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Le Interviste di Ucif
Home›Contenuti›Le Interviste di Ucif›“Amare i cavalli è un privilegio” di Francesca Brunelli

“Amare i cavalli è un privilegio” di Francesca Brunelli

By admin
7 Novembre 2017
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“Amare i cavalli è un privilegio”

di Francesca Brunelli

 

“La prima Cavalla, oggi ventenne, di Valeria si chiama Alice Flb. Con lei ha lavorato duramente: è caratteriale, sgroppatrice, ma con lei ha ottenuto risultati inaspettati”.
Chiacchieriamo, piacevolmente, con Francesca Brunelli, ippomamma di Valeria Venturini.
“Ricordo piacevolmente un suo quinto posto ai Campionati Italiani, e pensare che Alice era entrata in famiglia solo per incominciare a saltare le 100, e invece ha saltato, fino a due anni fa, le 130, piazzandosi sempre decorosamente nelle competizioni alle quali ha partecipato”.
Come hanno ottenuto questi risultati?
“Abbiamo applicato anche con lei ciò che di base avevamo come bagaglio personale, considerando che nel Salto se non hai il ‘mezzo’, per tanti motivi noti a tutti, chiunque può passarti davanti. Era selezionata per gli Europei di Pony Games per puro merito, nessuno di noi aveva comprato Pony, non avevamo super Cavalli a disposizione. Questo mi è ben chiaro, ora più che mai: o rimani frustrata o reagisci, ed è quello che abbiamo fatto”.
Quindi, la vostra regola è….
“Ottenere il massimo con quello che si ha a disposizione. Mi piace ricordare anche Laroche 13, Cavallo maestro, sauro speciale che l’ha accompagnato a saltare le 135. Ha montato giovani Cavalli per privati e per anni alla Scuderia Casadei, dove l’agonismo è di casa. Ora compete in Gran Premi con Stealth, suo cavallo di punta. Nel frattempo ha preso la licenza per il galoppo, patentata Fise, Istruttrice di Primo Livello”.
Dove trova il tempo per fare tutto?
“In effetti, manca il tempo per fare tutto. Insegna e nel frattempo, circa tre anni fa le hanno anche proposto di montare a sella cavalli trottatori”.
E così, inizia una nuova esperienza….
“E così incomincia l’esperienza nel trotto montato, disciplina sconosciuta ai più ma molto seguita in Francia e Svezia. Il suo esordio con Power Treb, a Montecatini, con un secondo posto, e poi tante altre gare. Quest’anno le hanno proposto Skroce D’Aghi, con il quale, dopo alcuni piazzamenti, è arrivata anche a vincere”.
Cosa ti piace di più e di meno del nostro mondo equestre?
“Ho conosciuto tante persone, ciarlatani e persone speciali, da tutti ho preso qualcosa e cerco sempre di avere intorno a me persone che stimo, persone con la schiena dritta, chi mi conosce lo sa. Ho amici che mi apprezzano anche se sono rigorosa e selettiva, questo perché pretendo molto da me stessa in primis”.
Cosa ti sta più a cuore?
“Il benessere dei Cavalli, prima di tutto, se stanno bene loro i risultati arrivano, con il trotto montato ora mia figlia vince e si diverte, cosa si può volere di più? Questa è la sua vita, con alti e bassi, infortuni e rinunce, vittorie e sconfitte, ma ogni mattina è bello potersi alzare e sentire che è questo che si vuole e sentirsi privilegiati, perché amare un cavallo è un privilegio”.
Che cos’è l’Equitazione per Valeria?
“Valeria, fino ai 16 anni, pane e Pony Games, disciplina che solo dieci anni fa veniva quasi derisa dal mondo equestre, ma portata avanti con tenacia e determinazione dal binomio Jaques Cavè e Francesco Ricciotti, che ci hanno creduto, e i risultati con il tempo lo hanno dimostrato. Jaques, appena trasferito in Italia con obiettivi ben chiari e il suo italiano maccheronico, ci ha portato con il suo metodo a una consapevolezza prima di tutto di noi stessi, della gestione del nostro stress in gara, delle dinamiche di gruppo, della condivisione, sempre però procedendo per obiettivi. Questo modo di approcciare l’Equitazione le ha permesso di migliorare: ha imparato il rispetto delle regole, lo spirito di squadra, l’agonismo “mascherato” con il gioco. Tutti, quando si gareggiava, cercavano di dare il massimo. Abbiamo girato l’Europa: Inghilterra, Francia, Belgio, avevamo tanto da imparare e ogni volta ritornavamo con qualcosa in più. Allora in Europa c’erano ragazzi che gareggiavano in un modo per noi incredibile, ma noi ogni giorno miglioravamo fino anche a piazzarci l’ultimo giorno di gara. Psicologicamente forti e vogliosi di impegnarci con i nostri piccoli Pony, i nostri eroi”.

