Sport e Fumetti “ GLI ANNI DELLO SPUTNIK” di Baru e I. Idda – Oblomov Edizioni, 2017

Sport e Fumetti
“GLI ANNI DELLO SPUTNIK”
di Baru e I. Ibba – Oblomov Edizioni, 2017
In questa novella grafica recentemente ristampata, il gioco del calcio fra bande rivali e lo sport inteso come gioco di società e dunque relazione fra gruppi, ci spinge a riflettere su come la Storia ciclicamente si ripeta e sull’idea che solo l’innocenza in qualche modo possa ancora salvarci. Quattro capitoli e quattro storie, tutte ambientate a Sainte Claire, in Costa Azzurra,per raccontare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di Igor, il protagonista, e compagni: le guerre fra bande, gli scontri per la leadership, i primi turbamenti amorosi, e le monellerie d’altri tempi.
La cornice è il proletariato industriale francese di fine anni Cinquanta, le cui vicende si sovrappongono più o meno prepotentemente alla quotidianità di un nutrito gruppo di ragazzi delle scuole elementari.
Baru è un autore apertamente politico, che altrettanto dichiaratamente utilizza il medium fumetto come lente d’ingrandimento sul mondo, per svelarne le contraddizioni, ed arrivando al consapevole rifiuto del determinismo sociale: <<l’equilibrio è terribile, l’essenza della vita è lo squilibrio>>. I suoi personaggi sono in continuo movimento rispetto agli schemi ideologici proposti dalla tradizione culturale e dal contesto sociale, perché sono ancora bambini e dunque impermeabili a qualsivoglia vincolo di dottrina.
I drammi della Storia attraversano lievi le vicende narrate senza eccessi emotivi e senza cedere alle lusinghe della malinconia. Quello che si ambisce a raccontare è pura quotidianità filtrata dagli occhi di un bambino, sacrificando talvolta l’empatia in favore di un misurato realismo: la parabola formativa del protagonista c’è e si compie, ma è sfumata, poco più che sott’intesa, soltanto nel finale, da una manciata di vignette. L’approccio grafico è in linea con queste intenzioni: cartoonistico e caricaturale. Lo stile è vitale e potente dal punto di vista espressivo. L’acquerello, scelto per la colorazione, mitiga gli eccessi di grottesco con tinte lievi, sempre protese al ruggine e al seppia. A tre lustri di distanza, l’opera di Baru riesce ancora ad essere sorprendentemente attuale e necessaria, raccontando l’integrazione come unica risposta possibile all’immigrazione: Italiani, Francesi, Algerini, Polacchi e Tedeschi faticano ad accettare le reciproche specificità culturali (riscoprendo soltanto nella fabbrica e nella lotta di classe una certa appartenenza), mentre i loro figli non sembrano più di tanto accorgersene. Anche Igor, il protagonista, e i suoi amici, giocano alla guerra e talvolta il loro mondo sembra riproporre le stesse dinamiche di quello degli adulti: litigano per questioni territoriali, covano rancori per diatribe di principio e tramano vendette per ottenere il comando (il peggio del nostro mondo e anche dello sport contemporaneo). Ma per loro, alla fine, arriva la neve e tutto si dissolve.
Nel 2010 Baru ha ricevuto il Grand Prix de la Ville d’Angoulême: il premio alla carriera più prestigioso in terra di Francia.
La Cartofumetteria di Leda