“Finalmente i mounted games” di Andrea Piazza

“Finalmente i mounted games”
di Andrea Piazza
“Nasco da una famiglia di allevatori di cavalli, allevamento Dell’Alba, produttore di buoni sella italiani”
Abbiamo con noi Andrea Piazza: benvenuto in UCIF.
“Ho provato a proseguire l’attività di famiglia ma, come ben sai, l’allevamento cavalli in Italia è un bagno di sangue e allora ho puntato di più sul discorso circolo ippico. Nella mia prima esperienza di gestore di scuderia, ho notato che mi trovavo bene con le nuove leve, per ciò mi sono dedicato alla mia formazione, nel lontano 2002, facendo i corsi con Jacques Cave’”.
E qui nasce la passione di cui vogliamo parlare con Andrea.
“Mi sono organizzato con piccoli pony, che allora erano quasi degli alieni e ho iniziato questa attività di pony club. Oggi sono anche tornato a fare l’allevamento con le mie top pony, che hanno partecipato a europei e mondiali, con un paio di stalloni che ho acquistato per non perdere il patrimonio genetico importante che possiedo”.
Cosa ti piace di più e di meno del nostro mondo equestre?
“In questo mondo mi piace molto lavorare con ragazzi e pony acerbi, vederli crescere nella loro evoluzione. Non mi piace l’accanimento al risultato sportivo immediato, ultimamente troppo esasperato da parte dei genitori, ritengo che con una buona crescita e con le giuste basi i risultati prima o poi arrivino da soli”.
Facciamo ammenda come genitori (cosa ci tocca fare qui su Ucif…. ) e concordiamo nel bisogno delle giuste basi e della buona crescita.
Andrea, parlaci dei Mounted Games.
“I Mounted Games sono uno sport vero e proprio, quasi estremo ormai, inutile spiegare cosa siano, forse con i metodi di oggi meglio aprire YouTube e si avranno tutte le risposte. Posso definirli solo come un mondo a sé dove non monti ne’ all’inglese ne’ all’americana, ma monti in uno stile tecnico ormai specifico di disciplina, dove i ragazzi si divertono per la varietà delle prove da affrontare, dove nessuno può mai definirsi certo di come sarà la sua performance”.
Come è stata la tua recente esperienza ai Mondiali?
“L’esperienza mondiale è stata una bella soddisfazione perché è sbucata dal nulla. Le mie allieve, Carlotta Iglina e Giorgia Regis, sono una coppia ben amalgamata, giocano da un po’ di anni insieme ma sono alla prima stagione con questi due nuovi pony, Casper e Scooby. Sinceramente siamo partiti per giocarcela ma senza troppe aspettative, un buon obiettivo per noi sarebbe stato centrare la semifinale. Una volta raggiunta, senza più nulla da perdere, ce la siamo giocata e abbiamo portato a casa un bel terzo posto.
Qual è stata la tua più grande emozione?
“L’emozione più forte non è legata al risultato, al podio o a una medaglia, ma a quando vedi che i tuoi allievi montano come vuoi tu, che capiscono la tua idea di Equitazione, non capita sempre ma quando capita ti si riempie il cuore”.
Cosa hai messo nella valigia tornando a casa?
“Ogni gara è un bagaglio di insegnamenti, ti porti via tante cose positive e negative. Un buon tecnico, indipendentemente dal risultato, deve sempre fare un’attenta analisi dei pro e dei contro che ci sono stati. Quello che mi lascia questo mondiale è la soddisfazione che l’Italia ormai anche in questo sport è all’onor del mondo, gli stranieri maestri in questo sport ci rispettano e ci temono. Dopo quindici anni di strada in salita, finalmente abbiamo quasi raggiunto la vetta per giocarci le gare importanti ad armi pari”.