“La prima Cavalla, oggi ventenne, di Valeria si chiama Alice Flb. Con lei ha lavorato duramente: è caratteriale, sgroppatrice, ma con lei ha ottenuto risultati inaspettati”.
Chiacchieriamo, piacevolmente, con Francesca Brunelli, ippomamma di Valeria Venturini.
“Ricordo piacevolmente un suo quinto posto ai Campionati Italiani, e pensare che Alice era entrata in famiglia solo per incominciare a saltare le 100, e invece ha saltato, fino a due anni fa, le 130, piazzandosi sempre decorosamente nelle competizioni alle quali ha partecipato”.
Come hanno ottenuto questi risultati?
“Abbiamo applicato anche con lei ciò che di base avevamo come bagaglio personale, considerando che nel Salto se non hai il ‘mezzo’, per tanti motivi noti a tutti, chiunque può passarti davanti. Era selezionata per gli Europei di Pony Games per puro merito, nessuno di noi aveva comprato Pony, non avevamo super Cavalli a disposizione. Questo mi è ben chiaro, ora più che mai: o rimani frustrata o reagisci, ed è quello che abbiamo fatto”.
Quindi, la vostra regola è….
“Ottenere il massimo con quello che si ha a disposizione. Mi piace ricordare anche Laroche 13, Cavallo maestro, sauro speciale che l’ha accompagnato a saltare le 135. Ha montato giovani Cavalli per privati e per anni alla Scuderia Casadei, dove l’agonismo è di casa. Ora compete in Gran Premi con Stealth, suo cavallo di punta. Nel frattempo ha preso la licenza per il galoppo, patentata Fise, Istruttrice di Primo Livello”.
Dove trova il tempo per fare tutto?
“In effetti, manca il tempo per fare tutto. Insegna e nel frattempo, circa tre anni fa le hanno anche proposto di montare a sella cavalli trottatori”.
E così, inizia una nuova esperienza….
“E così incomincia l’esperienza nel trotto montato, disciplina sconosciuta ai più ma molto seguita in Francia e Svezia. Il suo esordio con Power Treb, a Montecatini, con un secondo posto, e poi tante altre gare. Quest’anno le hanno proposto Skroce D’Aghi, con il quale, dopo alcuni piazzamenti, è arrivata anche a vincere”.
Cosa ti piace di più e di meno del nostro mondo equestre?
“Ho conosciuto tante persone, ciarlatani e persone speciali, da tutti ho preso qualcosa e cerco sempre di avere intorno a me persone che stimo, persone con la schiena dritta, chi mi conosce lo sa. Ho amici che mi apprezzano anche se sono rigorosa e selettiva, questo perché pretendo molto da me stessa in primis”.
Cosa ti sta più a cuore?
“Il benessere dei Cavalli, prima di tutto, se stanno bene loro i risultati arrivano, con il trotto montato ora mia figlia vince e si diverte, cosa si può volere di più? Questa è la sua vita, con alti e bassi, infortuni e rinunce, vittorie e sconfitte, ma ogni mattina è bello potersi alzare e sentire che è questo che si vuole e sentirsi privilegiati, perché amare un cavallo è un privilegio”.
Che cos’è l’Equitazione per Valeria?
“Valeria, fino ai 16 anni, pane e Pony Games, disciplina che solo dieci anni fa veniva quasi derisa dal mondo equestre, ma portata avanti con tenacia e determinazione dal binomio Jaques Cavè e Francesco Ricciotti, che ci hanno creduto, e i risultati con il tempo lo hanno dimostrato. Jaques, appena trasferito in Italia con obiettivi ben chiari e il suo italiano maccheronico, ci ha portato con il suo metodo a una consapevolezza prima di tutto di noi stessi, della gestione del nostro stress in gara, delle dinamiche di gruppo, della condivisione, sempre però procedendo per obiettivi. Questo modo di approcciare l’Equitazione le ha permesso di migliorare: ha imparato il rispetto delle regole, lo spirito di squadra, l’agonismo “mascherato” con il gioco. Tutti, quando si gareggiava, cercavano di dare il massimo. Abbiamo girato l’Europa: Inghilterra, Francia, Belgio, avevamo tanto da imparare e ogni volta ritornavamo con qualcosa in più. Allora in Europa c’erano ragazzi che gareggiavano in un modo per noi incredibile, ma noi ogni giorno miglioravamo fino anche a piazzarci l’ultimo giorno di gara. Psicologicamente forti e vogliosi di impegnarci con i nostri piccoli Pony, i nostri eroi”.

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