Lettera a Ucif “SBARRARE CON DELICATEZZA”

Lettera a Ucif
“SBARRARE CON DELICATEZZA”
Riceviamo e pubblichiamo
“Cara Redazione, mi è capitato di leggere recentemente su un Social alcune disquisizioni su come si debba o non si debba ‘sbarrare’ un Cavallo. Qualcuno azzarda anche un paragone tra il morire accoltellato da un macellaio professionista o da una persona qualunque: certamente nel secondo caso avrei molteplici ferite non mortali che mi farebbero soffrire atrocemente, mentre nel primo morirei senza eccessivo dolore. Anche per i Cavalli sarebbe così: ‘sbarrare’ con una barriera fissa sarebbe ben diverso dallo ‘sbarrare’ alzando la barriera a mano, in questo caso secondo caso sarebbe innocuo, solo un gran rumore e nulla più. Sono rimasta, a dir poco, allibita: ho sempre pensato che non si debba in alcun modo ‘sbarrare’ un Cavallo, o sbaglio? Perché non prendete una posizione in tal senso?”
Tra i tanti maltrattamenti che subiscono i nostri amati Cavalli, questo, a nostro modo di vedere, è il più vile, secondo forse solo all’abbandono e alla macellazione.
Lo è perché è basato sull’inganno: come se a un centrometrista allungassero la pista o a un pesista aumentassero il peso da lanciare.
Un nostro amico, nonché redattore, ha recentemente pubblicato una foto storica che ha suscitato molte polemiche: per non ripeterle, ritagliamola e spostiamo l’attenzione sull’aiutante, chiamiamolo così, che alza la barriera al Cavallo: solo rumore?
Francamente, non capiamo la differenza con lo sbarrare un Cavallo con una barriera fissa, deve essere un nostro limite. Qualcuno ci ricorda che a volte, nei campi prova, l’ultimo salto ha un’altezza sproporzionata rispetto al percorso che sta attendendo il binomio…. Il discorso è complesso, molto, ma ha solo una risposta: non è questione di altezze, fisse o mobili, di chiodi (….) o altro: chiunque abbia a cuore i Cavalli non può non essere contro qualunque tipo di ‘sbarratura’ (si dirà così?). Soprattutto se ha a cuore il Benessere dei Cavalli, come noi.