“SIAMO TUTTI DPA” di Glauco L.S. Ricci

L’Editoriale
“SIAMO TUTTI DPA”
di Glauco L.S. Ricci
Ai margini del convegno sulla tutela penale degli Animali, al quale abbiamo avuto l’onore di essere invitati dalle Associazioni animaliste nostre amiche e partner, diverse riflessioni sono sorte spontanee insieme agli amici e colleghi relatori. Tutte riconducibili allo smarrimento di fronte al male che viene perpetrato nei confronti dei nostri compagni di vita e a una legislazione che sembra voler dire “se proprio dovete maltrattare, fatelo con moderazione”.
In questi ultimi mesi, tanto si è parlato nel nostro mondo di Cavalli Dpa e non Dpa, spesso a sproposito, molte volte in modo strumentale e siamo fieri di aver tenuto una linea di condotta che non ha risparmiato critiche, minando nostri rapporti personali consolidati nel tempo. A nulla valgono quelle poche e insignificanti sottolineature negative che ci arrivano ogni tanto pur di fronte al nostro ben preciso impegno testimoniato da petizioni, lettere, articoli, post, commenti: i Cavalli non si macellano. Punto e a capo.
Ma non è questo il nodo da sciogliere perché, a maggior ragione dopo le presentazioni che si sono succedute nel convegno, crediamo che ci siano davvero Cavalli che vorrebbero essere Dpa, ma subito, piuttosto di vivere vicino a certi proprietari. È l’ipocrisia di fondo del nostro mondo equestre che vede grandi pagliuzze nei comportamenti altrui e trascura le travi che accecano le proprie menti. Sono sempre gli altri a maltrattare, ma ovviamente non li vediamo questi comportamenti o se li vediamo i responsabili sono quelli che hanno lasciato i Cavalli in certe mani ben sapendo che fine avrebbero fatto. Un po’ come se i veri colpevoli degli episodi di pedofilia di cui tanto si parla, giustamente, non fossero gli Istruttori che si sono approfittati di giovani ragazze ma i loro genitori che glieli hanno consegnate.
La verità è che in questo mondo siamo tutti Dpa, visto come finiamo coinvolti in una filiera che ci tritura lentamente con sadico piacere, e dovremmo prenderne coscienza in modo definitivo. Solo così potremmo, forse, trovare una soluzione che non sia quella del maltrattamento e della morte procurati con moderazione.