“Fabrizio uno di noi” di Fabrizio Tagliabracci

“Fabrizio uno di noi”
di Fabrizio Tagliabracci
Per noi di UCIF, questa intervista ha un valore particolare. Incontriamo uno dei nostri primi iscritti, nostro Consigliere, autentica figura storica del nostro Gruppo e della nostra Associazione: Fabrizio Tagliabracci.
Ciao Fabrizio, parlaci di te, della tua esperienza equestre, di come ti sei avvicinato/a a questo mondo.
“Ho 58 anni e sono dottore commercialista. Ho cominciato a montare nel 2002, a 45 anni, insieme a mia moglie e mia figlia, trascinati ovviamente da mia figlia. Eravamo in vacanza a Bibione e nelle vicinanze c’era un maneggio. Mia figlia, all’epoca undicenne, insisteva continuamente per “andare dai cavalli”. Ci siamo andati e… i cavalli sono diventati la cosa più importante della nostra vita, dopo il lavoro. Ho il brevetto e non ho mai saltato più di una B110, ma la mia grande passione è il dressage. Ci metto l’anima anche se devo affrontare questa difficile disciplina sempre coi cavalli di scarto che mi arrivano da mia figlia quando li dismette dal salto ostacoli. Per lo più sono cavalli del tipo “mi spezzo ma non mi piego” e le giurie, inutile dirlo, se ne accorgono subito. Ma io non dispero: lavoro, lavoro, lavoro e mi accontento anche di piccoli miglioramenti. Avendo pochissime chance di vittoria mi accontento di gareggiare contro i miei limiti”.
Come hai conosciuto UCIF? Cosa ti piace e cosa vorresti invece cambiare nel nostro Gruppo e nella nostra Associazione?
“Ho conosciuto UCIF in rete, girando su facebook, di cui, nel tempo libero, sono un discreto frequentatore. Da lì è nata la frequentazione personale con i promotori del gruppo facebook ed è nata l’associazione di cui mi onoro di far parte come Consiglieri. Di questo gruppo mi è piaciuto subito l’approccio familiare, da “persone normali” al mondo dei cavalli, un mondo che pullula di V.I.P., emiri e grandi finanzieri, ma che credo possa (anzi, debba) essere alla portata di tutti i veri appassionati. Non ho grandi cambiamenti da proporre, sia per il gruppo che per l’associazione; mi auguro che continueremo sulla strada che abbiamo intrapreso e che possiamo crescere per numero e influenza sulle istituzioni in modo da essere più incisivi con le nostre proposte per la tutela della base”.
Che cosa vorresti cambiare in questo nostro mondo equestre?
“Vorrei che ci fosse più trasparenza e meno affarismo. Che si parlasse di “atleti” e non di “clienti”. Vorrei che i cavalli avessero un libretto sanitario in cui venissero riportate dai veterinari le patologie riscontrate e le cure prodigate. Che ci fossero più informazioni sui cavalli provenienti dall’estero. Che non ci fossero sovrapposizioni tra i vari ruoli, in particolare quello di cavaliere, di istruttore, di mediatore e di commerciante. Vorrei, in definitiva, che chi si approccia a questo sport fosse un po’ più tutelato perché in molti ne sono usciti con le ossa rotte”.
Immagina che ti stia leggendo il Presidente della nostra Federazione: che cosa vorresti chiedergli?
“Gli chiederei di prodigare ogni suo sforzo per trasformare profondamente la Federazione destinando maggiori risorse alla diffusione del nostro sport e al sostegno dagli atleti meritevoli. Gli chiederei di redigere un bilancio chiaro e trasparente e di pubblicare i contratti che vengono sottoscritti, accompagnati dalle relative delibere in modo che i tesserati possano capire cosa stanno pagando con le loro quote annue. Gli chiederei anche di pubblicare un organigramma della Federazione con le mansioni svolte e i relativi compensi, perché ogni tanto mi sorge il dubbio se siamo una Federazione sportiva o uno stipendificio”.
Grazie Fabrizio, come sempre affabile e interessante. Onorati di averti tra i nostri Consiglieri.
(La foto e’ spettacolare)