della cagnolina che ormai tutto il nostro mondo conosce bene?
“Per ricordare Gina cosa posso dire… lei è stato il miglior cane che potessi avere: fedele, leale, affettuosa, era parte di me. Mi è stata vicina in tanti momenti della mia vita, belli e brutti. L’ho voluta tanto, l’ho scelta, l’ho presa e portata a casa senza dire niente a nessuno, andando contro mia mamma e mio papà, e da allora siamo state sempre insieme, siamo cresciute insieme, 11 anni, giorno dopo giorno, al mio fianco. Gina era con me a casa, la portavo a lezione all’università, veniva con me a cene e aperitivi, a fare shopping, in scuderia e poi anche in ufficio. Si è fatta concorsi, vacanze al mare e in montagna, era sempre presente in tutti i momenti della mia vita, era con me al funerale di mio papà e, purtroppo, era con me anche quel week end…. Vorrei solo dirle che è stato un bravo cane, il migliore che potessi desiderare, non le ho mai dovuto insegnare niente, bastava uno sguardo e ci capivamo, e vorrei dirle che in fondo al mio cuore lei è e sarà sempre con me e che non la potrò mai dimenticare. Fa parte di una me che ora non c’è più e fino a che non avrò ottenuto la giustizia che si merita non mollerò. Penso che questo glielo devo”.
Claudia… Immagina ora che ti stia leggendo il Presidente della nostra Federazione: che cosa vorresti chiedergli?
“Al Presidente direi che gli avevo scritto una lettera “a cuore aperto” prima degli ultimi campionati italiani. E non solo non ha fatto alcunché ma non mi ha nemmeno risposto. Non pretendo che lui risponda a chiunque gli scriva qualcosa ma il mio caso era diverso e lui lo sapeva…. nonostante ciò ha fatto finta di niente ….”.
Claudia, spero che questa intervista sia servita a te per ricordare ancora una volta Gina come merita. Spero che serva al nostro Gruppo per ricordarci come non si possa mai, dico mai, non avere il più grande rispetto per tutti gli animali che accompagnano la nostra vita. Spero che serva per ricordare che siamo ancora qui che attendiamo giustizia per Gina e che non molleremo. Lo dobbiamo a Gina, lo dobbiamo a Claudia, lo dobbiamo a chi crede ancora in un mondo equestre nel quale non ci riconosciamo più.