“Mai più senza il casco” di Veronica Innocenti

“Mai più senza il casco”
di Veronica Innocenti
HMi chiamo Veronica. Ho ventotto anni e dall’età di due anni vado a cavallo. Ho iniziato in un maneggio con cavalli stupendi, che ho ritrovato nello stesso maneggio all’età di sedici anni. Con gli anni, sono diventata istruttrice e ho iniziato a praticare l’agonismo. Negli anni novanta, il mio compagno di gare era un cavallo sauro, Quid de Longevau, un Sella Francese meraviglioso. Quando è mancato, per un po’ ho abbandonato l’Equitazione. Nel 2000 mi sono avvicinata di nuovo a questo mondo e nel 2004 ho incontrato Cumeria, una Trotter tutto pepe e difficile. In poco tempo è nata una simbiosi unica, ci siamo curate a vicenda. Nel febbraio 2005 è arrivato Campione, un signor cavallo, fratello di Quid, il cavallo che avevo avuto da piccola: con lui ho iniziato un percorso in discesa, era un Sella Francese con una carriera che lo ha portato addirittura nei tre anni a piazza di Siena. Nell’allenamento e nelle gare, nelle passeggiate, mettevo sempre il casco. Nel 2006 stavo provando un nuovo cavallo da comprare, e il 25 giugno ho avuto un collasso e ho perso i sensi, cadendo da cavallo. Ho subito la frattura della base cranica, dell’osso temporale sinistro, di due vertebre, oltre a un’infezione polmonare e a diciannove edemi celebrali maligni. Sono entrata in coma e il 27 giugno mi hanno praticato una craniectomia per la decompressione fronto-biparietale. ‘Ovviamente’, al momento dell’incidente, non indossavo il casco: maledico quel giorno. Il coma è durato ventidue giorni, paresi a sinistra, pressione endocranica sopra la norma. Tre mesi dopo mi hanno riposizionato l’opercolo, l’osso del cranio che era stato rimosso e congelato in Germania, per dar modo agli edemi di riassorbirsi. Nel 2008 ho subito un intervento alla gamba sinistra e ora non più posso montare ai livelli di prima, se non passeggiare.
E tutto questo perché quel giorno non indossavo il casco. Non mi ricordo perché, ma non lo indossavo….”.
Questa non è un’intervista come le altre, questa è una testimonianza, sentita, vera.
Grazie Veronica per la forza che hai dimostrato nel raccontarcela.